Per l’ambiente, per la sostenibilità , per il futuro il voto utile è a la sinistra l’arcobaleno

di Francesca Santoro

Il rispetto per l’ambiente e la volontà di costruire un mondo diverso da quello in cui viviamo sono tra le priorità del programma di La Sinistra l’Arcobaleno.
Ne parliamo con il professor Gianni Mattioli, docente di fisica matematica e di fisica presso l’Università di Roma “La Sapienza”, che in una recente intervista pubblicata su “Il Manifesto” ha annunciato di aver abbandonato il Partito democratico per dare il suo voto a La Sinistra l’ Arcobaleno, proprio per difendere le tematiche ambientali.

Professore, ci può spiegare la sua decisione di sostenere il programma de La Sinistra l’Arcobaleno?
La mia è una storia di sinistra. Alla metà degli anni ‘80 demmo vita ai Verdi perché la cultura dello sviluppismo, di cui era intrisa la sinistra, sembrava immodificabile.
In questo ultimo decennio, molti hanno pensato che le due culture fondamentali della sinistra, quella del Movimento operaio e quella dei Cattolici democratici avrebbero dovuto trovare una sintesi. Si tratta di due culture che hanno scritto pagine nobili nella storia del Paese, ma sono culture di 150 anni fa, mentre la nostra società ha subito cambiamenti profondi.
Alla luce di vicende drammatiche, quali lo sconvolgimento climatico o la geopolitica sanguinosa dell’energia, ho pensato che la cultura della Sostenibilità potesse rappresentare il terreno su cui costruire una sintesi dei valori sopra richiamati – solidarietà, egualitarismo – adatta a questo tempo. Per ciò ho lavorato per l’Ulivo, per la nascita del Partito democratico.
Di fronte alle prove deludenti del PD, sia dal punto di vista della sua costruzione, sia dal punto di vista dei suoi contenuti programmatici, ho visto invece che, nella Sinistra, l’idea di intrecciare strettamente la trasformazione sociale con la sostenibilità si è radicata realmente: Bertinotti indica sostenibilità e non violenza come prospettive fondamentali su cui dar vita, dopo le elezioni, alla nuova forza politica della Sinistra.

Cosa l’ha delusa dell’esperienza con il Pd?
Il percorso costituente non è stato accompagnato da uno sforzo, impegnativo ed entusiasmante, di coinvolgere migliaia di persone in un dibattito sulle idee, per far nascere, anche da punti di partenza diversi, un programma comune. Si è piuttosto puntato a costruire organigrammi mediati tra gli apparati esistenti e la cultura dell’immagine. Ma il punto più deludente è nei contenuti programmatici: Veltroni ripete in modo ossessivo questo obiettivo della crescita, senza alcuna indicazione critica su che cosa ciò possa significare, in un pianeta in cui le risorse, a cominciare dall’energia, non permettono più a seicento milioni di abitanti di consumarne tanto quanto gli altri sei miliardi. Ci si riempie la bocca di innovazione tecnologica per sostenere la competitività, senza rendersi conto che questa competizione distrugge risorse e distrugge lavoro, mentre le politiche economiche della sostenibilità – riqualificazione urbana, ristrutturazione delle reti di trasporto, energie pulite e rinnovabili, ristrutturazione dei processi produttivi volta a ridurre l’inquinamento e lo spreco di risorse, agricoltura per la sicurezza alimentare e per la salvaguardia del territorio, valorizzazione dell’ambiente e della bellezza,…- puntano al ben vivere per tutti e, insieme, danno fiato all’economia. Nel programma del PD si è arrivati ad inserire, non la ricerca in materia di energia nucleare, ma le tecnologie di IV generazione, formula che all’esterno fa dire che anche il PD, come Berlusconi, è per il rilancio.

Ci può spiegare la sua opposizione all’ambientalismo del sì?
Non penso soltanto a dissennate scelte di opere pubbliche – quali il MOSE a Venezia o la Tirrenica o inceneritori – ma ad una visione generale. I cambiamenti climatici o la crisi energetica impongono di cambiare la struttura del bilancio energetico, riducendo rapidamente il consumo dei combustibili fossili. Non ci si illuda sull’energia nucleare: a parte le scorie, o la proliferazione militare, o i costi, si pensi che oggi essa copre il 6,5% dei consumi mondiali di energia e, a questo pur modestissimo ritmo, c’è uranio fissile per 30 anni. Se volessimo fare dell’uranio l’alternativa al petrolio, ci scanneremmo su di esso come facciamo sul petrolio. E’ vero che ci sono ottime tecnologie per il risparmio energetico e per l’uso di energie pulite e rinnovabili, ma il passaggio da produzioni di energia fortemente concentrate come le attuali (carbone, petrolio, gas) a produzioni decentrate sul territorio richiede una profonda rivoluzione ingegneristica, economica e organizzativa troppo lunga rispetto ai tempi minacciosi dell’emergenza con cui dobbiamo misurarci. Questo richiede allora che si guardi oggi ai nostri stili di vita e si proceda subito a quei cambiamenti che sopra indicavo come politiche della sostenibilità. Sono politiche di ben vivere per tutti, ma basate su una cultura della qualità piuttosto che della quantità, che richiede molto di più uso parsimonioso delle risorse, che spreco e dunque poco ha a che fare con il SI.

Quali sono, secondo lei, le priorità politiche su cui la Sinistra l’Arcobaleno dovrebbe intervenire?
Non voglio parlare qui di tutto: giovani, immigrazione, salute o pace e mi limiterò alle questioni discusse.
La innovazione tecnologica, l’aumento di produttività del lavoro, finalizzate alla competizione tra le imprese, distruggono occupazione. Ho indicato sopra quegli elementi di politica economica, prima ancora che di politica ambientale, che aprono prospettive straordinarie di buona e stabile occupazione. In un territorio limitato e bellissimo non si può pensare di garantire a tutte le famiglie l’abitare, senza procedere ad una redistribuzione del patrimonio abitativo esistente: ci dice il Cresme che in Italia ci sono 2,5 milioni di alloggi inutilizzati. Insomma la politica della sostenibilità ha bisogno di equità sociale e viceversa. Siamo pronti a scrivere capitoli di programma per mostrarlo.(sin-dem.it)

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