Ma la sinistra a cosa serviva? Siamo al cospetto di una debacle di dimensioni epocali per una incapacità conclamata di comunicare e governare, oppure è a monte il deficit che la ha sempre contraddistinta? Ma allora, negli anni settanta quando ha rischiato di governare in un governo di solidarietà nazionale, quando i suoi numeri erano possenti, l’errore per il paese sarebbe stato colossale?
La sinistra è caratterizzata dai suoi fallimenti. Non c’è alcun dubbio. Si tratta di una soggezione al proprio essere e mostrarsi. Propugna la sua politica nel modo migliore possibile per mostrarsi incomprensibile anche quando promette il regalo, uguaglianze e parità. Ma non è che l’approccio politico sia tanto “antipatico” da procurare repulsione? La sinistra si pone è si è posta sempre come denunciante di beghe e “affari” da quattro soldi ad opera della Democrazia Cristiana ed oggi di Berlusconi e dei suoi governi come se fosse l’unica a garantire onestà e trasparenza. Il fallimento è proprio in questo tentativo. La gente non si lascia più incantare da questo perbenismo e questa onestà a prescindere. Siamo ormai uomini di mondo affollando le caserme di Cuneo, non ci facciamo più ingannare. La gente preferisce la meno peggio ma deve conoscere e riconoscere la possibilità di ritrovare una strada che le possa permettere di aggiustare i suoi guai.
La tendenza sbagliata e parossistica è quella di privilegiare gli interessi nazionali anche al di là e al di sopra della gente. Cosa crediamo sia l’interesse nazionale se non riusciamo a comprare il latte per i nostri bambini?
La sinistra, quella che era rappresentata sino a venti giorni or sono in Parlamento, non serve a nessuna istanza e senza permesso di soggiorno nelle istituzioni, farebbe bene ad abbandonare l’idea di riproporsi senza aver sbucciato la sua ideologia dagli infantilismi politici che la caratterizzano.