IL PD IN SPAGNA SULLA TRASFORMAZIONE IN CANCELLERIA DELCONSOLATO GENERALE DI MADRID

di Pietro Mariani

“No a ulteriori tagli di spesa dei servizi ai connazionali. Sì al riutilizzo delle risorse e dei risparmi realizzati per migliorare la qualità dei servizi”: questa la posizione di Pietro Mariani, coordinatore del PD Spagna e consigliere Esecutivo del Comites di Madrid alla notizia della trasformazione del consolato generale di Madrid in Cancelleria.
“Prendiamo atto della decisione del governo Berlusconi di interrompere il processo di riforma e di razionalizzazione della rete consolare avviata dal governo Prodi per tornare al più classico e al peggior sistema di governo, quello dei tagli consistenti e inammissibili sia dei servizi che dei capitoli per l’assistenza ai nostri connazionali all’estero. E questo dopo che il governo del centrosinistra aveva riportato a livelli accettabili gli investimenti per gli italiani all’estero già più che dimezzati dal precedente governo Berlusconi. Niente di nuovo quindi nelle politiche dei governi di centrodestra, retorica tanta sostegno zero. Ed è illuminante in questo senso la risposta data dal sottosegretario Scotti all’interrogazione dell’On. Narducci. Una risposta generica, generale, che evidenzia scarsa conoscenza della realtà dell’emigrazione in generale e di quella di Madrid nello specifico. I servizi consolari di Madrid sono in constante emergenza – ha sottolineato il coordinatore del PD Spagna – la lentezza sulla erogazione dei servizi è inammissibile se comparata con gli standard italiani ed europei. I ritardi nella conclusione di alcune pratiche arrivano anche a svariati mesi. E non si tratta solo della mancanza di finanziamenti alle strutture diplomatiche e consolari come ossessivamente continua a ripetere il SINDMAE, il sindacato degli ambasciatori e dei consoli particolarmente attento alle esigenze dei propri iscritti ma che troppo spesso dimentica due entità non trascurabili delle realtà dell’emigrazione: i servizi ed i cittadini. La quantità e la tipologia dell’emigrazione italiana in Spagna è cambiata moltissimo in questi anni, ma la qualità professionale e le modalità di risposta del Ministero degli Esteri è rimasta sostanzialmente la stessa, antica, fuori tempo e inadeguata a rispondere in forma aggiornata alle nuove esigenze. Non è quindi solo un problema di finanziamento, certamente anche di quello. E’ soprattutto un problema di cultura, di qualificazione delle risposte, di ammodernamento degli strumenti, di messa in rete delle informazioni, di aggiornamento del personale, Consoli e Ambasciatori in primis. Negli ultimi 5 anni in Spagna c’è stato un aumento del 400% dei residenti nella sola circoscrizione consolare di Madrid, dove si è passati da una popolazione di 15/20.000 iscritti a oltre 90.000 residenti con passaporto italiano, una collettività comparabile a una cittadina di medie dimensioni italiana come Bolzano o Arezzo. Con incrementi annuali di oltre 9.000 unità – ha sottolineato ancora Pietro Mariani -. La composizione di questa comunita è differenziata, molti i giovani, gli imprenditori, gli studenti universitari o altre figure legate alle nuove mobilità di elevato profilo professionale. E molti anche gli italiani di ritorno dall’America Latina che, avendo riaquistato la cittadinanza, rimangono in Spagna per comodità di lingua e per la facilità di accesso lavorativo. A questa realtà – afferma Mariani – bisogna smettere di guardare con diffidenza, considerarli come un peso se non addirittura come cittadini di serie B. Quando una legge dello stato definisce le modalità per il riacquisto della cittadinanza le strutture dello Stato sono chiamate ad applicare quella legge, per quanto giusta o discutibile possa apparire, non ad interpretarla sulla base di proprie convinzioni od esigenze. Questi cittadini sono italiani a tutti gli effetti, concentriamoci allora sugli strumenti per rafforzare il legame con il nostro Paese. Questa è la strada che abbiamo scelto come PD Spagna con la costituzione di uno specifico settore che seguirà proprio le problematiche dei nostri connazionali provenienti dall’America latina. Da tempo, nella mia veste di Consigliere Esecutivo del Com.It.es, oltre che coordinatore dell’ Unione, mi sono impegnato per un adeguamento e per il rilancio delle strutture consolari ed educative. A Madrid c’è una delle più famose e qualificate scuole italiane, con una popolazione di oltre 1000 studenti. Poi alcuni anni fa, con il precedente governo Berlusconi, sono iniziati tagli consistenti di bilancio che non tenevano conto lo straordinario aumento dei cittadini italiani residenti in Spagna, e quindi non è mai stata una risposta in termini di qualità e quantità di servizi e strutture consolari ed educative, che sono rimaste ferme ai livelli dell’anno 2000 – ha dichiarato Mariani -. Nei due anni del Governo Prodi si invertì la rotta arrivando a duplicare gli stanziamenti. Una scelta che corrispondeva ad un investimento se consideriamo che la Spagna negli ultimi anni è divento uno dei piú importanti importatori del made in Italy aumentando quindi il flusso di richieste di servizi da parte delle imprese. Sono migliaia, e in continuo aumento, gli imprenditori piccoli e medi italiani che hanno investito e continuano a investire in Spagna, creando un indotto per il nostro paese non indifferente e favorendo cosi il sistema Italia e le sue esportazioni. A realtà così dinamiche dovrebbero corrispondere risposte da parte del Ministero altrettanto dinamiche, non la difesa di quello che c’è, con le sue arretratezze ed i suoi privilegi. Oggi invece si torna indietro. Dal punto di vista dei cittadini la trasformazione da Consolato Generale in Cancelleria non sarà certamente un fattore di preoccupazione, ma lo è quando l’operazione non è finalizzata al rilancio e alla riqualificazione dei servizi ma a tagli ingiustificabili e a peggioramento della qualità e della quantità delle risposte. E’ inaccettabile poi, come ha già sottolineato la collega Anna Ruedeberg, che rispetto a queste scelte non sia stato diramato un comunicato completo e ufficiale da parte del Ministero degli Esteri e del Governo con le scelte amministrative che si propongono e le finalità che si perseguono. Non stiamo parlando dell’azienda di famiglia, ma dell’azienda Stato i cui principali azionisti sono i cittadini italiani. Da parte nostra – ha concluso il coordinatore del PD Mariani – posso assicurare che continueremo a seguire l’evoluzione della situazione, proponendo, analizzando e, se ce ne sarà bisogno, denunciando eventuali attacchi alla qualità e alla diffusione dei servizi diplomatico consolari”. Nei prossimi giorni – ha concluso Mariani – faremo noi quello che Ministero degli Esteri e governo avrebbero dovuto fare e che non hanno fatto : una ricognizione analitica della specificità delle nostre collettività in Spagna, delle domande differenziate che emergono e delle risposte che devono essere date”.

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