di Riccardo Alfonso
La crescita dei prezzi dei prodotti petroliferi. E’ un importante fattore di rischio sulla ripresa economica mondiale. Questo è il primo indiscusso dato di fatto. Questa elevata volatilità, se ha raggiunto ora un livello senza precedenti, non vuol dire che i segni di tale crisi non apparivano altrettanto significativi già da oltre un anno a questa parte.
Le ragioni che hanno portato a tale stato di cose, sono diverse. Pensiamo alla crisi mediorientale che ha esposto i prezzi petroliferi a continui sabotaggi sia reali sia potenziali. Pensiamo ai ritardi Opec nell’espandere la produzione, alle tensioni politiche in Venezuela che non sembrano esaurirsi, alle lotte religiose e tribali in Nigeria e non certo ultima la crescente domanda della Cina e alla controversia politica-legale in Russia tra Stato e maggiore compagnia petrolifera che ha visto quest’ultima contrarre la sua attività.
E’ una preoccupazione che si avverte anche nel modello elaborato dall’Internatonal Energy Agency in collaborazione con l’Ocse ed il Fondo Monetario Internazionale (Analysis of the impact of high oil prices on the global economy, May 2008).
Ora che la situazione ci ha mostrato il suo volto peggiore, portando molto vicino il prezzo del petrolio al barile intorno ai 130 dollari, dobbiamo presumere che se tale valore resta più a lungo, di quanto le speculazioni del mercato lo lascino presagire, noi ci troveremmo ad un vero e proprio black out dell’economia mondiale e con ricadute pesanti soprattutto in quelle economie, come l’italiana, che non sono capaci di intervenire con la necessaria tempestività per aggiustare i propri conti pubblici e, di conseguenza, drenare gli effetti distorsivi del mercato sul fronte inflattivo.
E questo potrebbe essere uno degli effetti secondari, ma non il solo, all’attuale crisi economica mondiale e che potrebbe ben presto coinvolgere il clima di fiducia delle famiglie, già alquanto compromesso, e le stesse aspettative degli imprenditori e le politiche monetarie e fiscali dei singoli governi.( www.agoramagazine.it)