“Un bollettino di guerra che parla di 485 morti dall’inizio dell’anno e di 12.126 invalidi. Numeri che vanno ad ingrossare le statistiche ma dietro i quali si celano volti, nomi, vite e famiglie spezzate. Esistenze interrotte per quello che dovrebbe essere tra le più nobili azioni umane: il lavoro. Numeri che sempre più spesso leggiamo come semplici dati, come se dietro non ci fosse null’altro che un indicatore per definire l’Italia un paese più o meno vivibile, civile, sviluppato. Invece, dietro quei numeri ci sono persone, ci sono le nostre figlie e i nostri figli, le nostre madri e i nostri padri, ci siamo noi tutti, italiani ed immigrati, legali e clandestini”. Lo ha dichiarato in Aula il capogruppo vicario di Italia dei Valori alla Camera, Fabio Evangelisti.
“Serve realizzare un background cognitivo – spiega il deputato – valido per ogni datore di lavoro e per ogni lavoratore delle generazioni a venire. Serve che la sicurezza sul lavoro venga inserita come materia d’insegnamento nelle scuole; che si avvii un programma di informazione e di formazione ai lavoratori efficiente, che aumentino le ore a disposizione per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls); che si sblocchino le assunzioni dei Tecnici per la prevenzione delle Asl al fine di accrescere il numero di controlli in loco”.
Conclude Evangelisti: “Serve anche un’azione repressiva efficace che garantisca il rispetto dei diritti, pur senza rallentare il mercato del lavoro e la produttività. Servono sanzioni dure applicate a tutti i datori di lavoro colpevoli, e non soltanto verso quelli stranieri com’è successo a Settimo Milanese, per i due ragazzi egiziani morti cadendo da un’impalcatura; servono provvedimenti detentivi oltre agli atti amministrativi e alle sanzioni pecuniarie. E’ necessario che gli imprenditori ed anche gli amministratori pubblici, dal più grande al più piccolo, capiscano che non si gioca con la vita dei lavoratori, che nessun introito può giustificare la perdita di una vita umana”.