L’Italia c’e’ e l’Unione Europea, cosi’ com’è, non credo si possa realizzare…..

On. Michele Frattallone, Presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo , Inc. – Boston, Massachusetts 02113 U.S.A.

Perche’ l’Italia e le altre nazioni europee dovrebbero rinunciare parte della propria sovranita’ nazionale? Che ragione c’e’ concepire un’organizzazione macroscopica, senza anima, superburocratica, senza storia, legata filosoficamente da un miraggio che chissa quando, o forse un giorno potrebbe dominare lo scenario politico dal punto di vista monetario e finanziario. Forse negli ultimi sessantanni, epoca repubblicana ci sia- mo dimenticati che il nome Italia esiste sin dall’epoca dell’Impero Romano? Possibile che abbiamo dimenti- cato la nostra patria? Possibile che ci siamo dimenticati della nostra bandiera Tricolore adottata da oltre duecento anni? L’Inno di Mameli che e’ l’essenza dell’Unita’ d’Italia, i politici l’hanno dimenticato? Ma dovv’e il nostro orgoglio di essere italiani e la nostra italianita’? Perche’ mai l’Italia ed il suo popolo dovrebbe esse- re attratta da questa megaorganizzazione europea? Perche’ sostenere l’U.E.a costi altissimi? L’Italia otter- rebbe le stesse cose se mettesse in campo le proprie energie e le proprie risorse nazionali.

Sotto questo profilo ci sono moltissime nazioni che potrebbero continuare il loro cammino senza dovere avventurarsi a mete che potrebbero con il tempo verificarsi negative e devastanti per la propria nazione e proporsi invece ad organizzarsi su tutt’altra direzione nell’ interesse di garantire prospettive positive per i propri popoli. Da quando e’ rinata la nuova Germania, ed entro’ fra i primi membri oltre l’Italia e la Francia che realizzo’ il primo progetto (allora Mercato Comune Europeo). Da sempre ho avuto la percezione che la nazione tedesca si fermera’ sempre allo stesso punto: dominare l’Europa, non si puo’ negare, ha i numeri e le risorse per assumere il ruolo da protagonista di primo piano nel nuovo scenario mondiale.

Le altre nazioni, molto spesso citate come Stati, organizzate e governate democraticamente, attualmente membri dell’Unione Europea sono o saranno destinati come ruolo di satelliti che ruoteranno nell’aerea del- la grande Germania e che oggi piu’ che mai e’ ad un passo dal dominare la politica internazionale e quella europeistica a colpi di operazioni finanziarie e bancarie. Quindi, pilotando sempre piu’ in alto l’Euro che giorno dopo giorno una moneta sempre piu’ forte e condizionando come per effetto di mercato la svalutazione in termini pratici del Dollaro USA e comunque, anche se in questa fase storica l’America fa fatica a reggere il confronto con l’Euro, ma di contro gli USA hanno un grande mercato interno statunitense che puo’ acquistare cio’ che vuole dall’estero perche’ e’ ancora una fonte inesauribile. Anzi, convinto che gli USA al momento oppportuno faranno sentire tutta la loro potenza economica e finanziaria sostenuta dalle infinite risorse non egualiate da nessuna altra nazione moderna al mondo.

Si e’ parlato da anni che l’Italia ed il suo governo, ha il problema del debito pubblico che l’ assilla e chissa’ ancora per quanto tempo, prima che si possa intravvedere un bilancio piu’ accettabile e per un migliore potere d’acquisto della corrente moneta, che l’Italia ha ricevuto nel 2001 in dotazione, rivelatosi deva- stante per l’equilibrio dell’economia Italiana e le conseguenze negative subite dai cittadini, che anziche’ diventare un po piu’ ricchi, contribui’ a rendere gli italiani sempre piu’ poveri.

E’ un dovere della’ Amministrazione Pubblica essere piu’ attenti alle spese che occorrono per il mantenimento delle strutture amministrative e organizzative dello Stato Italiano, con le opportune riforme come la riduzione del numero dei deputati al parlamento,dei ministeri e c’e’ chi pensa la demolizione del Senato della Repubblica. All’epoca del re Vittorio Vittorio Emanuel III di Savoia ed anche nel periodo repubblica- no, fino ad una ventina di anni fa, ritennero logico adottare la stessa intelaiatura dello Stato.

Se sono necessarie fare tagli alle spese, gli addetti alla politica lo dovrebbero fare altrove, esempio: L’Italia quando ancora regnava la Casa Savoia, i due rami del parlamento furono piu’ che sufficienti per varare o riformare le leggi, uniformandosi alle esigenze della nazione. Furono Governi Centrali, comunque un saldo punto di riferimento insostituibile, il ruolo delle Regioni d’Italia, una spartizione geografica virtuale, In Italia sessanta anni fa c’era un Sovrano. Dopo la fine del II conflitto mondiale e successivo esito del Refendum del 2 giugno 1946, che si fondo’ la Repubblica ed iI I Presidente,fu eletto dal Parlamento nell’anno 1948.

