25 APRILE -Le campagne lombarde alla vigilia della Liberazione

Il Gruppo storico del Circolo della Stampa lombarda, in occasione della ricorrenza del 25 aprile, Festa Nazionale della Liberazione, intende dare un proprio contributo con una serie di articoli inediti tratti da giornali clandestini della resistenza partigiana del Nord Italia (particolarmente della Lombardia), quasi tutti numeri unici e sicuramente sconosciuti alla storiografia ufficiale. Essi sono stati acquisiti per il Portale dei Lombardi nel Mondo,grazie alla disponibilità e alla sensibilità di un appassionato collezionista , il signor Alessandro Agostini, Capotreno di Trenitalia, fondatore e Presidente del “Gruppo Ulisse” del Dopolavoro Ferroviario di Roma, fondatore e responsabile dell'Archivio Storico ,sempre del Dopolavoro.
Abbiamo scelto per la sua vena fortemente unitaria e democratica e per l'immagine di vita quotidiana nelle campagne lombarde , alla vigilia della Liberazione ,un piccolo giornale “La Falce”. Non sono citati episodi particolarmente eclatanti di guerra partigiana ma piuttosto
la lotta quotidiana nelle campagne per sopravvivere al disastro di una guerra voluta dal fascismo, a fianco dei nazisti. Una condizione che ha certamente favorito una nuova
coscienza democratica ,al di là della condizione sociale e culturale, radicando nei cittadini
quei valori morali che hanno consentito al nostro paese di ricostruire una nuova identità nazionale facendo nascere la nuova Italia Repubblicana,democratica e “fondata sul lavoro” di cui la Lombardia è una delle migliori espressioni.

LA FALCE – Anno 1 –N. 1 – APRILE 1945 – Area di diffusione il milanese (Giussano, Vimercate, Trezzo ,Desio e Colnago)
Presentazione del giornale
Esce nell'Aprile 1945 il primo numero del Giornale dei Comitati dei Contadini “La FALCE” con il titolo “Mobilitiamo le forze della campagna contro i ladroni e gli assassini
nazifascismi” . Probabilmente una copia unica, stampato su due pagine, in un formato volantino, con a lato del titolo due appelli : “contro l'affamamento del popolo italiano” e “contro gli ammassi e ruberie nazifasciste”. I titoli del giornale riflettono sia l'ansia di democrazia per l'imminente liberazione e sia la necessità di evitare ulteriori danni con requisizioni e i saccheggi dell'ultima ora ,nelle campagne ,da parte dei nazifascisti in rotta.
Vi è inoltre una rassegna della condizione dei contadini nel quotidiano di un'economia di guerra e le manifestazioni coraggiose delle donne per reclamare le necessarie razioni alimentari, requisite con la forza dai nazifascisti.
Questi i titoli degli articoli:
Mobilitiamo le forze della campagna
Ai lavoratori della terra
Contro le requisizioni agricole
L'unione dei lavoratori dei campi e quelli delle città e' garanzia di vittoria
L'insurrezione nelle campagne
Ai lavoratori della terra
La costituzione sovietica e i contadini
Patto d'alleanza tra comunisti socialisti e democristiani
La riforma agraria
Facciamo fallire i piani d'affamamento dei nazifascisti
Mercato nero e piccoli proprietari agricoli
Questioni contadine
Ignobile trucco
L'editoriale del Direttore
In un articolo anonimo di fondo,probabilmente scritto dal Direttore del foglio partigiano, la pubblicazione viene presentata come un “il giornale di tutti i lavoratori della terra di qualsiasi categoria,senza distinzioni di partito,di idee politiche e di credenze religiose…” evidenziando che il fascismo “aveva impedito per vent'anni che la campagna diventasse alleata della città,cioè che i contadini diventassero alleati degli operai,perché sapeva che il giorno in cui questa unione si fosse verificata,un esercito immenso,quello dei lavoratori,lo avrebbe rovesciato.” L'editoriale continua ribadendo il fascismo aveva cercato “di far apparire tutti i movimenti sociali come antireligiosi. Ma la guerra aveva ben tolto la maschera agli spudorati uomini che per vent'anni avevano mentito” ribadendo che ” gli impiccatori dei preti,i distruttori di tutte le leggi morali erano appunto quei nazisti e quei fascisti che incolpavano gli altri delle loro colpe” concludendo che tutti i contadini dovevano essere uniti “perché la democrazia che noi vogliamo è proprio questa:libertà di pensiero in ogni campo” e che per fare questo bisognava “essere solidali nella difesa dei singoli diritti :i lavoratori della terra con i mungitori, con i i piccoli proprietari,con i proprietari di un pezzetto di terra,con i piccoli commercianti,con gli artigiani…perchè il paese è il piccolo mondo di tutti i lavoratori ….e da essi deve essere difeso…perchè il paesello e il villaggio appartengono ad una più vasta società che è la Nazione.”.
Il patto di azione politica dei tre maggiori partiti antifascisti
In un altro editoriale viene evidenziato il patto d'azione tra comunisti,socialisti e democristiani “fatto nel Cremonese per la lotta comune contro l'invasore nazista e i traditori fascisti per la liberazione del Paese”, riaffermando l'analisi che “la divisione fra le correnti marxiste e e quelle cattoliche del movimento operaio e nel più vasto movimento popolare erano una delle cause che avevano portato il fascismo al potere”. Viene solennemente ribadito che ” i tre partiti (Comunista. Socialista e Democristiano) vogliono superare le incomprensioni e le decisioni del passato in una sincera e fattiva collaborazione” ..impegnandosi per “fare il massimo sforzo per organizzare e sostenere la lotta del Corpo dei Volontari della Libertà…rifiutando il grano agli ammassi fascisti ed impedendo l'asportazione del macchinario in Germania.,per sviluppare l'azione delle masse contro le deportazioni,le sopraffazioni e le violenze dei nazifascismi….garantendo a tutti i raggruppamenti politici ,sociali ,religiosi ..libertà di stampa,di organizzazione,di parola,di riunione,di culto,all'atto della liberazione”.

