Il PD forte… dal cuore della gente

Una campagna elettorale è occasione propizia per parlare con vecchi e nuovi amici. La nascita del Partito Democratico, il coraggio di cambiare, di andare da soli e rischiare, la voglia di vedere un’Italia nuova, semplificata sotto il profilo politico e capace di prendere le decisioni più difficili: questa la speranza di chi oggi vota PD. Per combattere l’evasione fiscale, aumentare le pensioni e gli stipendi, introdurre un salario minimo garantito per i giovani, ed allo stesso tempo far quadrare i conti pubblici – continuando a tutelare gli interessi degli italiani all’estero, sulle pensioni, come abbiamo fatto con la 14esima INPS e sulla cittadinanza, con l’intenso lavoro per riaprirne i termini per il riacquisto.
Ma esiste anche un’altra ragione: voler credere in un’Italia più giusta, più efficiente, più organizzata, che si possa amare non solo per le nostre origini e la sua storia, non solo per le sue bellezze artistiche e naturali, ma anche per quello che oggi può essere e rappresentare in Europa e nel mondo. Amare l’Italia anche per il suo sistema politico. Questo ci dicono gli italiani all’estero insieme a tante altre storie, personali e non, di vita politica e non, di vita quotidiana e di “intenso” ed “autentico” amore per l’Italia, gli italiani e la speranza di un’Italia migliore.
Franco mi dice che ha trascorso la sua vita a giustificare le scelte fatte, prima alla famiglia poi ai figli, ma che non si è mai pentito di aver sposato Maria – a cui vanno tanti auguri – di essere emigrato in Australia e di aver sempre creduto nella gente: per questa ragione vede Veltroni come una speranza vera per l’Italia. Anche i laburisti ed i liberali d’origine italiana la dovrebbero veder così, pensa Franco. Meno partiti è anche più democrazia, perché con tanti partiti i messaggi si confondo, si sentono solo urla, si vedono solo litigi, si sentono sempre promesse e giustificazioni. Ora basta: con il PD al Governo un solo programma, un solo partito, un solo gruppo parlamentare ed una sola risposta all’Italia.
Maria ricorda i tanti problemi, dai tempi della pensione, nel rapporto con il Consolato. Anche oggi, ci ricorda, che non ha ricevuto le carte per votare. Spieghiamo che può telefonare. Dice: spero che si possa risolvere al telefono perché io al Consolato non vado! Non possiamo dar torto alla Signora Maria ma dobbiamo anche difendere i consolati: dopo cinque anni di tagli con Berlusconi, stavamo riprendendo un difficile cammino verso un potenziamento della rete consolare nel mondo: con più personale a contratto, con condizioni di lavoro e di carriera riformate, personale di ruolo sufficiente a garantire i servizi ed una semplificata gestione della spesa per i Consoli. L’impegno di tutto il personale – soprattutto durante i periodi elettorali – è un atto di serietà professionale e dimostra un grande senso di responsabilità verso le istituzioni.
Mauro, da Sydney, invece, mi sorprende favorevolmente: vado al Consolato a ritirare i plichi non arrivati! Dico grazie per ciò che fa per noi e lui: lo faccio anche per me! Bella risposta.
Bello, infine, l’appello della signora Eleonora, da Perth, che mi dice: dobbiamo combattere l’astensionismo, ma dobbiamo anche far capire che un voto per alcuni partiti, come i socialisti, è un voto sprecato, per un partito che non avrà eletti in Parlamento e che per disperazione ha provato a candidare pure Mastella!
Il Signor Randazzo – omonimo del collega Senatore Randazzo, candidato al Senato –mi ricorda che l’Italia di Prodi ha visto le liberalizzazioni ed i primi segnali di modernità. Dice giustamente che i litigi interni alla maggioranza non sono mai utili ma che le coalizioni fatte da tanti partiti portano a questo risultato. Chiede: ma Forza Italia e AN non stavano litigando solo alcune settimane prima del tradimento di Mastella? Come mai per le elezioni sono tornati tutti amici? È convinto che cominceranno a litigare appena dopo le elezioni, che vincano o perdano: meglio non votarli!
Il Signor Enzo ci riconosce almeno due meriti: aver lavorato bene sulle pensioni, in particolare la quattordicesima, e l’onestà e l’integrità dimostrata, in particolare dal Senatore Randazzo. Caro Enzo grazie per le sua parole e grazie per aver riconosciuto il nostro lavoro: per fortuna la gente è più generosa dei nostri avversari che sanno solo offendere: pensiamo a Zacchera – responsabile di AN per gli italiani nel mondo – che attacca il sottoscritto poiché da parlamentare di maggioranza sarei intervenuto solo una volta. Non dice il vero poiché sono intervenuto in aula due volte e non dice il vero poiché intervenire due volte, da parlamentare di maggioranza in un gruppo di oltre duecento, è un privilegio che tocca a pochi.
Mario da Sydney che mi dice: votiamo per voi ma dovete dire ai vostri colleghi parlamentari che è ora di fare pulizia, che la pulizia è quella che deve liberarci dal malcostume ma anche dalla cattiva politica. Dico che abbiamo già cominciato, proprio facendo partire un partito nuovo, il Partito Democratico.
E che dire dell’incredibile numero di indipendenti – dice Giovanni. Tutti i candidati fanno capo a partiti o a coalizioni eppure tutti amano definirsi indipendenti. Veramente noi no. Non abbiamo mai sputato sui partiti, soprattutto i nostri. Alcuni candidati non sanno neanche quali siano i loro partiti, devono essere davvero indipendenti – rispondo! E mi riferisco ai candidati del PdL che non sanno per quale coalizione competono.
Infine agli amici socialisti: non è più tempo per tavoli di concertazione. Noi siamo da soli ed andiamo avanti come Partito Democratico, solo come PD. Le porte sono aperte, ma è qui che si costruisce la nuova rappresentanza degli italiani all’estero, per l’Australia e per tutta la ripartizione, indipendentemente da come andranno queste elezioni. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma le scelte PD si fanno in casa del Partito Democratico e saranno scelte forti. Le risorse sono del Partito Democratico ed in quella sede – insieme alla comunità, con i nostri eletti, i nostri sostenitori e la nostra gente – ne decideremo la destinazione.
Intanto il miglior auspicio di fine campagna elettorale all’estero, ed in vista del voto in Italia, è che si possa guardare con serenità ad una vera ed irreversibile svolta politica in Italia. Noi lo stiamo proponendo con serietà.

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