Gli Organi Costituzionali quelle tra le piu’ importanti per la nazione italiana sono: Il Presidente della Repubblica o Capo dello Stato, la Camera dei Deputati, Senato della Repubblica, la Corte Costituzionale, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio Supre- mo di Difesa e gli Organi garanti di nomina parlamentare, Governo – Pubblica Amministrazione, Magistra- tura – Consiglio di Stato – Corte dei Conti, le Regioni e le Province ed Comuni. L’Italia membro dell’ Unione Europea ed ha istituito Organismi Internazionali, gli apparati organizzativi e di coordinamento nazionale.

Organizzativamente se si dovesse togliere cio’ che e’ necessario, ridurre il numero dei Senatori e dei De- putati ma ritengo assurdo eliminare uno dei due rami del Parlamento, come molti politici sono orientati a togliere il Senato della Repubblica declassandolo a Senato delle Regioni. Le Province sono necessarie perche’ costiuiscono il punto di coordinamento fra i comuni di ogni singola Provincia e che a sua volta si possono o dovrebbero essere collegate con le Prefetture e con gli apparati organizzativi del Governo Centrale. Per agevolare notevolmente la riduzione della spesa pubblica, dovrebbero essere demoliti i car- rozzoni delle Regioni che sono amministrazioni che si sovrappongono con i poteri dello Stato.

Sostanzialmente le Regioni non servono, in altra epoca erano servite come contrappeso e concesso una parte della gestione amministrativa ai partiti che furono esclusi dal potere centrale Quindi, tutte le Regioni escludendo quelle a Statuto Speciale, assolutamente da non riformare. Si potrebbe ipotizzare il taglio delle spese, optando per l’uscita dell’Italia dall’ Unione Europea, comunque con un’azione referendaria perche’ come Stato svranazionale,alla lunga avra’ sempre piu’ sete di potere e gradualmente intraprendera’ azioni mirate ad appropriarsi le sovranita’ nazionali degli Stati membri, che sono nazioni libere e democratiche, la loro liberta’ l’ottennero con molti sacrifici e spargimento di sangue, prima fra tutte l’Italia.

L’Europa l’immagino strutturalmente come Associazione delle Nazioni Europee o Confederazione delle Nazioni, come potenza economica e finanziaria cosi’ le nazioni membri potranno essere piu’ competitive e protette dagli abusi provocati dalle grandi Nazioni emergenti. L’ideale della futura Europa legittimare l’avvio della procedura dello smantellanto del parlamento europeo che copre un ruolo di sovrapposizione al potere dei singoli Stati membri. Solo cosi’ come nuovo soggetto Associativo delle Nazioni Europee ritrovera’ la strada per alzare il livello del pil nazionale a favore di ciascun membro di questa futura realta’ europeistica. Cosi’ com’e’ l’Unione Europea non credo si possa realizzare.

Le sovranita’ nazionali non vanno assolutamente messe in gioco, sono e devono essere di dominio delle rispettive nazioni, in quanto sono legittimate a gestire la politica’.Se fosse riproposta come moneta unica, l’Euro, dovrebbe essere accompagnata da determinati meccanismi che facoltativamente ogni Stato a seconda della circostanze e condizioni di mercato, la possibilita’di manovra correttiva che agevoli certi prodotti destinati all’estero a prezzi piu’ competitivi a seconda dell’andamento dei mercati..

Perche’ dovremmo sorprenderci dal grido d’allarme sollevata con forza dalla corrente antieuropeistica

A distanza di un lungo percorso relativo al progetto che istitui’ a livello internazionale il “Mercato Comune Europeo”,di cui non si puo’ negare che l’Italia sia stata una delle tre nazioni fondatrici del Mercato Comune Europeo. A quel periodo le prospettive di De Gasperi, Adenauer e De Gaulle, furono molto diverse, anche se gli ideali che spinsero lo spirito europeistico, i tre grandi statisti, puntarono i piedi a terra senza togliere nulla alle loro rispettive patrie. Agli inizi gli italiani si convinsero al nuovo pregetto come una sorta di libera- razione del passato ed un rinnovato criterio di azione politica nell’ambito dei paesi europei con Trattati di Amicizia e collaborazione dove vinti e vincitori avrebbero avuto eguale spazio su tutte le iniziative di coo- perazione politica, soprattutto economica.

