di Alfredo Narducci
Il presidente Napolitano si è rivelato come il vero punto di riferimento per la coscienza civile degli Italiani. L’uomo e la donna della strada hanno capito che l’unica e vera autorità morale, capace di rimettere al centro della vita politica i valori fondanti dell’Italia democratica, sia oramai la presidenza della repubblica.
In questi lunghi anni di transizione ,direi a partire dagli ultimi anni settanta,gli Italiani hanno cercato di individuare chi potesse guidarli verso traguardi di sviluppo,di crescita morale, civile ed economica. Ma il paese , dopo il delitto Moro,si è dimostrato confuso ed incerto sulle vie da seguire. Una parte della classe dirigente, non tutta per fortuna, ha previlegiato i particolarismi,il potere,l’arricchimento,cedendo alla collusione con poteri non trasparenti fino ad essere illegali, alla mode effimere,al consumismo, al proprio piacere ed interesse.
La televisione commerciale ,ed i mass media in generale, hanno contribuito ad immettere sul mercato dosi massiccie di una non-cultura, che ha condizionato la parte meno avveduta della popolazione. Si è alimentato un conformismo sociale ( al ribasso dei valori). E’ stata alterata la visione della realtà, in nome del mercato. La politica poco ha fatto per contrastare questa deriva,e per offrire una idea di società diversa, più equilibrata,aperta e tollerante, tesa a crescere il potenziale umano e culturale di ciascun cittadino. Pochi grandi giornalisti,uomini e donne di cultura e di scienza,personalità dell’economia, della politica (Moro, su tutti), hanno ,sicuramente, dato un significativo contributo allo sviluppo morale e materiale del paese. Ma intorno a loro hanno proliferato tanti, troppi apprendisti stregoni, (autoproclamatesi) salvatori della patria ( ed acclamati tali da clientele interessate).
Abbiamo visto com’è andata a finire. Nella dilagante povertà culturale generale, anche a causa della miopia della politica e di gran parte della classe dirigente incapace di porsi in una prospettiva storica ma solo attenta all’uso utilitaristico del potere,un’ Italia disorientata e senza guida è stata, ed è, ostaggio di farneticanti terrorismi,di criminalità organizzata,vittima della violenza, con stragi ed assassini. La magistratura e le forze dell’ordine con la loro azione di contrasto hanno supplito in gran parte al vuoto della politica.Ma questo impegno non è sufficiente ,perchè il male oscuro della “Violenza” ancora oggi è presente nella società italiana in forme latenti, diffuse e diverse ( come si può tollerare in un paese civile la criminalità delle varie mafie nostrane?).
Dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscere che non siamo riusciti a creare in Italia un baluardo sociale attivo e consapevole .La famiglia,la scuola,le istituzioni,i mass media,la politica non sono state all’altezza della sfida.Ma il contrasto alla violenza non può e non deve essere delegato solo all’azione della magistratura e delle forze dell’ordine. Occorre che il paese tutto sia consapevole della minaccia, e partecipi attivamente alla sua eliminazione.Ce la faremo? Oggi guardiamo a tutti i morti per terrorismo( anche quelli di mafia ,perché mafia “E’ terrorismo”), come a maestri della verità e simboli dell’innocenza dei giusti..Ma tutto questo non deve trovare vuote coscienze e deserti di valori.
Per divenire forza collettiva occorre che ci siano nelle istituzioni,nella classe dirigente,nei mass media , nella scuola ,nella cultura, personalità che rappresentino per tutti delle autorità morali, dei maestri di vita che indichino quale via percorrere. Autorità morale che non si conquista né assumendo atteggiamenti muscolosi, tantomeno con un facile populismo, né con l’esposizione mediatica, ma solo con un lungo e sofferto percorso di vita, che ne testimoni la credibilità e validità storica.
Noi tutti, come semplici cittadini, non possiamo non dire basta alla violenza che genera i morti per terrorismo e per mafia. Ma vorremmo anche dire basta ad altri tipi di violenza: quelle che provocano vere proprie stragi per incidenti stradali o sul posto di lavoro,o alla violenza nascosta nella nostra società contro i più deboli, che siano minori,donne o anziani, disabili e semplicemente diversi, o come i recentissimi fatti di cronaca testimoniano esplode ( improvvisamente?) in troppi giovani.
Il Presidente della Repubblica nella sua azione istituzionale ci ricorda sempre quanto questa lotta sia importante per gli Italiani.
Nel celebrare il Giorno della Memoria, ancora una volta ha indicato la via da percorrere.
Seguiamola, cercando di non dare retta ai cattivi maestri.(www.agoramagazine.it)