ALITALIA

Nel momento in cui scrivo Alitalia sta precipitando nel fallimento dopo che la CGIL e alcune sigle sindacali “autonome” hanno rifiutato l’accordo con CAI. Faccio presente che furono gli stessi sindacati a far fallire anche l’accordo con Air France.

Sono volutamente polemico: l’atteggiamento di queste persone è disgustoso. In Alitalia tutti abbiamo delle responsabilità, ma il voler mantenere certi privilegi è inaccettabile soprattutto perché c’era – e forse c’è ancora – la possibilità di salvare una compagnia aerea, cercando innanzitutto di operare quei risparmi che hanno permesso il rilancio di ogni altra compagnia aerea europea. Le persone che giovedì hanno vergognosamente applaudito il fallimento della trattativa meritano solo di ritrovarsi adesso senza lavoro e di non avere quei benefici “speciali” che erano comunque riservati per i dipendenti Alitalia. Vadano in cassa integrazione come tanti dipendenti di aziende che chiudono, operai che pur subiscono senza colpe e la “cassa” spesso (e purtroppo) devono aspettarla per mesi. E quei piloti si ricordino che gli andrebbe già bene così perché tanti piccoli imprenditori, commercianti, artigiani la “cassa” non ce l’hanno neppure e le banche ti strappano la casa se – avendo osato intraprendere – non hai pagato la rata del mutuo! Quegli stessi piloti che poi sostengono “Siamo trattati come collaboratrici domestiche” innanzitutto non hanno mai fatto le colf e poi mi sembrano come noi deputati quando sotto sotto resistiamo se ci chiedono di rinunciare a qualche “benefit” dimenticandoci di essere una “Casta” privilegiata. Lor signori comunque non sono d’accordo? E allora la CAI raccolga le firme di adesione, riassuma solo quelli che ci stanno e lasci a casa gli altri: si scoprirà che sono una infima minoranza, così come sono ben pochi – rispetto al numero dei dipendenti Alitalia – quelli complessivamente iscritti alla CGIL e agli “autonomi”. Ai dirigenti del PD ed alla stessa CGIL che criticano quotidianamente il governo Berlusconi faccio poi presente che ironizzarono per mesi sul fatto che non ci fosse nessuna “cordata” italiana, mentre la cordata (e solida) è invece arrivata. Poi dissero che la cordata c’era ma era senza soldi, ma sul piatto è arrivato fresco un miliardo di euro. A questo punto dissero che non c’era “un piano industriale”: il piano è arrivato ed è stato sottoscritto da CISL,UIL,UGL, ecc. Il solito Antonio Di Pietro strepita adesso alla “speculazione” (chissà quale affare speculativo straordinario sia il raccattare i cocci di un’azienda che si schianta verso il fallimento con parte dei dipendenti strumentalizzati come si è visto…). Allora, mettiamoci d’accordo: è vero o no che c’è qualcuno che lavora solo per distruggere e che per abbietti motivi politici vuole solo il “ tanto peggio, tanto meglio…”. Peccato che sulla graticola ci vadano così una Compagnia italiana, 20.000 dipendenti diretti (17.000 dei quali avrebbero continuato a lavorare), un giro d’affari collegato di dimensioni enormi e milioni di viaggiatori-utenti costretti ora a volare con compagnie straniere. Complimenti: di che alto profilo è la strategia di questa sinistra!

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