L’Europa costitui’ altri organismi di alleanze fra gli stati europei (quelli occidentali tanto per intenderci) Trattati di Alleanze soprattutto militare con gli U.S.A., le piu’ note: il “Patto Atlantico” e la N.A.T.O., che si contrapposero ad altre alleanze fra gli stati orientali europei situate oltre la cortina di ferro unite con l’Unio- ne Sovietica dal “Patto di Varsavia”.L’occidente e l’oriente in contraoposizione per tutta la durata della guerra fredda tra gli USA e gli URSS. Per questi motivi strategici, militari e politici delle nazioni europee disegnarono un Europa piu’solida con l’allargarmento del raggio di azione difensiva militare che garantisse sicurezza e stabilita’ politica impegnata per rivitalizzare un’ Europa senza confini evitando conflitti interni.

Poi la guerra di secessione tra gli stati della ex Federazione Yuguslava, ci fu anche l’intervento della N.A.T.O., che entro’ militarmente in azione con le forze aeree nel territorio Yugoslavo. Nel periodo di pochi anni l’Unione Europea introdusse la moneta unica “Euro” ed ogni Stato membro rinuncio’ la propria e l’Italia subi’ un cambio poco favorevole, fu una vera svalutazione della Lira a favore dell’ Euro.

Non tutte le nazioni furono soddisfatte, infatti al primo ostacolo, gli eurocrati sconfitti dal Referendum indetto dalla Francia, nell’anno 2005 (fra le prime tre nazioni fondatrici del Mercato Comune Europeo), seguita dall’Olanda con il loro verdetto respinsero la bozza della Costituzione Europea. Da quella boc- ciatura emerse inevitabilmente l’incostituzionalita’ dell’unificazione europea delle nazioni, infatti l’Unione Europea non ha una carta costituzionale, quindi le sara’ impedito il riconoscimento dello Stato Europeo.

L’Italia, rapparesentata dal Premier Romano Prodi, e dal ministro degli affari esteri On. D’Alema, nello scorso mese di gennaio s’affrettarono ’ e firmarono il Trattato di Lisbona, pero’ dubito altrettanta attenzio-ne per la ratifica dal governo di centro-destra. I primi segnali dall’insofferenza del Carroccio, coalizzato con il PDL, il ministro Calderoli, intenzionato a procedere ad un’azione referendaria. Puntualmente anche l’en- nesimo ripensamento, il terzo in ordine di tempo dal Referendum promosso dall’Irlanda che ha senten-ziato un secco NO!!! Gli euroburocrati del Parlamento Europeo, mortificati da precedenti verdetti negativi al Trattato Costituzionale, abilmente prensentarono grossomodo le stesse cose, come un Trattato fra gli stati membri, nel tentativo di evitare esiti negativi, all’organismo europeo.

La bocciatura del Trattato di Lisbona per iniziativa del Referendum indetto dallo Stato membro, Irlanda, regole alla mano subira’ l’effetto blocca tutto. Nell’ambito dell’Unione Europea detto Trattato di Lisbona decade o decadra’ perche’ anche solo uno Stato, membro, uno soltanto, non allineato paralizzara’ ogni azione per avere interrotto l’unanimita’ dell’accordo. e l’Unione Europea non potra’ procedere, come se nulla fosse accaduto, L’Irlanda, anagraficamente con pochi milioni di abitanti rispetto l’Italia, Francia e Germania ma altrettanto vero, che nel rispetto della democrazia e delle regole approvate da tutti gli Stati membri, debba prevalere soprattutto il principio e non la forza numerica di una determinata nazione.

Il progetto Europeo e’ un eclatante evento per i popoli europei, ma com’e possibile che gli Stati Eropei che a pieno titolo sono nazioni, si rassegnino a cedere parte della loro sovranita’ nazionale la cosa irrinuncia- bile per una nazione. L’Unione Europea cosi’ com ‘e’ lontana dalla realta’ della vita quotidiana, impegnata alle politiche comunitarie con criteri di applicazione poco ortodossa, l’aumento del numero degli euroscetti-ci diffidenti all’Unione Europea, perche’ molte cose non sono state gradite all’Italia. Perche’ assoggettarsi a un progetto eurocratico lontano dalle comunita’ che non conosce le vere esigenze dei popoli.

Il processo legato all’integrazione europea andrebbe rivisitata ridiscussa con una serie di dibattiti non solo con leader politici, ma coinvolgendo i popoli delle nazioni europee per sapere se veramente sono disposte a rinunciare la loro parte di sovranita’ nazionale. Se decresce la credibilita’su certi valori, all’integrazione non ci si arrivera’ mai. Alle prossime bozze di nuovi Trattati Costituzionali, sono indispensabili due paroline che hanno il significato storico dell’ Europa, perche’ negare l’origine dei popoli europei che si fondo’ dalle Radici Giudaiche-Cristiane, senza quella dovuta citazione, non diventera’ mai Nazione o Confederazione delle Nazioni della futura Europa.

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