Constatiamo nelle ultime settimane la diffusione di notizie pseudo scientifiche, ma avvalorate purtroppo da alcuni ricercatori, in merito all’azione delle cellule staminali da cordone ombelicale tipo la seguente :
“sull'efficacia esistono grandi dubbi, visto che le cellule del midollo osseo o del grasso non sono capaci di generare cellule di altri tessuti in misura significativa. Si potrebbe avere un beneficio transitorio, dovuto a fattori rilasciati dalle cellule trapiantate che riducano l'infiammazione e/o stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni e/o la sopravvivenza delle cellule malate. Difficilmente però le cellule morte saranno sostituite e il beneficio si dimostrerà modesto e transitorio. E questo è il caso migliore. Stesso discorso vale per le cellule del cordone, con in più l'aggravante che, provenendo da un donatore, le cellule saranno rigettate dal sistema immune del paziente. Si è discusso e si discute ancora sul cosiddetto “privilegio immunologico” delle cellule staminali, le quali non esprimendo ancora antigeni di istocompatibilità, risulterebbero invisibili al sistema immune e quindi sarebbero tollerate dal paziente. Quando però le cellule staminali differenziano (per esempio le cellule del cordone formano globuli rossi, bianchi e piastrine) esse esprimono questi antigeni e vengono rigettate.”
A fronte di ciò la Beike, come già ribadito in altre occasioni, sottolinea che le cellule staminali sono cellule il cui destino non è ancora “deciso” che possono originare vari tipi di cellule diverse attraverso un processo denominato di differenziazione.
Le cellule comunicano fra loro mediante segnali chimici, scambiandosi informazioni e istruzioni.
Sono proprio questi segnali chimici a dire ad una cellula staminale quando attivarsi: vengono prodotti dalle cellule vicine durante lo sviluppo o dal rilascio di sostanze dovute al danneggiamento o alla mancanza di determinate cellule.
Identificare le istruzioni per le cellule staminali è uno dei punti chiave della ricerca per riprodurre in laboratorio questi meccanismi. In questo modo si potranno in futuro ottenere in vitro dei tessuti per il trapianto, o, addirittura, sfruttare queste molecole per terapie da somministrare nell’uomo per stimolare la crescita controllata di un organo danneggiato. Sono obbiettivi ancora lontani da raggiungere, ma le conoscenze attuali ci fanno pensare che non sia fantascienza.
Vari esperimenti dimostrano comunque che le cellule staminali cordonali sono più potenti e con un tempo più breve di raddoppio in coltura.
Gli scienziati della Beike Biotechnology Co, Ltd postulano che l’effetto benefico del trattamento possa essere anche mediato da fattori e stanno attualmente procedendo a ulteriori ricerche per confermare le teorie.
Le cellule Provenienti da sangue del cordone ombelicale hanno una maggiore plasticità, riparatoria e la capacità di rigenerazione per trasformarsi in elementi di base del corpo umano e in diversi tipi di cellule.
Per i trattamenti della Beike vengono usati tre sottoinsiemi di cellule staminali:
CD34 +, CD133, cellule staminali Mesenchimali.
I test di laboratorio indicano che le Mesenchimali staminali combinate con le altre cellule possono rilanciare il processo di trasformazione.
Le cellule del cordone ombelicale si sono rivelate le più potenti e versatili poiché il telomero (ovvero la terminazione del cromosoma) è ancora relativamente lungo, e ciò le agevola nel momento in cui debbono trasformarsi in un altro tipo di cellule.
Inoltre il sangue del cordone possiede un sistema immunitario non allo stato aggressivo, pertanto le cellule non sono ancora “educate” ad attaccare il ricevente, non c’è dunque rischio di rigetto da parte del paziente, e gli immunosoppressori non servono.
Per ciascun campione di UCB ottenuto dalla Beike sono documentate:
storia medica del neonato e dei genitori con esame per l’assenza di malattie trasmissibili quali HIV I / II, HBV, HCV; Sifilide, ecc
sangue della madre testato per le malattie trasmissibili
I campioni di UCB che hanno risultati positivi sono eliminati e smaltiti correttamente.
Tutte le singole unità di cellule staminali UCB vengono correttamente classificate per comodità di identificazione e rintracciabilità.
Ogni esemplare è corredato da documento corrispondente:
Codice Identificativo
Numero totale di cellule mononucleate (MNC)
Collection Time
Data di raccolta UCB
Nome del modello UCB
I controlli avvengono alla Banca centrale del sangue e, per sicurezza, ripetuti nei nostri laboratori utilizzando i criteri dell’AABB (American Association of Blood Banks).
Settembre 2008, press office Beike