Beata ipocrisia!

di Renzo Balmelli

GOSSIP. – Volutamente ignaro della realtà che lo circonda, Berlusconi è arciconvinto di essere uno statista di prima grandezza per il quale sarebbe già pronto (cosi’ pensa lui) un posto d’onore nella galleria dei personaggi storici non solo italiani, ma a livello mondiale. Per non turbare i suoi sogni è quindi assai poco probabile che i suoi collaboratori gli mostrino l’edizione di “Gala”, un settimanale tedesco che si occupa unicamente di gossip, in cui il Cavaliere viene raffigurato come un galletto dalle piume colorate, sempre pronto a sbirciare le sottane. Della sua attività politica i lettori della rivista non sapranno mai nulla, ammesso e non concesso che via sia qualcosa di interessante da sapere. In compenso avranno abbondanti informazioni sullo stato d’animo della moglie, Veronica Lario, che non ha assolutamente gradito l’eccessiva attenzione che il marito riserva all’affascinante Mara Carfagna. Lungi da noi l’idea di fare del moralismo a buon mercato, per carità! Non si puo’ tuttavia fare a meno di notare una netta discrepanza tra gli ostentati atteggiamenti dongiovanneschi del premier e il comunicato ufficiale della sua udienza in Vaticano in cui si sottolinea “la sacralità della famiglia”. Beata ipocrisia!

GOOD BY, GEORGE. – Eccone un altro che non ha assolutamte il senso dei propri limiti. Bush arriva a Roma e per dirla con Brecht è come se non venisse nessuno. Nel suo tour d’addio in Europa il presidente americano, sodale di Silvio IV, non ha nulla da offrire, tranne la registrazione contabile dei suoi fallimenti. Prima ancora che finiscano gli otto anni del suo mandato, il presidente in disarmo è riuscito nell'impresa di entrare nella storia come il peggior inquilino della Casa Bianca dell’ultimo mezzo secolo. Nemmeno il povero Ford, che batteva zuccate contro ogni stipite, ebbe un bilancio tanto negativo. L’unico atto di governo di George W. jr. destinato alla sentenza dei posteri sono i tremila miliardi di dollari sperperati in Iraq per finanziare una guerra inutile che ha reso felici soltanto i produttori di materiale bellico. La missione conclusiva nel Vecchio Continente appare dunque come nulla piu’ di uno stanco balletto diplomatico, senza costrutto. Nelle cancellerie del vecchio continente l’attenzione è ormai rivolta al successore di Bush e alla preparazione di un nuovo ciclo nelle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico, possibilmente piu’ costruttivo e maggiormente impostato sulla strategia multilaterale. Il che vale soprattutto se a imporsi sarà il democratico Barack Obama. Good by George!

DINO RISI. – I suoi orizzonti non si fermavano alla politica, eppure il suo cinema era intriso di “politica” con quel gusto amaro dell’ironia che portava a riflettere su molte questioni, sui temi centrali dell’individuo. Senza toni ideologici o melodrammatici, Dini Risi, scomparso all’età di 91 anni, ha dipinto i disagi dell’Italia osservati pero’ con una formula grata sia ai critici che al pubblico grazie alla capacità di coniugare divertimento e affresco sociale. Maestro della commedia all’italiana attento al costume, ma senza sentimentalismi, il regista è stato una sorta di Billy Wilder made in Italy, prima applaudito e ora rimpianto in tutto il mondo. Con lui infatti se n’é andato non soltanto l’autore di film indimenticabili quali “Il Sorpasso”, “I Mostri” e “Profumo di donna”, ma anche il testimone di un’altra Italia di cui si sono perse le tracce, ma non il ricordo. Struggente ricordo. L’Italia – e vi par poco – dei Monicelli, Nanni Loy, Ettore Scola e Luigi Comencini. L’Italia dei suoi volti più celebri: Gassman, Tognazzi, Manfredi e Sordi. Una carrellata di autori e attori eccezionali, al centro di svariati e mai riusciti tentativi di imitazione. Se quell’Italia fosse migliore o peggiore dell' attuale, è un giudizio di cui si incaricheranno gli storici. Certamente era un’Italia diversa: un'Italia se non altro ancora al riparo dalle “berlusconate” che affliggono il Paese al giorno d’oggi.

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