Oronzo Ricci e Vittoria Romei – “Tensioni – Distensioni“.

Oronzo Ricci e Vittoria Romei al MUSEO UGO GUIDI

“Amico Museo” indetto dalla Regione Toscana prevede l’apertura del Museo nei tre week-end 3-4, 10-11, 17-18 (Giornata I.C.O.M.International Council Of Museums) maggio 2008 con orario 16 – 19
Il 3 maggio al “Museo Ugo Guidi” è presentata la mostra degli artisti

ORONZO RICCI e VITTORIA ROMEI
dal titolo : “Tensioni – Distensioni“

La mostra, che fa parte della rassegna “Museo vivo. Territoriodi contaminazione”, viene inaugurata sabato 3 maggio alle ore 17:30, nel Museo Ugo Guidi a Vittoria Apuana in Via M. Civitali 33 e sarà visitabile fino al 17 maggio 2008.
La mostra è a cura degli “Amici del Museo Ugo Guidi – Onlus” e di Paolo Pratali di AtelierMostre, col patrocinio di Toscana Musei , di TRA ARTe Contemporanea della Regione Toscana, di EduMUSEI, di ARTEfare, ed è promossa e diffusa dall’APT della Versilia e dall’APT di Marina di Massa.
Oltre il giorno dell’inaugurazione, è possibile visitare mostra e museo contattando il 0585-348510 , 348-3020538 o inviando una mail a vittorio_guidi@hotmail.com.
Oronzo Ricci e Vittoria Romei, purlavorando a stretto contatto da più di un quarto di secolo, seguono duedirezioni parallele e opposte. Con questa esposizione intendono confermare duediversi momenti del linguaggio Pittorico, ed esaltarne le caratteristicheproponendoli nella duplice chiave di Tensione e Distensione. La Distensione e laTensione sono espressioni che spesso si avvicinano per esaltarsi l'una el'altra, come nella musica la distensione evocata dalla tonica, è agognata sestimolata dall'accordo di settima di dominante, che ha la caratteristica dicreare una tensione. Vittoria Romei e Oronzo Ricci hanno studiato Pitturaall'Accademia di Belle Arti di Firenze, ed attualmente, da più di un quarto disecolo vivono a contatto di gomito. La convivenza, piuttosto che amalgamarel'espressione pittorica, ha modellato due mondi visivi opposti ecomplementari. Questa esposizione propone una selezione di opere dialtissimo livello, fra le più raffinate prodotte da entrambi.
Le Tensioni di Oronzo Ricci
Il parallelismo fra la lingua parlata, e lavocabolariana, alcune volte non è rigorosamente rispettato, per via dellinguaggio parlato che è per sua natura volubile. I vocabolari sono gli archiviin cui conservare le parole, con il loro significato alla data dell’edizione.
Le nuove edizioni, oltre alle nuove parole che entranonel linguaggio, registrano i nuovi significati che si aggiungono, levariazioni, e la morte delle parole che non si usano più.
I vocabolaristi scrupolosi, oltre alle pubblicazioni,specialmente i quotidiani, prestano molta attenzione ai media. Qualcuno piùpignolo ascolta con attenzione anche la gente che parla, che è quindinell’esercizio dell’uso della parola. Molto più spesso accade che non si tieneconto di chi parla, e c’è addirittura chi sostiene che quando una paroladell’italiano parlato, si usa con un significato diverso dal vocabolarianostretto, non sia corretto.
Recentemente ho compulsato un vocabolario monumentale, indieci volumi, e con mia sorpresa ho costatato che il suo aggiornamento relativoad una parola di uso comune, risale agli anni venti dello scorso secolo. Hofatto un riscontro, ed ho appurato che anche altri, di mole più modesta, usanola stessa definizione.
Per molti la cosa potrebbe apparire irrilevante, o daaggiungere solo all’elenco delle curiosità, se non fosse che la parola inquestione è il bacio, nell’accezione bacio alla francese. Il significato chepropone Gedea, è lo stesso del vocabolario degli amici dell’Accademia dellaCrusca. In questo modo si cade in piedi, se non fosse che l’Accademia dellaCrusca non si aggiorna appunto dagli anni venti. Nel frattempo il bacio allafrancese è diverso dal pizzicotto dato sulla gota. C’è addirittura da restareincinta con un bacio alla francese, tanto è diverso da quello che Caterina de’Medici portò in Francia, dove era andata a fare la regina, e che chiamavanoalla fiorentina. Per noi Caterina era la francese, ma per i francesi era lafiorentina. E questo già ci fa capire che la stessa cosa si può dire in duemodi diversi, e che secondo come la si dice, si intuisce la provenienza di chila chiama.
La stessa situazione avviene nella comunicazionevisiva. Per cadere in piedi alcune persone dipingono, o tentano di dipingere,adeguandosi ad un codice cristallizzato e conservato nei libri e nei musei.Queste persone non tengono conto, o non l’avvertono per mancanza disensibilità, dei nuovi stimoli propri del linguaggio che si forma e sitrasforma in relazione alle nuove esigenze.
Adesso, se abbiamo la possibilità di conoscereAristotele, Platone ed altri dei tempi passati, non è perché conosciamo le loroopere originali. Molte volte i documenti originali non sono mai esistiti, nelsenso che le opere erano tramandateoralmente. I documenti esistenti sono stati creati con i nuovi mezzi, che orasono diventati obsoleti. L’invenzione della penna d’oca rese la scrittura piùagile e veloce del calamo, ed il calamo a sua volta era ancora più duttiledello scalpello sul marmo.
