Approvato a Montecitorio il decreto sugli obblighi comunitari

di Guido Laudani

Il voto contrario della minoranza e il duro intervento di Antonio Di Pietro
A Montecitorio 282 sì, 250 no e 4 astenuti: problemi di compattezza nella maggioranza

Montecitorio ha approvato (282 sì e 250 no, oltre a quattro astenuti) il decreto legge sugli obblighi comunitari. Ora il testo passerà al Senato e i tempi sono stretti, perché il decreto legge scadrà l’8 giugno. Al momento della votazione, in aula erano presenti 536 deputati su 630. L’opposizione ha votato contro il provvedimento.
Il problema Rete 4 ha arroventato il clima, come ben si capisce dal duro e deciso intervento in mattinata di Antonio Di Pietro: “Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei Ministri, anche se non è presente mi rivolgo a lei, perché in questo disegno di legge di conversione da approvare lei ha inserito norme che servivano – e che servono – a lei.

Pertanto, è a lei che devo rivolgermi. Solo pochi giorni fa lei, signor Presidente del Consiglio dei ministri che non c’è, ha chiesto la fiducia, sostenendo che «se po’ fa’», cercando così di ammiccare sinuosamente ad una parte di questo emiciclo.

In realtà, signor Presidente del Consiglio dei ministri, noi le diciamo in modo molto chiaro: «nun se po’ fa’»! Non si può fare così! Lei non può pensare di continuare ad usare impunemente e spudoratamente le istituzioni per farsi fare le leggi che piacciono e servono a lei. Lei, signor Presidente del Consiglio dei ministri che non c’è, già nella scorsa legislatura ha abusato del suo ruolo e delle sue funzioni per piegare le leggi ai suoi interessi: allora di tipo giudiziario – con le famose leggi ad personam che le hanno permesso «zigzagare» fra i processi, fino a raggiungere l’impunità – ed oggi di tipo imprenditoriale, con almeno una «doppietta» di proposte emendative davvero significative: la «salva Rete 4» e la «pedaggio selvaggio» delle reti autostradali.

Tutti i suoi cantori, dentro e fuori il Parlamento, tutte le sue televisioni, i suoi giornali, tutti i suoi mass media in questi giorni si sono sgolati nel sostenere che la norma voluta dal Governo in materia radiotelevisiva non c’entrava – e non c’entra – nulla con la volontà di salvare Rete 4 dai rigori della legge e da quelli della Comunità europea.

Non era – e non è – vero e lo avete ammesso anche voi quando, alla fine, ieri avete dovuto ritirarla. La norma in questione, non solo non risolveva l’infrazione contestata dalla Commissione europea e non dava risposte alle decisioni della Corte di giustizia delle Comunità europee ma, anzi, ne aggravava la situazione”.

Sulla carta la maggioranza ha cento seggi in più dell’opposizione, ma alla fine i numeri si sono rivelati molto più esigui: l’emendamento del Pd sulla convenzione tra Anas e Autostrade è stato respinto per soli 7 voti (con l’astensione di sei deputati del Idv).

Primi problemi all’interno della coalizione di maggioranza, distinguo sul voto quando si parla di certe problematiche, oppure semplicemente “disattenzione” perché ci si avvicina al lungo ponte di fine maggio e inizio giugno? Difficile dirlo, ma qualche problema sulla compattezza della maggioranza ci deve essere.

Molto irritato il Presidente Berlusconi (“Non è possibile, non è accettabile che al primo voto importante si faccia questa figuraccia”).

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