40 SENATORI PD
“Il presidente Berlusconi e i ministri Alfano e Maroni chiariscano immediatamente in Parlamento sul ruolo svolto a Guantanamo dai servizi segreti italiani che sarebbero in grave violazione della Convenzione internazionale sulla tortura e della Convenzione europea sui diritti umani”. A chiederlo con un'interrogazione urgente al presidente del Consiglio e ai ministri della Giustizia e dell'Interno è il sen. Felice Casson con quaranta senatori del Pd nella quale ricorda che “tra il 2002 e il 2003 si svolsero operazioni di ‘extraordinary renditions’, in danno di sei cittadini tunisini, da anni regolarmente soggiornanti in Italia, ove molti di essi mantengono ancora la residenza, come del resto i loro familiari, che sarebbero stati oggetto di ‘consegne diplomatiche’ verso il carcere di massima sicurezza Camp Delta di Guantànamo, mediante voli realizzati attraversando lo spazio aereo italiano, dunque con la complicità- o quantomeno il tacito assenso – delle autorità italiane”.
“Secondo quanto esposto in uno specifico rapporto – spiegano i senatori del Pd – da Cori Crider, avvocato statunitense dell’associazione legale angloamericana “Reprieve” che si batte per la tutela dei diritti umani e in particolare delle persone che versano in condizioni di vulnerabilità, i cittadini in questione sarebbero stati interrogati da agenti delle forze dell’ordine e dei servizi di intelligence italiani, i quali avrebbero inoltre condiviso le informazioni raccolte con i servizi di sicurezza statunitensi e con il regime tunisino. In particolare, le informazioni così fornite sarebbero state poi utilizzate nell’ambito di procedimenti penali condotti dalle autorità tunisine nei confronti di loro cittadini, che si sono conclusi con condanne a pene detentive di assoluta gravità, tali peraltro da precludere il rimpatrio dei condannati”.
“Tali circostanze – aggiungono – sono documentate nella lettera e nel rapporto fatti recapitare dall’avvocato Crider al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai titolari dei dicasteri in indirizzo, unitamente alla richiesta di concedere il rientro in Italia dei cittadini in questione, quale atto di responsabilità (se non di ‘riparazione’) nei confronti di persone vittime di un comportamento attribuito anche allo Stato italiano, in grave violazione dei diritti umani fondamentali”.
“Quanto mai urgente – concludono i senatori del Pd – che il governo fornisca dettagliate informazioni, oltre a valutare provvedimenti urgenti per fare piena chiarezza sulle eventuali responsabilità di appartenenti ad apparati pubblici di prevenzione e/o sicurezza, relativamente a queste consegne speciali, anche a prescindere dalla responsabilità penale di singoli funzionari in tali condotte, sulla quale sarà la magistratura ad effettuare gli accertamenti e le valutazioni del caso. E' necessario inoltre sapere cosa l'Italia intende fare di fronte alla richiesta di rientro in Italia di tali cittadini, per impedire che il nostro Paese si renda corresponsabile della loro consegna ad un Paese, quale la Tunisia, nel quale essi sarebbero esposti al rischio di tortura o trattamenti inumani e degradanti”.
