Roberto Panciera
Caro Don Sandro,
la lettura del servizio riservato all’ultimo battiloro di Venezia ( Gente Veneta del 17 maggio 2008) mi spinge a pensare che forse, tra qualche anno, Gente Veneta o altro settimanale diocesano, potrebbero andare ad intervistare l’ultimo politico cattolico, altra professione in via di estinzione.
Qualcuno ha scritto, di recente, che nel nuovo Governo Berlusconi, per la prima volta nella storia della Repubblica, non c’è nessun ministro cattolico. La cosa, pur da verificare, non mi sorprenderebbe più di tanto anche perché sarebbe in linea con la tendenza all’aumento della secolarizzazione della società italiana che lascia tracce evidenti nello svuotamento di parrocchie ed oratori in tutto il Paese.
Non tutti però forse sanno che, alle ultime elezioni, i pochi –sempre meno numerosi !- cattolici presenti nelle liste dei vari partiti erano stati debitamente dirottati tutti alla Camera, dove, per il maggior numero dei componenti, non avrebbero potuto avere quel peso politico e numerico decisivo invece al Senato nell’eventualità di un previsto, poi non avvenuto, pareggio tra i maggiori partiti.
Non voglio scendere in dettagli né di nomi, né di partiti, restando così su quella scia di apparente neutralità che la chiesa da alcuni anni va predicando, e che penso sia complice, forse inconsapevole, di quanto sta accadendo nella politica italiana.
Del resto, il ragionamento è semplice : in democrazia comandano i partiti, e, all’interno dei partiti, comandano le maggioranze, cioè i numeri, ed i numeri, nei partiti, non sono a favore dei cattolici. Se a ciò aggiungiamo la paura di qualcuno, cattolico militante in politica, di disturbare il manovratore del partito, subendone le ire in termini di epurazione, il gioco è fatto!
Io, personalmente, non sono un amante del bipolarismo, tanto meno se basato su due concetti ibridi e confusi quali sono oggi in Italia Destra e Sinistra, con ex di questo o quel partito da una parte e dall’altra, con tutto ed il contrario di tutto nell’interno di ciascun partito, soprattutto tra i più grandi.
Di una cosa, però, sono certo, anzi certissimo : è in atto una lenta, scientifica ed inesorabile epurazione dei cattolici impegnati in politica, primariamente ai livelli più alti di responsabilità, ora che non sono più difesi da santa madre chiesa ma devono difendersi da loro stessi!
E se nessuno ha il coraggio di dirlo ad alta voce, lo dico io, senza tema di smentita, sapendo di dire il vero. Tutti, quei pochi cattolici rimasti in politica – razza in via d’estinzione si diceva – si sentono soli ed abbandonati. Ma c’è di più : se è vero, come è vero, che oggi la sfida politica si gioca sui media, stampa, ma soprattutto televisione ed internet : lì i cattolici hanno già perso, perché la loro polverizzazione all’interno dei partiti li ha sterilizzati e resi non contagiosi !
Allora come uscirne ? Il pallino è nelle mani della Chiesa, non dei vertici ecclesiastici solamente, è nelle mani della chiesa popolo di Dio. Può forse ribellarsi da solo un consigliere comunale cattolico di Padova – ce ne sarà almeno uno ! – che sostiene un’amministrazione di Sinistra, e che vede celebrarsi nel suo Comune un matrimonio tra gay ? ( Comune di Padova, non di Amsterdam o di Madrid, 17 Maggio 2008). Attendo di essere smentito da qualche ribelle, e ne sarei molto contento.
La chiesa-popolo di Dio può nuovamente, a distanza di quarant’anni dal fatidico ’68 ( portatore di tante conquiste sociali ma anche – direbbe qualcuno – di tante false conquiste), riconsiderare l’eventualità di promuovere l’unità dei cattolici in politica ?
Roberto Panciera