Il disvelamento della narrazione
L’autobiografia viene raccontata o scritta e dipanata nel rapporto conversazionale, ingenerando forme di riconoscimento, di autoapprendimento e autodisvelamento che permettono di costruire varie traiettorie di trame esistenziali, all’interno di un’alleanza con il narratore che aiuti a stabilire nessi ed interconnessioni tra gli indizi, gli eventi o i fatti descritti, con legami, interconnessioni che svelano il significato al disegno della trama esistenziale, di ricomponibilità interpretativa.
L’apertura conoscitiva e trasformativa lenta e impercettibile è implicata nel gioco narrativo che ingenera potenzialità di rappresentazione, comprensione e risignificazione di eventi, contesti e relazioni all’interno dell’interazione dialogica tra ascoltatore/ricercatore e narratore/soggetto che condivide tempi e spazi dell’ascolto collaborativo, quale risorsa apprenditiva, nell’ambito della quale si realizza la possibilità per il soggetto di intrattenersi con se stesso, di ascoltare il mondo interiore, di raccontarsi nelle apicalità dell’incontro dialogico. Il soggetto di una storia di vita incompiuta, riscrivibile e reinterpretabile a partire dagli eventi, dagli incontri e dagli episodi della personale esistenza, nel racconto può accingersi al recupero, al ritrovamento di tratti, tracce, trame, segmenti salienti, continua apicali, momenti cruciali e di svolta della storia di vita narrata, individuando le figure significative, la ricomposizione e l’identificazione di momenti, incontri nella molteplicità di biografie che abitano interiormente ogni soggetto narrante, in molteplici interconnessioni. Gli intrecci delle biografie affettive, cognitive, professionali e desideriali, con l’esperienza del racconto e dell’ascolto producono conoscenza ed effetti trasformativi che suppliscono al problema dell’attribuzione di senso e significato alla trama narrativa, nel problema del senso di una vita sotto il tessuto del discorso biografico e con esso la ricerca di significatività nel passato, il nesso tra la continuità e la discontinuità delle biografie interne che hanno conosciuto momenti di vitalità, pause e arresti.
La significatività pedagogica volta al ripensamento autobiografico avviene sia tramite l’ascolto monologico che l’ascolto dialogico, dinamiche relazionali che ingenerano nel soggetto apprendimento, a partire da se stesso come narratore e rievocatore da eventi di ricordi e apprendimento rimotivazionale, per il cambiamento, per la relazione. Nell’ambito del contesto narrativo del racconto, il soggetto riconsidera sé stesso, le esperienze implicite, il proprio percorso formativo, professionale e i grandi temi vitali con cui è stimolato a formulare considerazioni e riflessioni critiche autoreferenziali, al fine di far emergere la personale rappresentazione mentale della complessità di eventi, di significazioni, di situazioni nelle consuetudini del pensiero, di scelte e soluzioni, in un’elaborazione differita del contesto narrativo in trasformazioni cognitive ed operative. Nel racconto di sé si scompone e ricompone la propria storia, attribuendole voce tramite la narrazione evocativa, nella declinazione rimemorativa, a ritroso, di esigenze personali e formative, desideri, vocazioni e propensioni nella revisione di progetti di rimotivazione personale e professionale.
L’incontro dialogico matura una nuova rappresentazione di sé, di ulteriori forme d’agire, di pensabilità, investimenti emotivi e stili relazionali, nel tempo della potenzialità, dell’ipotesi metabletica, dell’autoriflessività e trasformatività, nell’ascolto che offre la disponibilità decentrativa, alla problematizzazione e alla riconsiderazione critica di sé, di situazioni, scelte e responsabilità, riacquisendo capacità di autoascolto, autoanalisi, autocomprensione e autoapprendimento.
Il senso dell’autobiografia
Dialogare, discutere, parlare e ricavare biografie da queste modalità comunicative e raccogliere la personale autobiografia, costituiscono un’antica forma culturale, consueta, di incoraggiamento e autoriconoscimento, svelando la natura pedagogica delle parole, quando, dai racconti, dalle storie, si impara sempre di sé, degli altri, del mondo, in eventi di pensiero.
Il pensiero è l’ambito profondo dei giochi discorsivi e conversazionali, rivolgendo le attività della mente a orizzonti, possibilità, sfide, in salti cognitivi, in variazioni di mentalità, nell’emergere di immagini diverse dalla realtà: narrare e far narrare costituiscono, innanzitutto, una tecnica visionaria, in un
contesto quotidiano in cui troppo spesso si disperdono il senso e l’esperienza delle modalità narrative che rappresentano la storia di uomini e donne, la storia della trasmissione di sapere.
Nell’attuale crisi della narrazione e dell’oralità, si vive di suggestioni e immagini volte ad impressionare. La narrazione è una memoria in una trama da raccontare nelle intenzioni, negli scopi, nelle azioni dei protagonisti, nel significato di sequenze di storie, oltre gli stimoli, le impressioni, i segni chiusi in se stessi, suscitando emozioni, sviluppando interrogativi, pathos, enigmi, mistero.
La norma analogica della narrazione presenta un valore metaforico, simbolico, mitico. Il motivo logico è la morale nell’intrinseca pedagogia che insegna, consiglia, dimostra. Il metodo autobiografico ha capacità di promuovere desideri di conoscenza e trame di storie che sappiano educare e stupire.
Il senso biografico si evolve in antichi criteri narrativi dell’attività retrospettiva della mente. La memoria, il ricordo, l’evocazione, costituiscono un itinerario di indagine sulle cronologie, le stagioni della vita, i ricordi più significativi che si sviluppano nella didattica autobiografica con chiari scopi di carattere cognitivistico, dove il ricordare è produzione di racconto in una sorta di “teleologia retrospettiva” elaborata, secreta, suturata insieme da molteplici insegnamenti.
La riattivazione di abilità cognitive necessarie alla rimemorazione, conseguente al fare autobiografia, diviene rievocazione poetica, ricerca di significato, sviluppando un’intelligenza interiore e analitica che stimola un nuovo amore di sé.