Salviamo l’Italia!
L’Italia si affida un’altra volta anche ai suoi figli sparsi per il mondo per risollevarsi dalla crisi. Infatti, come è avvenuto oltre cento ani fa con l’emigrazione di milioni di connazionali, come si è ripetuto poi periodicamente durante il XX secolo, le sorti dell’Italia tornano ad essere in mano anche alle comunità degli italiani residenti nei quattro continenti.
Proprio questa sembra essere la realtà, se si pensa che – come è avvenuto in tante occasioni, ancora una volta il governo di turno, in questo caso il governo nuovo di zecca del centrodestra, cerca fondi e risparmi negli angoli proprio stretti dei capitoli del bilancio destinati agli italiani all’estero.
Infatti, come si può leggere in questa stessa pagina, secondo le informazioni date da vari esponenti della Commissione Affari Esteri della Camera, nel disegno di legge inviato dal governo per finanziare le misure atte a salvaguardare il poter d’acquisto delle famiglie italiane, c’è anche la riduzione di vari capitoli di spesa del bilancio del Ministero degli Affari Esteri, che ci riguardano. Tra l’altro si prevedono tagli per cinque milioni di euro all'assistenza sanitaria per i connazionali all'estero, il dimezzamento delle risorse per la prima Conferenza mondiale dei giovani italiani all'estero e l'accantonamento di un progetto di grande profilo, il Museo nazionale dell'emigrazione, secondo quanto ha informato il deputato de Pd eletto in Europa Franco Narducci.
Purtroppo, ad essere colpiti non sono solo i capitoli che riguardano gli italiani all’estero, ma altre spese della Farnesina, che – secondo il disegno di legge – dovrebbe risparmiare 32,3 milioni di euro nel 2008, 50 milioni di euro nel 2009 e 98,5 milioni di euro nel 2010. C’è da ricordare che si tratta del ministero che ha uno tra i bilanci più magri – solo lo 0,26% del Pil – rispetto agli altri dicasteri e minimo rispetto ai ministeri degli esteri di altri Paesi della stessa o minore importanza.
Come si può pretendere per l’Italia un ruolo più attivo nel contesto internazionale, se ogni volta che c’è da tagliare si riducono i fondi proprio al ministero che deve occuparsi dei rapporti internazionali?
Come si può proclamare che le comunità all’estero sono una risorsa e uno strumento della politica internazionale dell’Italia se ogni qualvolta che c’è l’occasione si cerca di tagliare i fondi ad esse destinati.
Certo che l’Italia è in crisi, certo che ci sono fasce di popolazione in Italia che vivono nella soglia della povertà. Certo che ci sono immensi problemi ancora insoluti – immondizia in Campania, Alitalia, costo del lavoro, ecc – che richiedono un’amministrazione più accurata delle risorse a disposizione e, se necessario, anche tagli.
Lo diceva pochi giorni fa il sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani all’estero Alfredo Mantica. “La politica del governo Berlusconi sarà orientata a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori italiani, e in mancanza di previsioni di cambi di rotta del sistema economico sia italiano che europeo, occorrerà effettuare analisi di costi/benefici e in qualche modo tutto il sistema della Pubblica amministrazione dovrà essere pronto a sostenere sacrifici”, ha detto il sen. Mantica
“Occorre infatti tener presente come la realtà del Paese sia cambiata molto in questo ultimo periodo e non solo per l’esito elettorale. Il Paese, che era sull’orlo di un collasso psicologico, oggi vuole che si realizzino alcuni obiettivi, che si risolvano problemi come quello dell’immondizia o degli immigrati clandestini, che si torni a competere all’interno del sistema europeo e, soprattutto, vuole capire a che fine e a quali costi si realizza una determinata politica.” A tale proposito, ha segnalato l’opportunità della lettura del libro “La casta” “perché attraverso tale pubblicazione, tenendo conto del successo che ha ottenuto, può comprendersi la chiave di lettura del cambiamento in corso nel Paese che è necessario si percepisca anche all’estero. Continuare alla vecchia maniera può portare alla rottura del rapporto con il sistema Italia, che invece va recuperato e reso più efficiente: gli italiani nel mondo e gli italiani in Italia non possono essere considerati entità disgiunte. Questo nuovo spirito di fare, di costruire e sviluppare nuovi meccanismi di partecipazione con la Patria non può che costituire il migliore augurio di buon lavoro per i prossimi cinque anni.”
Il messaggio del Sottosegretario (i tagli proposti riguardano non soltanto la sua delega per gli italiani all’estero, ma anche quella sulla diffusione della cultura italiana nel mondo) quindi, è chiaro: se ci sono sacrifici da fare, siano fatti da tutti gli italiani, in Patria o all’estero.
Ma se si va a leggere il libro che egli ha consigliato “La Casta” di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, si trovano diecine di esempi di soldi dello Stato sprecati, rubati, dilapidati …ma non dagli italiani all’estero. La domanda da fare casomai, è perché, nonostante le denunce, praticamente niente è cambiato in quel campo e ancora oggi, continuano ad essere allegramente sprecati i soldi dei contribuenti (anche di quelli apportati dai residenti all’estero), come è dimostrato dalle denunce che continuano a colorire le pagine dei giornali italiani.
L’iter è appena iniziato. L’augurio è che “i nostri” parlamentari – che nei prossimi giorni dovrebbero riunirsi su proposta dell’on. Angeli, per cercare coincidenze per un’azione comune – riescano a far sentire la loro voce insieme agli altri parlamentari eletti all’estero ai Comites e al CGIE.
Anche all’inizio della precedente legislatura, furono decisi tagli ai capitoli di spesa destinati agli italiani all’estero. Allora, il determinante intervento del sen. Luigi Pallaro, riuscì a convincere il viceministro Danieli e per suo tramite il governo Prodi, che non soltanto non operò i tagli, ma raddoppiò i fondi destinati all’assistenza.
I 17 milioni che ora vorrebbe tagliare il governo, assomigliano molto ai fondi allora raddoppiati.
Che la vendetta del Cavaliere possa arrivare a quel punto? Non possiamo crederci. Quel che è certo è che i tagli sono inclusi nel disegno di legge trasmesso dal governo al Parlamento.
Ancora una volta gli italiani all’estero siamo chiamati a salvare l’Italia. “Alla vecchia maniera”, nelle parole del sottosegretario. Ma non sarà il caso di pensare a una nuova maniera che non chieda risparmi a noi italiani all’estero ma li chieda a quelli che vivono in Italia?
marcobasti.@tribunaitaliana.com.ar