Enzo Biagi, la libertà  di espressione e il decreto “salva Rete 4”

Ha detto Enzo Biagi:
“E’ la prima volta che un Presidente del Consiglio [Berlusconi] decide il palinsesto, cioè i programmi,
e chiede che due giornalisti, Biagi e Santoro, entrino nella categoria dei disoccupati. L’idea poi di cacciare il comico Luttazzi è più da impresario, quale del resto Lei è, che da statista. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l’ultima puntata del “Fatto” dopo 814 trasmissioni, ma non è il caso di commemorare. Eventualmente è meglio essere cacciato per avere detto qualche verità che restare al prezzo di certi patteggiamenti. Signor Presidente Berlusconi non tocca a lei licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà di uso personale del mio programma, che del resto faccio da anni, ma in questo caso per raccontare una storia che va al di là della mia trascurabile persona, e che coinvolge un problema fondamentale : quello della libertà di espressione.”
“La televisione è un grande mezzo di comunicazione, lo dimostra il fatto che un signore che non era votato alla politica, disponendo delle televisioni è diventato il nostro presidente del Consiglio. Siamo l’unico Paese al mondo che ha questo tipo di fenomeni. Non c’è mica stato un colpo di Stato: il presidente del Consiglio è democraticamente alla guida di questo Paese, rispecchia la volontà degli italiani […]. Al cimitero, quando è morto Indro Montanelli, ho chiesto se potevo restare con lui due minuti perché dovevo dirgli due cose. Se ne sono andati molto rispettosamente e io gli ho detto: «Indro, dicevi che certi personaggi dovevamo provarli. Ho l’impressione che abbiano sbagliato la dose».
Enzo Biagi aveva ragione e con l’approvazione del decreto “salva Rete4” la libertà di espressione in Italia sarà più ridotta.
Per questo Italia dei Valori si opporrà con tutti i mezzi e finché potrà all’approvazione di questo decreto liberticida.
Libertà! Libertà! Libertà

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