L’Abruzzo e l’inquinamento: tra scelte politiche nefaste e progetti ad alto impatto ambientale

L’Abruzzo, un po come la Puglia, è in una situazione disastrosa. Come in Puglia, ma per altri motivi, detiene i suoi record, ovviamente negativi, a livello ambientale. È una regione affascinante ma che detiene il primato dei depositi di rifiuti tossici più grandi d’Europa. È una regione che, l’amministrazione locale ed interessi nazionali, stanno distruggendo nel silenzio, anche, della campagna elettorale. Chi lo nomina l’Abruzzo. E la Puglia? Chi parla di ambiente, ecologia in questa campagna elettorale? Noi, i Radicali di Sinistra.

Quello che avviene in Abruzzo è quello che succede, con diverse intensità e modalità, in altre regioni d’Italia. Acqua contaminata da sostanze chimiche, l’utilizzo di impianti per lo smaltimento della spazzatura irregolari gestiti in maniera assurda e perciò messi sotto sequestro dalla magistratura. E che dire dello sfruttamento selvaggio e del degrado dei fiumi, nonchè l’autorizzazione e la realizzazione di cave senza un piano regionale. Forse il fatto più clamoroso fu il sequestro, un anno fa, delle discariche di Bussi con le loro 250 mila tonnellate di morte sepolti a 5 metri di profondità nelle zone limitrofe al fiume Pescara. A distanza di un anno gli abruzzesi sono terrorizzati dal nuovo progetto per la creazione di un insediamento petrolchimico ENI, in zone perlopiù utilizzate all’agricoltura ed al turismo. Anche con la complicità di alcune organizzazioni sindacali come la Uil Abruzzo per la quale una possibile convivenza tra regione Abruzzo ed ENI è possibile. Questo è quello che il segretario generale Roberto Campo e il segretario di Chieti della stessa Uil, Antonio Cardo dicono a riguardo:

“L’Abruzzo ha dedicato ampie porzioni del proprio territorio a parchi e riserve: nelle restanti aree, ambiente, agricoltura e turismo non possono essere intesi come alternativi allo sviluppo industriale, ma vanno ricercate compatibilità e punti di equilibrio tra le diverse esigenze. È noto, del resto che i territori più forti dal punto di vista economico e sociale sono quelli che presentano un insieme variegato di attività, mentre più vulnerabili sono le monoculture. Nel caso dell’area di Ortona, poi, la necessità di far convivere diverse economie è ancora più forte, vista la scelta strategica, condivisa dalla politica, dalle istituzioni e dalle organizzazioni sociali, di fare del porto di Ortona il porto commerciale e industriale d’Abruzzo”.
La scelta è anche condivisa dalla popolazione locale? Ma ci rendiamo conto? Vogliono fare il porto commerciale ed industriale dell'intera regione Abruzzo ad Ortona, cittadina di appena 23 mila abitanti e con delle spiagge bellissime.

Ora, non vorremmo che tale progetto, o simili iniziative, andassero ad incrementare la quantità di sostanze tossiche presenti, come i nitrati ed i composti nocivi presenti nel 50% delle falde, oppure a peggiorare la qualità dell’acqua del mare che risulta tra il mediocre ed il fortemente contaminata, oppure incrementare la quantità di terreno dato alla ricerca per lo sfruttamento degli idrocarburi. Ovviamente un cambio radicale di rotta è indispensabile.

Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Giustizia, Mass Media, Concorrenza e Libero Mercato
manuel.santoro@radicalidisinistra.it

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