di Maria Di Paolo
Investimenti esteri: l’Italia migliora gradualmente la sua capacità attrattiva ma, per il 2007, mostra di avere ancora poco appeal presso gli investitori internazionali. Poca trasparenza, scarsa stabilità politica, tasse troppo alte e lavoratori cari e poco flessibili sono criticità strutturali che inibiscono l’afflusso di capitali, a dispetto dei tanti punti di forza che pure vengono riconosciuti, come alcuni aspetti ambientali e le competenze nel campo del design. Lo rivela una indagine Ernst & Young “Wanted: a renewable Europe” che fotografa il punto di vista degli investitori sull’attrattività dell’Europa in rapporto alle altre zone del mondo.
Una chiave per differenziarsi? L’eco-attrattività: gli investitori potenziali sembrano dedicare attenzione alla qualità delle infrastrutture ambientali e di prendere in considerazione le performance ambientali nella scelta dell’area geografica in cui investire.
Con lungimiranza singolare proprio su questa strada si sta muovendo la Regione Molise che punta sulle energie alternative e sulla riqualificazione sostenibile dei piccoli borghi per rivitalizzare la capacità del suo territorio di attrarre investimenti: dall’estero, ma anche da aziende italiane interessate a differenziare le proprie attività di business. Il Programma Investinmolise riunisce, in un’Associazione Temporanea di Imprese – ATI, tutti gli attori a vario titolo coinvolti nel programma di marketing territoriale per l’attrazione di investimenti produttivi nella Regione: Retecamere, Unioncamere Molise – struttura di coordinamento del programma – Cosmo Servizi, Matese per l’occupazione, Università del Molise e Istituto Tagliacarne.
I presupposti ci sono tutti: sicurezza sociale e sicurezza per le imprese – secondo gli indici riportati annualmente dal Sole24Ore è il territorio con minore impatto di criminalità sociale e organizzata; assenza di fenomeni di inquinamento ambientale tipici delle aree urbane; aree industriali disponibili – tre nuclei industriali, di cui due – Termoli e Isernia – collocati vicino ad arterie di traffico importanti – autostrada Roma-Napoli da una parte e linea adriatica dall’altra; un tessuto produttivo legato a eccellenze agro alimentari – la filiera più tradizionale della pasta si affianca, oggi, a quella nuova ma altrettanto rigogliosa degli olii e dei vini – meccaniche e tessili; un’alta scolarizzazione dei giovani buona parte dei quali laureati; una grande qualificazione delle maestranze che, come dicono gli imprenditori, sono disponibili al sacrificio d’impresa – qualità difficile oggi da rintracciare. Sono tutti plus qualitativi importanti per le imprese che vogliano investire.
Una scelta rischiosa. Gli indicatori economici che la Regione rappresentava non erano sufficientemente grandi per consentirle di misurarsi con mercati più grandi e più complessi: il Molise ha, in effetti, la dimensione di una grande provincia piuttosto che di una regione, con una popolazione per lo più dispersa in borghi medievali, piccoli centri di collina e montagna spesso difficili da raggiungere. Eppure, quello che poteva essere il suo limite si sta trasformando in un’autentica risorsa: attraverso il POR 2007 – 2013, la Regione ha fatto una scelta di campo centrando le opportunità di agevolazioni e incentivi sull’attrazione di imprese per la gestione di utilities nell’energia, anche da fonti rinnovabili e per promuovere un nuovo modello di ospitalità turistica e residenziale basato su “strutture ricettive diffuse” (borgo-albergo, residence e albergo diffuso), in grado di assicurare maggiore legame con la cultura dei luoghi e relazioni con le comunità locali.
Orientarsi in questo senso non è stata una scelta casuale: da qualche anno il mercato olandese guarda al Molise per le opportunità di acquisto di seconde case perché trova sicuramente prezzi più vantaggiosi rispetto a Umbria e Toscana e una situazione territoriale molto simile dal punto di vista della dolcezza delle colline, della non lontananza dal mare, della genuinità dei prodotti che la regione offre. Questo entusiasmo ora viene trasferito ad imprenditori del real estate, gruppi immobiliari internazionali ma anche tour operator per incentivare l’acquisto di proprietà immobiliari non solo come seconde case ma a scopo di incentivazione turistica. L’incontro a Montreal – agli inizi di giugno – con grandi operatori come Deloitte, Hydro Quebec, Gaz Canada dimostra il grande interesse che un piccolo mercato come quello molisano pure rappresenta: per le possibilità di investimento, come porta d’accesso all’Italia, come tramite verso altri e diversi mercati – il Molise gestisce da anni progetti con la Serbia, la Croazia e la Bosnia. Da due mesi il programma può contare anche su un desk informativo – coordinato dall’Unioncamere Molise – e per l’accompagnamento degli investitori che sta gestendo anche il follow up delle varie missioni organizzate fino ad oggi.
Dal canto suo, il territorio sembra reagire bene a queste improvvise invasioni: le comunità sul territorio, contrariamente al luogo comune che, nell’immaginario collettivo, vuole i montanari estremamente riservati, sono molto “accoglienti” in questo senso. Un caso per tutti: a Provvidenti, un piccolissimo centro con poco più di 150 abitanti, le cantine dei casali sono state adattate a location per ospitare i gruppi musicali emergenti per le prove di registrazione o di concerto. La gente del posto non solo li ha ben accolti, li ha quasi adottati. Si è creata addirittura una forma di baratto: i residenti – per lo più persone molto anziane – offrono ospitalità ai gruppi – a volte molto alternativi – in cambio del biglietto per la prima del concerto.