“II Violinista sul tetto” è uno dei musical americani più visti in assoluto con ben 3242 repliche a Broadway, due versioni cinematografiche e cinque edizioni discografiche. Dopo il suo debutto nel settembre del 1964 con il celebre attore Zero Motel, questo capolavoro del teatro musicale è stato tradotto e rappresentato in tutti i principali teatri del mondo, tra cui due celeberrime edizioni, una a Londra e una a Sidney con l'attore Topol. La A.L. Production e L'Artistica sono lieti di annunciare l'acquisizione dei diritti per la traduzione e produzione di quest'opera nella prima edizione italiana, colmando così una lacuna nel mondo nello spettacolo italiano. La vicenda è tratta da una delle storie dello scrittore ebraico Shalom Aleichem e grazie alle musiche di Jerry Bock e alla riduzione teatrale di Joseph Stein lo spettacolo è un grande poetico e commovente affresco della storia di una piccola comunità ebraica nella Russia pre-rivoluzionaria. Alla storia del protagonista, un simpatico lattaio che deve pensare al matrimonio per le sue tre figlie, si affianca la vita di tutto un villaggio, le profonde tradizioni della cultura e religione ebraica, le canzoni e le danze folkloristiche, le sofferenze storiche che questo popolo ha dovuto subire. L edizione americana di questa spettacolare produzione vedeva impiegati almeno 60 elementi tra attori, musicisti e ballerini. Una cast tale da scoraggiare ogni teatro italiano. Per questo motivo ci siamo rivolti al genio artistico di Moni Ovadia, il più grande interprete Italiano della cultura teatrale ebraica. L'intenzione di questa nuova produzione, prima assoluta in Italia, sarà quello di rileggere l'opera alla luce della tradizione teatrale europea, in un'edizione basata sull'elemento folkloristico e tradizionale della cultura Yiddish. La parte strumentale sarà affidata ad un orchestra dal vivo sul palco con i tradizionali elementi in uso nelle orchestre Klezmer dell'epoca (fisarmoniche, violini, clarini…). I testi delle canzoni richiameranno lo stile linguistico yiddish. Per i balletti saranno riproposte le danze originali impegnando ballerini acrobatici provenienti dall'Est europeo in un cast artistico di 25 elementi. Un'occasione per unire svago e cultura ed un grande omaggio alla tradizione ebraica. Una produzione che non mancherà di far parlare di sé non solo in Italia ma anche all'estero dove non è escluso possa essere ospitata.
Note di regia
Il musical è una forma di arte scenica nata e cresciuta negli Stati nel novecento in cui hanno trovato una sintesi americana molte esperienze di teatro con musica e di teatro in musica provenienti dalla vecchia Europa. Uno dei grandi contributi a questa nuova scena germinata nel secolo breve è sicuramente quello del teatro Yiddish. Esso porta con se una rottura dei generi e delle separazioni schematiche di stile o di uso dei mezzi espressivi. Testo, musica, recitazione parlata, canto, recitar-cantando, gesto, danza, rito, convivono sul palcoscenico con l'anarchia della pari dignità. “Il violinista sul tetto” è uno dei più celebri musical di Broadway, il numero e le variazioni delle sua messe in scena non si contano e la gran parte di esse sono state un tentativo di sfruttamento di un grande successo per la routine della circolazione commerciale. Il nostro allestimento vorrebbe proporre un'altra prospettiva: ricollocare la storia più rappresentativa della cultura dell'est-Europa, quella di Tevjie il Lattivendolo, uscita dalla geniale penna di Sholem Aleichem e da cui è stato tratto il musical, nel suo contesto originario. Il testo e le canzoni verranno rispettate nella loro integrità ma saranno cantate nella lingua Yiddish invece che in inglese e l'impianto di regia si rivolgerà alla lezione stilistica del teatro yiddish. In particolare la costruzione della scrittura scenica si svilupperà secondo le direttrici di una poetica teatrale sperimentate in questi anni. Centro di questa poetica è la presenza di musicisti in scena con una funzione drammaturgica e recitante. I musicisti-attori costituiscono una sorta di coro-popolo che interagisce con i personaggi veri e propri sia come personaggio corale che come contrappunto individuale in un continuo rimando di presenze ed emozioni. Nella fattispecie di un musical questo piccolo coro di musicisti-attori intreccerà il proprio movimento scenico In forma di improvvisate danzette con la professionalità del corpo di ballo dando vita a forme coreutiche grottesche e paradossali. Tutto al servizio di uno degli eventi di spettacolo più significativi della seconda metà del '900.
Moni Ovadia