La condizione nella campagne lombarde alla fine della guerra
” I piccoli proprietari agricoli possiedono sulle trenta pertiche di terreno. Questo esiguo appezzamento viene coltivato a carattere d'economia famigliare. Del raccolto prodotto l'eccedente alle loro necessità, quindi atto ad essere venduto,non fu mai rilevante per questa categoria e chiaramente lo dimostrano le misere condizioni finanziarie sulle quali si è sempre trovata. Situazione ulteriormente peggiorata durante questa guerra causa l'obbligo di consegna all'ammasso per i cereali e al raduno per gli animali e di tutti i prodotti superanti il tesseramento…costringendo i produttori ,rovinati economicamente,”a comprare ogni cosa al mercato nero ..a continui sforzi economici,a lavorare sino dall'alba al tramonto come bestie per far sì che qualche familiare possa occuparsi nelle città viciniori e col suo salario coprire parte del crescente dissesto e a vendere quote degli alimenti strettamente necessari per il loro sostentamento. …Centinaia di piccoli proprietari sono stati costretti anche a privarsi della loro unica risorsa,la mucca…”. Meglio non stavano un'altra categoria : i mungitori. “Per sole L. 300 annue in più delle altre” devono ” giornalmente governare ben 18 mucche fra asciutte e lattifere. Le ore lavorative sono regolarmente dieci,invece delle 8 pagate,perché le due ore in più sono richieste dal lavoro necessario a prelevare a mezzo di pesanti barelle a mano da silos emananti internamente un nauseante fetore,il mangime per le bestie. Oltre a ciò ,due volte la settimana e talvolta anche tre,devono fare un turno di notte,lavorando in quei giorni 24 ore consecutive. Il vigente patto colonico ,nulla sostiene che valga a tutelarli e preservarli da simili in umane fatiche. Fortissimo è perciò il malcontento di questa categoria di lavoratori particolarmente oppressa dalla reazione palese e occulta delle autorità fasciste ,mirante ad impedire ogni miglioramento delle loro condizioni di vita”.

L'insurrezione nelle campagne – La protesta delle donne
Trezzo d'Adda – In febbraio circa 150 donne dirette dai Gruppi di Difesa si sono recate dal Commissario prefettizio per pretendere la distribuzione di riso,zucchero,sale,legna,ecc.
Spaventato dalle grida delle manifestanti,il Commissario prefettizio faceva chiamare la Brigate nera ma di fronte alla decisa volontà delle donne è stata costretta a dare il permesso di estirpare gli alberi dei viali e quella dei parchi signorili di Monza. E stata inoltre fatta immediata distribuzione delle razioni dello zucchero e del riso. Anche i nostri gloriosi Garibaldini appoggiano e aiutano i contadini nella lotta all'avidità dei rapinatori nazifascismi.; nel Mantovano a Gonzaga i Garibaldini uccidevano nella stalla di una nota canaglia fascista ,tre mucche e distribuivano la carne alla popolazione .In molti comuni un po' ovunque sono stati distrutti dai Garibaldini i registri di accertamenti agricoli,facilitando così l'occultazione dei prodotti agricoli.
DESIO –Si sono avute manifestazioni e proteste da parte delle donne presso il Commissario prefettizio per la mancanza di generi alimentari .Contemporaneamente e per due giorni consecutivi gruppi di contadine si sono recate presso gli Ufficio Annonario per protestare contro la mancanza di tessere ,dopo che erano state costrette a consegnare il loro grano.
Malgrado la presenza degli “eroi” della G.N.R le nostre brave ed indignatissime manifestanti hanno fatto volare in frantumi i vetri dell'Ufficio .Risultato :ottenuto distribuzione del riso e di burro.
VIMERCATE – In una frazione di questa località i contadini uniti e solidali non consegnarono neppure un chicco di grano. Per rappresaglia le autorità fasciste hanno chiuso il molino ma i contadini messisi d'accordo si sono arrangiati a macinarsi il grano.
GIUSSANO – Dei contadini hanno incendiato il Municipio.

Daniele Marconcini
www.lombardinelmondo.org

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