Gli onciali erano notevolmente più lenti dellascrittura Carolina, ed in questo momento che scrivo con il computer, il miopensiero scorre alla stessa velocità della scrittura. Non solo, posso tornareindietro, cambiare e ricambiare senza preoccuparmi di nulla. Qualche secolo fa,cambiare un pensiero significava uccidere un agnello in più.
Ma se da un latol’evoluzione rende più feconda l’espressione artistica, nello stesso momentofacilita anche l’espressione di corbellerie. E’ quindi la sensibilitàdell’utente, quando la possiede, che fa comprendere e scernere il grano dallapula.
La ricerca che porta avanti Oronzo sul linguaggiovisivo, tiene conto dello svilimento dell’attenzione dovuto all’assuefazione.La proposta reiterata di un’immagine, piuttosto che moltiplicarne l’efficacia,ne annulla il significato. La frattura sul piano emozionale laricontestualizza, e la ripresenta all’attenzione con tutta la sua energia. Inun discorso musicale, il compito della settima di dominante è di creare unatensione. Questa tensione esercita un magnetismo verso la tonica, che dà ilsenso di conclusione. Con la conclusione cessa l’attenzione, e l’emanazione dienergia.
Per Oronzo il soggetto è un’opzione, ma non per questonon è scelto con cura. Spesso ricerca negli archivi propri di alcune fascegenerazionali, per confermare che non è la cosa che comunica, ma lo stimoloalla conoscenza della cosa. Se ne deduce che diverse persone vedono dellostesso segno cose diverse.
Alcune volte, le opere sottoposte a tensione, simostrano solo attraverso dei frammenti.
La frammentazione di un’opera d’arte conserva in nucetutta l’energia, e l’amplifica per il forte impatto emotivo. Il significatopiuttosto che polverizzarsi si moltiplica, ed ogni brandello, pur essendo lafrazione di un’unica opera, diventa esso stesso un’opera completa. La divisioneha lo stesso effetto di uno specchio rotto, in cui ogni scheggia continua ariflettere autonomamente l’immagine di chi guarda.
Le Distensioni di Vittoria Romei
In arte, come in tutte le cose, c’è chi predilige il“come andare”, e chi il “dove andare”.
Vittoria tiene conto di entrambi i momenti, con unocchio costante alla meta, senza tralasciare alcun particolare del mezzotecnico, compresi quei procedimenti che non hanno apparentemente relazione conil soggetto, ma che trovano una contestualizzazione in altri progetti.
Questi virtuosismi, compreso l’occhio assoluto chemostra naturalmente di avere e che dimostra senza alcuno sforzo, non sonosemplici pleonasmi, o vezzi finalizzati al puro compiacimento della troppoevidente capacità esecutiva. Sono gli elementi costitutivi dell’ossatura, cheevidenzia una struttura rigorosa, severa, cesellata dal tempo. Non solo quellopersonale, ma il tempo storico che l’ha formata. Sono valori elementari,facilmente percepibili anche da chi è distratto dai casi pratici che la vita avolte impone.
Ma solo le persone semplici si fermano a questepeculiarità, che da sole già motivano l’opera d’arte, se si considera che perdire “arte”, gli antichi greci dicevano teknè.
Vittoria, nel motivo che si prefigge dimostrare, tiene conto dell’accavallamento di immagini proprio del nostro tempo,e lo inserisce a pieno titolo nella contemporaneità. E proprio nel tempo in cuivive, a stretto contatto con artisti che sempre più tendono ad amalgamarsi, sidistingue per un’inversione di tendenza che la pone in posizione isolata eprivilegiata, rigorosamente ed orgogliosamente decentrata rispetto allastruttura gerarchica, costituita prevalentemente da gente che dipinge neltentativo di fare arte. Nell’epoca del computer, in cui chiunque è capace dicercare risposte, diventa infatti difficile trovare qualcuno in grado di formulare domande.
La pittura enigmatica di Vittoria, pone domande riguardantile risposte che si è in grado di dare. E’ questo il momento in cui chi guardasi sente chiamato in causa, e diventa protagonista, con la propria risposta.
Dalle rispostesi ipotizza un eventuale stimolo per la costruzione di un’opera, spesso generatain ambienti incredibilmente lontani, a livello ideologico e psicologico, anchese vicini fisicamente e culturalmente.
Non è importante cercare faticosamente tutte questecose nella pittura, nel caso di Vittoria, c’è anche il mare.
VladimirSwarovski
NOTEBIOGRAFICHE
VittoriaRomei ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, con tesi sullaPittura di Piero della Francesca. Gli studi e la ricerca l’hanno portata allaPittura Sincronica. Ha esposto in tutto il mondo.
Oronzo Ricci ha studiato all’Accademia di Belle Arti diFirenze, con tesi sulla Pittura di Giorgio Morandi. Ha esposto in tutto ilmondo.

Vittorio Guidi

Responsabile
'MUSEO UGO GUIDI'
Via M. Civitali 33
Forte dei Marmi
www.ugoguidi.it
Tel. 0585348510 3483020538

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