di Claudio Fava Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica, Europarlamentare (PSE)
C’è un grande patto fra tutti i viventi da costruire (fra le attuali generazioni e con le generazioni del futuro), senza pesare differenze di morale, cultura, idealità, religione. L’obiettivo del patto è fermare le emissioni di anidride carbonica in atmosfera: deciderlo significa approvare un nuovo protocollo entro il 2009, farlo entrare in vigore entro il 2010, impegnare i paesi industrializzati del
novecento a ridurle almeno del 20% entro il 2020, coinvolgere chi ha emesso meno nel novecento con regole particolari, impostare cooperazione bilaterale e multilaterale allo sviluppo sostenibile (ad esempio con l’obiettivo multilaterale di parificare nel lungo periodo l’inquinamento pro capite).
Il governo di centrosinistra guidato da Prodi, ha commesso errori e marcato ritardi, tuttavia ha mostrato per due anni che è possibile ridurre le emissioni. Le emissioni di gas serra in Italia sono aumentate fino al 2005, è vero, poi hanno cominciato a scendere, con una modesta eppure significativa inversione di tendenza.
Se ora il governo Berlusconi non rispetta il protocollo di Kyoto, l’eventuale “crescita” sarà pagata ancora una volta con inquinamenti, perdita di biodiversità, cemento, distruzione di risorse naturali.
Lo slogan giusto è “anche nel mio giardino”: tutti devono essere corresponsabili della sopravvivenza sulla Terra e dei suoi beni comuni, aria e acqua innanzitutto.
Chiedere tempo non è possibile e non è credibile, – continua l’on. Fava – l’Italia avrebbe dovuto annunciare già a Kobe (o a Napoli, se si vuole) la presentazione della nuova delibera CIPE (in via di elaborazione da mesi) per il taglio delle emissioni (con energia rinnovabile, efficiente, risparmiata; con trasporti intermodali, su ferro e mare, con mezzi sostenibili) e per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Questo ci chiede l’Europa, questo chiediamo dall’Europa.