D’ALEMA SMETTA DI INSULTARE ITALIANI

Al ministro degli Esteri Massimo D'Alema si adatta benissimo l'adagio popolare romano: “quante ce n'hanno date, ma quante gliene abbiamo dette ….”. Non si spiega altrimenti il livore tutto comunista (ah, la nostalgia per gli anni giovanili …) con cui D'Alema bacchetta gli elettori accusati, di fatto, di essere un po' cretini perché si sono lasciati ingannare da Berlusconi. Qualcuno spieghi al ministro degli Esteri che non è saggio insultare gli italiani e i romani alla vigilia del ballottaggio.
E' triste constatare come un uomo politico intelligente sia costretto, sia pure per esigenze di propaganda elettorale, a rispolverare un armamentario vecchio e incomprensibile come il timore di una “marea nera”. Livore a parte, nelle sue parole si coglie la rabbia e lo sconforto di chi si prepara a perdere la battaglia di Roma e a chiudere in questo modo una lunga stagione politica che la sinistra ha voluto cospargere di odio e di veleni.

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