L’immigrazione clandestina sta minando la sicurezza dei cittadini

L’immigrazione clandestina sta minando sicuramente la sicurezza dei cittadini ed è, pertanto, indispensabile intervenire celermente con regole ferme, per allentare la paura che, in particolare negli ultimi anni, ha coinvolto gli Italiani. Ed è quanto si sta apprestando a fare il nuovo Governo Berlusconi. Sento però di segnalare l’attenzione, proprio in termini di “sicurezza”, che richiederebbe anche la nostra Calabria. Mi è, infatti, sembrato che si stia guardando alla situazione del centro – nord, trascurando ciò che accade in Calabria. Secondo i dati de “Il Sole 24Ore” di alcuni giorni fa, Crotone è in testa per tasso di clandestinità e Reggio Calabria e Cosenza rientrano nelle prime dieci, sempre per presenza di clandestini.
Non v’è dubbio che la Calabria andrebbe osservata anche in questo settore, tenendo conto che l’immigrazione clandestina oltre allo sfruttamento nel lavoro, diventa facile preda della criminalità.
Ma ciò che mi preoccupa maggiormente è la sottovalutazione, a livello governativo, della situazione vissuta dalla Calabria a causa dello strapotere dilagante della ‘ndrangheta.
Nel reggino, nel crotonese e nel lametino sono in atto sanguinose faide tra le cosche per la ricerca di nuovi equilibri e per il dominio del territorio. Nonostante questa recrudescenza mafiosa, i calabresi sono costretti a registrare revoche del regime del 41 bis per noti boss, l’uso dilagante del “patteggiamento in appello” per persone condannate in primo grado per associazione mafiosa. Proprio due giorni fa è stato scarcerato Pantaleone Mancuso, boss del clan di Limbadi, condannato a dieci anni in primo grado per associazione mafiosa. Non parliamo poi delle “scarcerazioni facili” di criminali che imperversano sul territorio calabrese con preoccupanti azioni estorsive e intimidatorie.
La spudoratezza della ‘ndrangheta porta persino le donne di San Luca, in occasione della manifestazione della “Gerbera gialla”, a manifestare contro i giudici o, come avvenuto nello stadio di Crotone, ad innalzare striscioni per manifestare solidarietà a presunti mafiosi.
Le Forze dell’Ordine e buona parte della Magistratura calabrese stanno conseguendo brillanti risultati nel contrasto alla ‘ndrangheta, ma non è sufficiente! E’ in atto una chiara sfida contro lo Stato da parte della criminalità organizzata calabrese, alla quale bisogna reagire con interventi mirati, in termini di adeguamenti degli organici, dei mezzi e delle strutture. Occorrono norme legislative che pongano i Giudici nelle condizioni di garantire “l’effettività della pena” per i mafiosi.
Occorre un’attenzione specifica che evidenzi l’attuazione, in termini di sicurezza e di contrasto alla criminalità organizzata, di ciò che noi del Popolo della Libertà abbiamo garantito in campagna elettorale.
Sento in tal senso di dover fare appello al Presidente Berlusconi ed al Governo tutto affinché considerino la Calabria parte integrante della nostra Italia.

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