CULTURA E MADE IN ITALY: UNA SFIDA PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO

di Giuseppe Di Claudio

Il presidente dell’Intercomites Spagna, all’indomani delle elezioni del 13/14 aprile, risponde alle domande di Giuseppe Di Claudio

Dallo scrutinio del 14 aprile 2008 è emerso un vincitore: Silvio Berlusconi. Bisogna ammettere che ha svolto una campagna elettorale più attenta alle esigenze dell’Italia di oggi, grazie anche alle difficoltà interne di Veltroni.
Ne abbiamo parlato con Almerino Furlan, presidente dell’Intercomites Spagna.

Presidente, a risultati ufficiali, che Italia esce dalle urne?

L’Italia che emerge dalle urne è un paese che ha rimosso finalmente la prima Repubblica: ci sono voluti più di 60 anni per voltare pagina e consentire al Parlamento di dotarsi di un sistema bipartico che permette di sviluppare un’ attività parlamentare costruttiva ed al passo con i tempi. Questa situazione, caratterizzata da una serie di rivendicazioni insopportabili per il sistema paese, ha portato le casse dello stato a toccare il fondo, con un debito pubblico il più alto dei paesi industrializzati, e che ha condizionato tutte le scelte di politica economica degli ultimi quaranta anni. Oggi è possibile voltare pagina, basta volerlo.

Secondo Lei quali sono le emergenze da risolvere prioritariamente?

Io suggerirei di dedicare il massimo dell’attenzione all’economia avviando quell’opera di risanamento che l’Unione Europea e le grandi Agenzie mondiali suggeriscono. I mercati finanziari oggi patiscono una pericolosa turbolenza ed i rischi che coinvolgano l’economia italia non sono remoti. Il nuovo esecutivo avrà una maggioranza solida sia alla Camera che al Senato: non mancano quindi le condizioni per legiferare opportunamente. Bisognerà poi affrontare il problema della spesa pubblica, vero tallone di Achille dell’economia italiana. L’Italia de secolo XXI non può permettersi di avere una macchina dello stato che funziona “a tre cilindri”; ci vogliono agilità, modernità, ma soprattutto una radicale ristrutturazione delle strutture della macchina statale. È auspicabile la creazione di un ministero apposito per l’ammodernamento dello Stato. Solo così si possono vincere le sfide del futuro.

Presidente, i risultati elettorali in che misura possono influenzare la vita degli italiani all’estero?

Il risultato del voto all’estero, che emerge dai dati ufficiali, è ovviamente condizionato anche dalle situazioni locali. L’italiano che vive all’estero è portato più di altri a comparare le condizioni dell’Italia con quelle dei paesi in cui risiede abitualmente. Non v’è dubbio che l’ultimo biennio ha seminato sfiducia negli italiani inducendo molti residenti all’estero a disertare i seggi. Questo governo dovrà voltare pagina: più attenzione verso gli italiani all’estero.

Proposte da suggerire?

Innanzitutto affidare la delega del vice-ministero degli esteri per gli italiani nel mondo ad un eletto nelle circoscrizioni estero. Questa scelta darebbe un segnale positivo nei confronti delle esigenze dei nostri connazionali residenti fuori confine.
Avviare un’indagine conoscitiva sulla situazione della nostra rappresentanza all’estero per migliorare la produttività ed efficienza al fine di offrire un servizio di qualità a quanti si rivolgono ai nostri consolati ed agenzie consolari.
Aumentare le responsabilità dei Comites perchè finalmente decolli un servizio di attenzione alle collettività nazionali all’estero, dotandoli di risorse adeguate al fine di essere le vere antenne dei parlamentari, mettendo in discussione il ruolo del CGIE.. Qualificare gli interventi a favore della diffusione della cultura italiana all’estero attraverso interventi mirati. Lo studio della lingua italiana dovrà essere favorito da scuole all’estero efficienti e soprattutto prestigiose. Non bisognerà escludere la possibilità di apposite convenzioni con le scuole pubbliche degli stati esteri per introdurre nei piani formativi anche lo studio della lingua italiana. Un ruolo importante dovranno averlo i lettori operanti nelle università che dovranno avere un ruolo promozionale nella creazione di cattedre di lingua e letetratura italiana. E, per ultimo, ma non certo per importanza, rafforzare il ruolo delle istituzioni incaricate di promuovere il “made in Italy”. Troppi falsi oggi invadono i mercati mondiali e l’Italia è il paese che paga il prezzo maggiore. L’ambasciatore Terracciano a Madrid ha da tempo intrapreso azioni di coordinamento delle istituzioni per tutelare l’immagine dell’Italia in Spagna. Cultura e promozione del “made in Italy” sono la ricetta migliore perchè il nostro paese torni ad occupare il ruolo che le compete nello scacchiere mondiale.

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