di Michela Stentella
Un quartiere più vivo e più vivibile è anche un quartiere più sicuro, poiché restituisce, tra l’altro, le condizioni adatte per lo sviluppo di quella coesione sociale che, nelle aree più degradate delle città, facilmente si perde. Di questo tema abbiamo avuto modo di parlare di recente, nel corso di alcuni convegni di FORUM PA 2008. Torniamo sull’argomento per presentare il progetto di “Riqualificazione Urbanistica e Sociale del condominio R-Nord e aree limitrofe” del Comune di Modena, inserito nell'ambito dei “Contratti di Quartiere II”. I Contratti di Quartiere sono programmi innovativi di recupero e riqualificazione urbana finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dalle Regioni. Proprio il degrado sociale del complesso edilizio R-Nord ha spinto l'Amministrazione comunale ad avviare il progetto.
“Esiste un rapporto tra strutture edilizie e composizione sociale. Noi ci inseriamo in questa dinamica per introdurre delle positività”, ci dice Giorgio Pighi, sindaco di Modena.
Il complesso edilizio R-Nord non è un insediamento di fortuna, ma un complesso immobiliare importante: si tratta di un grande palazzo con due torri, ben visibile dalla stazione ferroviaria e formato da circa 260 miniappartamenti di 30/40 metri quadri. Nato sull’onda della crescita della Modena degli anni ‘60 e ‘70 – quando l’allargamento dell’Università e l’arrivo da fuori di numerosi docenti aveva fatto aumentare la richiesta di piccoli appartamenti in zone da cui fosse facile raggiungere il centro – è diventato negli ultimi anni un punto di ritrovo per la piccola criminalità (spaccio, prostituzione, etc).
“La frequentazione negativa di questo complesso immobiliare non è dovuta solo a chi vive negli appartamenti, ma anche alle ‘furbizie’ di chi li affitta”, precisa il sindaco Pighi, che continua: “Queste case, edificate da un costruttore privato, vennero acquistate da famiglie e persone, soprattutto di Modena, a mo’ di investimento. Qualcuno ha pensato che da questo piccolo investimento si potessero ottenere grossi profitti e dentro quel complesso ora c’è di tutto: da famiglie che non trovano un altro alloggio e vivono in condizioni pessime, poiché stanno in tanti in uno spazio molto ridotto, a persone meno ‘raccomandabili’. Era diventato quindi un edificio pericoloso, ma non dal punto di vista edilizio. Si tratta di un complesso fatto con buone tecniche costruttive, quello che bisognava cambiare era la morfologia degli appartamenti”.
Si è scelto, quindi, di agire sull’integrazione sociale, funzionale e infrastrutturale del sistema R-Nord, partendo dal principio per cui, favorendo una “frequentazione positiva” della zona, verrebbero meno le condizioni favorevoli alle attività illecite.
“Abbiamo comprato circa un quarto degli appartamenti, concentrati nella sezione dell’edificio che presentava maggiori problemi. Questi verranno completamente ristrutturati, creando unità immobiliari più grandi che saranno gestite dall’Agenzia per la casa della Regione Emilia Romagna. Inoltre, abbiamo fatto una convenzione con l’Agenzia regionale per il diritto allo studio e un numero significativo di questi appartamenti verrà trasformato in alloggi universitari con portierato” ci racconta il sindaco di Modena, elencando gli interventi previsti dal progetto.
“Sono state, inoltre, inserite alcune importanti funzioni pubbliche, ad esempio la sede provinciale della Croce Rossa e un comando locale della polizia municipale, oltre ad attività che determinano una frequentazione positiva, come luoghi per il fitness e spazi per la formazione professionale e per eventuali corsi”.
“Un intervento di ampio respiro, da cui trarrà beneficio tutto il complesso edilizio – continua Pighi –. Selezionando l’utenza (per cui i monolocali saranno affittati rispettando precisi criteri) e inserendo attività che determinano vitalità, si interrompe la frequentazione legata ad attività illecite, visto che queste, per essere realizzate, hanno bisogno di luoghi angusti, nascosti, poco frequentati. Insomma, attività positive realizzate in una parte del quartiere sono un volàno anche per la trasformazione del resto della zona”.
Questa impostazione è stata sperimentata anche in altre parti della città, come ricorda il sindaco citando il caso del quartiere della Pomposa: “un intero quartiere, in una delle parti medievali della città, in cui è stato fatto un intervento sia edilizio che sui negozi, favorendo l’insediamento di attività idonee al contesto (quindi botteghe artigiane o piccolo commercio di nicchia, come erboristerie, tessuti, strumenti musicali). Si tratta, quindi, di fare interventi mirati che, a seconda della tipologia della zona, assumono caratteristiche diverse. Viene fatta una doppia fotografia, una delle negatività presenti e una delle potenzialità, e poi su quella si lavora con strumenti pubblici (gare, bandi o concorsi di idee)”.
Il progetto di riqualificazione del condominio R-Nord prevede una spesa di circa 25 milioni di euro, otto dei quali finanziati dal Ministero e dalla Regione Emilia Romagna (che devono ancora essere erogati). I lavori sono comunque già partiti con le risorse messe a disposizione dal Comune e da Acer (Azienda Casa Emilia Romagna). Entro giugno dovrebbero essere inaugurati il posto di polizia municipale di quartiere e il servizio di portierato sociale. Tra luglio e settembre partiranno i lavori sulla piazza e poi, via via, tutti gli altri interventi.