Interrogazione a risposta orale con carattere d’urgenza ai sensi dell’art. 151 del Regolamento del Senato
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
e ai Ministri della Giustizia, dell’Interno e degli Affari esteri
Premesso che:
dagli organi di stampa (cfr., in particolare, La Repubblica, 17.6.2008, p. 9) si apprende la notizia relativa ad operazioni di ‘extraordinary renditions’, attuate tra il 2002 e il 2003, in danno di sei cittadini tunisini, da anni regolarmente soggiornanti in Italia, ove molti di essi mantengono ancora la residenza, come del resto i loro familiari;
secondo quanto esposto in uno specifico rapporto da Cori Crider – avvocato statunitense dell’associazione legale angloamericana “Reprieve” che si batte per la tutela dei diritti umani e in particolare delle persone che versano in condizioni di vulnerabilità – tali cittadini, alcuni dei quali, all’epoca dei fatti, soggiornavano in Italia, sarebbero stati oggetto di ‘consegne diplomatiche’ verso il carcere di massima sicurezza Camp Delta di Guantànamo, mediante voli realizzati attraversando lo spazio aereo italiano, dunque con la complicità- o quantomeno il tacito assenso – delle autorità italiane;
dal citato rapporto può inoltre evincersi come, tra il 2002 e il 2003, i cittadini in questione sarebbero stati interrogati da agenti delle forze dell’ordine e dei servizi di intelligence italiani, i quali avrebbero inoltre condiviso le informazioni raccolte con i servizi di sicurezza statunitensi e con il regime tunisino. In particolare, le informazioni così fornite sarebbero state poi utilizzate nell’ambito di procedimenti penali condotti dalle autorità tunisine nei confronti di loro cittadini, che si sono conclusi con condanne a pene detentive di assoluta gravità, tali peraltro da precludere il rimpatrio dei condannati;
tali circostanze sono documentate nella lettera e nel rapporto fatti recapitare dall’avvocato Crider al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai titolari dei dicasteri in indirizzo, unitamente alla richiesta di concedere il rientro in Italia dei cittadini in questione, quale atto di responsabilità (se non di ‘riparazione’) nei confronti di persone vittime di un comportamento attribuito anche allo Stato italiano, in grave violazione dei diritti umani fondamentali e delle stesse obbligazioni assunte, sul piano internazionale, dall’Italia, con la sottoscrizione e la ratifica della Convenzione internazionale contro la tortura, nonché della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani, che vietano ogni condotta idonea anche solo ad agevolare pratiche di tortura, sia pur commesse da autorità straniere;
il comportamento e la responsabilità di organismi pubblici italiani nelle ‘‘extraordinary renditions’,- attuate tra il 2002 e il 2005 nei confronti di persone consegnate alle autorità statunitensi, nella consapevolezza che esse sarebbero state detenute a Guantànamo o Abu Ghraib, lì poi sottoposte a tortura o trattamenti inumani o degradanti- è stata più volte stigmatizzata dal Consiglio d’Europa, che ha avviato specifiche indagini conoscitive al proposito;
si chiede di sapere:
se non ritengano doveroso fornire dettagliate informazioni in ordine alla vicenda in premessa;
quali provvedimenti urgenti intendano adottare, al fine di fare piena chiarezza sulla vicenda in premessa e sulle eventuali responsabilità di appartenenti ad apparati pubblici di prevenzione e/o sicurezza, relativamente a queste consegne speciali, anche a prescindere dalla responsabilità penale di singoli funzionari in tali condotte, sulla quale sarà la magistratura ad effettuare gli accertamenti e le valutazioni del caso;
quali decisioni intendano assumere in ordine alla richiesta di rientro in Italia di tali cittadini, anche al fine di impedire che il nostro Paese si renda corresponsabile della loro consegna ad un Paese, quale la Tunisia, nel quale essi sarebbero esposti al rischio di tortura o trattamenti inumani e degradanti.
Ordine delle firme
1. CASSON
2. MARITATI
3. DELLA MONICA
4. CAROFIGLIO
5. D’AMBROSIO Gerardo
6. ADAMO
7. FILIPPI Marco
8. CARLONI
9. DONAGGIO
10. INCOSTANTE
11. FONTANA
12. VITA
13. NEROZZI
14. VIMERCATI
15. SANGALLI
16. MARINARO
17. BUBBICO
18. BERTUZZI
19. SIRCANA
20. TOMASELLI
21. BLAZINA
22. GHEDINI
23. LUMIA
24. COSENTINO
25. FIORONI
26. SERAFINI Anna Maria
27. LIVI BACCI
28. SERRA
29. BIONDELLI
30. DEL VECCHIO
31. MONGIELLO
32. BARBOLINI
33. GARRAFFA
34. GRANAIOLA
35. MAGISTRELLI
36. SCANU
37. DE LUCA
38. ROSSI Paolo
39. PERDUCA
40. PORETTI
41. DI GIOVAN PAOLO