Cuba e Venezuela: unione "a prova di squalo"

di Sebastiano Casella

A partire dal primo semestre del 2010, Cuba sará in grado di utilizzare una connessione sottomarina, attraverso un cavo a fibra ottica che la unirá al Venezuela, permettendole di moltiplicare per 3000 la sua attuale capacitá di collegamento con il resto del mondo.

E’ quanto ha affermato oggi l’impresa cubano-venezuelana Telecomunicaciones Gran Caribe, in una conferenza stampa tenuta a La Havana. L’installazione del cavo, che coprirá la distanza dei 1500 chilometri tra La Guaira e Santiago de Cuba e viaggerá ad una profonditá di 5.400 metri, é stata approvata all’inizio del 2007, come parte degli accordi stabiliti dall’Alternativa Bolivariana per le Americhe, l’ALBA, il trattato che unisce, oltre a Venezuela e Cuba, i governi di Bolivia e Nicaragua.

Il progetto prevede un prolungamento addizionale verso la Giamaica e Haiti, ed avrá una capacitá di 640 gigabyte: una follia, se comparati agli attuali 65 megabyte di cui dispone La Havana.

Le autoritá cubane accusano il governo statunitense di impedire l’accesso dell’isola ad internet, negandole il permesso di utilizzare uno dei numerosi cavi sottomarini che corrono a breve distanza dalle sue coste: uno dei quali, ad appena 32 chilometri. Cuba accede ad internet dal 1996, mediante un collegamento satellitare a banda larga, approvato da Washington: qualsiasi modifica agli attuali 65 megabyte richiederebbe un improbabile autorizzazione da parte del Dipartimento del Tesoro americano.

Il Ministerio de Comunicaciones, il primo aprile scorso, ha compiuto un sensibile passo in avanti verso la normalizzazione del diritto all’informazione, liberalizzando la vendita di computer ai privati cittadini. Sino a quel momento, infatti, il collegamento alla Rete era limitato unicamente ad imprese e professionisti che lavoravano in campi specifici come la salute e la cultura.

“Il cavo sottomarino a fibra ottica sarà dotato di due speciali coperture a prova di squalo…” ha sottolineato con un pizzico d’ironia Wilfredo Morales, ingegnere della Telecomunicaciones Gran Caribe: lasciando intendere, con ciò, che non si voleva riferire ai comuni pescecani che abitano i fondali oceanici. (www.agoramagazine.it)

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