"Caro Bossi, venga in Calabria. Capirà  perchè si sbaglia ad attaccare gli insegnanti del sud e i meridionali in generale"

Lettera aperta all'on Umberto Bossi

Della Calabria. E delle sue bellezze.

Caro “collega” Bossi,

nella mia Calabria ancora ci si sente italiani! Lei giudicherà questa affermazione, come unÂ’ingenua debolezza, una pia romanticheria o roba dÂ’altri tempi che nellÂ’era della globalizzazione non ha più ragion dÂ’essere. Ma cosa vuol farci, la mia coscienza di calabrese mi impone questo sentimento, una morale che vive tutto il popolo calabrese, con discrezione e passione.

Lei dice che è una burla colossale, una panzana, lÂ’ Italia unita. Esiste solo la padania ( spero che non si offenda se scrivo con la minuscola), che adesso è diventata una terra “invasa” dai meridionali, etnia di un popolo lontano, che farebbero bene a tornarsene nella propria terra, perché rubano il lavoro ai padani. Lei vuole che gli insegnanti siano padani: strana concezione ha delle istituzione scolastiche. La scuola è il massimo luogo dove ai ragazzi viene insegnato la verità storica sul Risorgimento, sulla fierezza eroica di quegli uomini che credevano nel valore dellÂ’unità nazionale. La storia insegna anche come gli emigranti calabresi abbiano trovato accoglienza nella sua terra, come abbiano anche fatto grande le regioni del nord Italia, e molte altre regioni dÂ’Europa e dÂ’America.

Fra mille, indicibili, sofferenze.

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