Secondo Manganelli il vero attentato alla sicurezza è l’incertezza della pena

di Renato Scattarella

IL CAPO DELLA POLIZIA REAGISCE CONTRO L’IMPUNITA’ E L’INDULTO QUOTIDIANO

«Viviamo una situazione di indulto quotidiano, la certezza della pena non esiste più, ci troviamo in una situazione in cui tutti parlano ma nessuno fa». Queste le parole che il Capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha usato durante l’udienza nella commissione Affari Costituzionali e Giustizia del Senato. Un monito che suona anche come avvertimento all’attuale classe politica troppo presa dai dibattiti giornalistici sulla sicurezza e poco impegnata sui fatti.
La riforma della macchina della giustizia sembrerebbe dunque improrogabile, peccato che l’unica riforma che è nei piani del governo è quella della separazione delle carriere, che di fatto non risolverebbe il problema sollevato da Manganelli, anzi sarebbe l’ultimo tassello di una strategia ultra-garantista e furbacchiona che è in campo già da qualche anno e che è finita per intasare le aule dei tribunali e domiciliarizzare quasi tutti i reati più gravi.

L’attuale situazione della giustizia sarebbe, sempre secondo Manganelli, un qualcosa che rende «assolutamente inutile» la risposta dello Stato e «vanifica» gli sforzi di polizia e magistratura. «Non gioco a fare il giurista – prosegue il capo della Polizia – nè voglio entrare nelle prerogative del Parlamento, ma quella che abbiamo oggi è una situazione vergognosa».

Come a dire che l’attuale pacchetto sicurezza da un lato è un forte e autorevole richiamo al primato dello Stato come difensore dei cittadini, dall’altra è vanificato dall’intricato iter della giustizia italiana, che rimane il vero grande problema in tema di sicurezza.

Andatelo a dire ai coniugi Onofri che il problema della sicurezza si riduce alla lotta alla clandestinità, il figlio Tommy di tre anni è stato ucciso da un uomo italiano pregiudicato e condannato a 6 anni di reclusione per violenze, finito però in libertà con una sentenza di scarcerazione che gli ha permesso di macchiarsi di quell’orribile crimine che ha portato all’omicidio di Tommy. Per fortuna adesso è arrivato l’ergastolo e il senno del poi è quanto mai doloroso soprattutto se penso alla famiglia della vittima.

Per non parlare del pedofilo siciliano a piede libero che qualche mese fa ha reiterato la sua violenza sessuale perché lo Stato non ha saputo fargli scontare quello che doveva scontare già al primo efferato delitto (ricorderete che il caso si inserì durante la campagna elettorale scorsa e i leaders politici fecero a gara a chi era più giustizialista, proponendo l’ormai nota castrazione chimica come soluzione al problema). Di questi e altri casi, come quelli che riguardano spaccio, furto, estorsione e sequestro, l’Italia è piena e sconta più di altri paesi questo regime di impunità che ha radici giuridiche, politiche e ahime anche culturali e sta diventando preoccupante.

Così, ha proseguito il capo della polizia, si scopre, che se al Sud i reati commessi da clandestini incidono relativamente poco («i reati compiuti da irregolari si attesta intorno al 30 per cento»), al Nord e in particolare nel Nord est «si toccano picchi del 60-70 per cento».

Quindi il problema dell’immigrazione contribuisce solo quota parte al grande clima di incertezza che regna in Italia, per il resto è la giustizia che deve assolvere al suo compito. Per fare ciò è necessaria la volontà politica e null’altro.

Questa ultima sortita di Manganelli si va ad aggiungere alle altre iniziative che lo hanno visto partecipe e protagonista nelle ultime settimane, in particolare è stato apprezzato il suo forte impegno contro le mafie, altra grande vera piaga che rende insicuro e pericoloso il nostro paese con l’inevitabile e conseguente ricaduta negativa sulla nostra economia e sul nostro sviluppo.

Mi sembra che Manganelli abbia centrato bene l’obiettivo e sia andato al cuore del problema sicurezza, mentre non è stata altrettanto efficace la risposta della politica, che è riuscita a rendere strumentale e demagogico anche questo importante argomento che riguarda il quotidiano dei cittadini. Speriamo che si riesca ad accompagnare le nuove norme sulla sicurezza con un altrettanto efficace riforma dei codici che permetterebbe una reale attuazione degli obiettivi prefissati. (www.agoramagazine.it)

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