U.E. – SPAGNA Prospettive di cura del morbo di Parkinson

La malattia di Parkinson, protagonista il 18 luglio dei corsi estivi all'Universita' di Cordova, e' la seconda frequenza -dopo il morbo d'Alzheimer- nelle persone sopra i 65 anni, con una prevalenza intorno all'1% per quella fascia di popolazione. La ricerca di un trattamento efficace per questa patologia degenerativa e' dunque di vitale importanza, tenendo soprattutto conto della progressiva longevita', e dunque dell'inevitabile sua maggiore incidenza.
All'ospedale Virgen del Rocio di Siviglia un gruppo di ricercatori sta studiando una terapia cellulare pioniera a livello mondiale, focalizzata su un trattamento efficace per curare, o almeno ritardare, il processo degenerativo del Parkinson. Ci lavorano da dieci anni e, stando alle stime di uno dei responsabili dello studio, Ricardo Pardal, in quattro anni potrebbero esserci le condizioni per dare una soluzione alla malattia, che passa per l'impiego di cellule staminali adulte. In questo caso, ha precisato Pardal, la terapia consiste nel trapiantare nel cervello le cellule staminali del corpo carotideo (gloma), un organo di piccole dimensioni del sistema nervoso periferico, situato nella gola e capace di produrre la sostanza neurotrasmettitrice dopamina -la principale funzione della dopamina e' di avvisare il cervello della mancanza d'ossigeno, mancanza che e' responsabile degli effetti del Parkinson-. Pardal ha aggiunto che la persona cui si toglie il corpo carotideo per prelevare le cellule staminali, puo' comunque fare una vita tranquilla; deve solo evitare le situazioni in cui l'organo e' necessario, per esempio quando si sale in alta montagna e c'e' poco ossigeno.
Ricerca promettente
Sebbene Pardal si sia mostrato cauto sui risultati e su quando sara' possibile applicare queste terapie cellulari, ha assicurato che le ricerche sono sulla buona strada e che sono gia' stati eseguiti trapianti del corpo carotideo nel cervello, anche se restano da perfezionare alcuni aspetti. L'importanza dei lavori di quest'equipe e' fondamentale non solo per la cura del Parkinson, ma anche per i trattamenti di altre malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, che e' l'altra patologia piu' frequente nella popolazione sopra i 65 anni

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