Campania: tra clan e politica

On. Francesco Barbato

Il dominio totale dei clan di alcune zone della Campania, che vedono il ripetersi di efferati delitti di camorra, è anche colpa di una cattiva politica che non ha interesse a liberare la regione dal giogo della criminalità perché o ignava, o complice o compromessa.

E' un fatto gravissimo. In Campania c'è bisogno di indagare a fondo sui rapporti tra clan e politica. I due partiti maggiori, Pd e Pdl, che a fasi alterne hanno malgovernato la regione, annoverano tra i propri rappresentanti alcuni politici coinvolti in vicende poco chiare, citati da pentiti o inquisiti per collusione, corruzione o che addirittura, secondo quanto hanno appurato alcune indagini, hanno ricevuto appoggio elettorale dai clan. Nicola Cosentino, Paolo Russo, Mario Landolfi e Luigi Cesaro del Pdl, i consiglieri regionali di centrosinistra che sostengono Bassolino Roberto Conte e Nicola Ferraro, spieghino ai cittadini perchè sono stati coinvolti in indagini della Dda di Napoli o in vicende assai poco trasparenti.

La verità è che in Campania, a parte le dichiarazioni di rito, è mancata fino ad ora una vera e perdurante volontà politica di sconfiggere la camorra perché, direttamente o indirettamente, la stessa politica campana si è spesso servita delle zone d'ombra e dei rapporti poco limpidi, degradando la legalità ad un mero slogan invece di interpretarla sempre come un principio ispiratore dell'azione politica. Ecco perché i Casalesi, così come molti altri clan, nonostante lo sforzo delle forze dell'ordine, della magistratura e di una (piccola) parte della politica sana, riescono ad esercitare un controllo totale di alcuni territori, sottraendoli di fatto allo Stato.

Solo il primato dell'etica nella politica, solo superando un ceto politico troppo spesso colluso, si potrà arrivare ad una vera svolta in grado di portare ad un'altra Campania. Il rispetto rigoroso della legalità è, infatti, condizione essenziale per un'economia sana e per una vita più civile per tutti, in particolare per i giovani. Anche nella nostra regione dovrà al più presto essere possibile attivare sempre appalti 'puliti'; attrarre investimenti e nuovi posti di lavoro senza dover aver paura degli attentati dei clan; permettere ad un singolo cittadino di poter aprire un negozio senza temere i taglieggiamenti e le bombe dei camorristi e di poter camminare per strada senza correre il rischio di essere ucciso in una sparatoria.

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