20 guerre dimenticate nel mondo (6°): Perù

tratto da:
Guida del mondo 2005/2006. Il mondo visto dal Sud – Ed. EMI (Editrice Missionaria Italiana)

Nei primi decenni del XX secolo ebbe avvio lo sfruttamento su grande scala del rame. Gli investitori stranieri sfruttarono anche le riserve petrolifere nel nord del paese, e la canna da zucchero e il cotone, nelle regioni settentrionali e centrali, senza tuttavia modificare l'ormai anacronistico sistema agrario.
Fu in questo contesto che l'APRA (Alleanza popolare rivoluzionaria americana), partito di ispirazione marxista, riuscì ad ottenere un vasto consenso popolare. Nonostante la vittoria riportata in più di una consultazione elettorale, l'APRA non riuscì mai ad arrivare al governo, a causa dei numerosi colpi di stato militari.
Nel 1968 un gruppo di militari capeggiati dal generale Juan Velasco Alvarado con l'ennesimo colpo di stato obbligarono alle dimissioni il presidente Fernando Belaúnde Terry. Con la nazionalizzazione delle imprese petrolifere, Alvarado diede avvio a un ampio programma di riforme.
Nell'agosto del 1975 Velasco venne destituito dal suo primo ministro, il generale Francisco Morales Bermúdez. Pressato dal FMI e dall'oligarchia, desiderosa di riconquistare il potere, Morales indisse le elezioni politiche per il 1978.L'APRA, la sinistra e il Partito Popolare Cristiano – esponente della destra tradizionalista – si ripartirono in percentuali pressoché uguali i seggi dell'Assemblea costituente.
Azione Popolare (AP), il partito di Belaúnde che aveva boicottato le consultazioni per la Costituente, trionfò alle presidenziali del 1980 e mise in atto le ricette economiche del FMI. Nello stesso anno riprese la lotta armata dei guerriglieri di Sendero Luminoso. Nel 1984 nacque il Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA).
Le elezioni presidenziali del 1989 furono vinte dall'allora sconosciuto Alberto Fujimori con il 56,4% dei voti.
La cattura di Abimael Guzmán, fondatore e leader di Sendero Luminoso, inflisse un duro colpo al gruppo guerrigliero, che si mostrò disposto a iniziare trattative di pace.
All'inizio del 1995 il Perù e l'Ecuador si scontrarono in una guerra non dichiarata presso il confine comune costituito dalla Cordigliera del Condor. Inegoziati di pace si svolsero sulla base del Protocollo di Rio, con Argentina,Brasile, Cile e Stati Uniti come garanti.
Alle elezioni di aprile Fujimori fu rieletto a grande maggioranza e amnistiò i soldati e i poliziotti che scontavano pene per aver violato i diritti umani nella lotta contro la guerriglia.
Il 23 ottobre 1998, a tre anni dal conflitto armato, il Perù e l'Ecuador concordarono un trattato di pace – firmato la settimana seguente a Brasilia – a partire da un nuovo tracciato dei confini proposto dai paesi garanti: Argentina, Cile, Brasile e Stati Uniti.
Nel 1997 vennero destituiti quei membri del Tribunale Costituzionale che avevano dichiarato che la legge fondamentale del Perù proibiva una nuova rielezione di Fujimori. Nonostante l'impedimento costituzionale, Fujimori si candidò nuovamente alle presidenziali. Il candidato dell'opposizione, l'economista Alejandro Toledo (che aveva ottenuto il 41%), affermò che Fujimori (48,7%) aveva malversato fondi statali per sostenere la propria campagna e impedito l'accesso dell'opposizione ai grandi media. Quella stessa notte Toledo guidòun'insurrezione popolare di migliaia di persone, a Lima, per ottenere unsecondo turno elettorale. Infine Toledo, un ex lustrascarpe di origine india, annunciò che non si sarebbe presentato perché non c'erano le condizioni pergarantire la trasparenza delle elezioni.
Il 28 maggio 2000, in assenza di osservatori internazionali, il candidato unico Fujimori fu proclamato presidente dalla Corte Elettorale. Sommando le schede nulle – su cui c'era scritto, come richiesto da Toledo, “no alla frode” – a quelle a favore del candidato che si era autoescluso, si verificò che il 54% della popolazione aveva votato contro Fujimori, che fu duramente criticato dall'OAS (Organizzazione degli Stati Americani) e dagli Stati Uniti. L'OAS fece pressione affinché si fissassero le scadenze dei cambiamenti istituzionali nel paese, con riforme che garantissero le libertà fondamentali. In una riunione con la segretaria di Stato USA, Madeleine Albright, agli inizi di settembre, Fujimori si impegnò a effettuare le riforme.
A causa dello scandalo che coinvolse il direttore dei servizi segreti, Vladimiro Montesinos, Fujimori annunciò che avrebbe indetto nuove elezioni, alle quali non si sarebbe presentato. In ottobre Fujimori e le forze dell'opposizione concordarono di fissare le elezioni per l'aprile del 2001.
In novembre, dopo che Fujimori ebbe rassegnato le dimissioni dal Giappone – in cui si era recato quando era stato deposto dal Parlamento di Lima – Valentín Paniagua, di Azione Popolare, fu nominato presidente di un Governo Costituzionale Transitorio. Un comitato del congresso approvò contro Fujimori, nel febbraio 2001, un'azione di accusa di abbandono dell'incarico, minacciando di fargli perdere l'immunità parlamentare.
Vincitore di elezioni finalmente regolari dopo tanti anni, Toledo fu il primo presidente liberamente eletto di origine india. Entrando in carica, il 28 luglio, prese le redini di un paese con forti debiti, problemi fiscali, una grave recessione e il 54% della popolazione in condizioni di povertà. Secondol'équipe economica di Toledo tra il 1997 e il 2000 la povertà nella capitale era aumentata dal 37 al 45%.
In novembre una Commissione della Verità cominciò a esaminare migliaia di denunce presentate negli ultimi decenni. In dicembre le autorità emanarono un secondo ordine internazionale di arresto contro Fujimori, affinché subisse un processo per corruzione e violazione dei diritti umani.
In quello stesso anno, il ministro della Sanità Fernando Carbone rese pubbliche le conclusioni della Commissione sul Programma di contraccezione chirurgica volontaria, che indicavano che, durante il mandato di Fujimori, era stato attuato un progetto di sterilizzazione forzata nelle zone rurali del paese. Si calcola che tra il 1996 e il 2000 siano state sterilizzate oltre 280.000 persone, soprattutto indigeni, contro la loro volontà o in cambio di cibo.
Nel 2002 la privatizzazione di due potenti compagnie elettriche peruviane suscitòviolente proteste. Dopo due settimane di scontri, il ministro degli Interni, Fernando Respigliosi, si dimise e Toledo sospese le privatizzazioni.
Nonostante le sue dichiarazioni di innocenza, il primo ministro Beatriz Merino si dimise nel 2003 perché coinvolta in uno scandalo per corruzione. Toledo chiese le dimissioni della Merino, che fu sostituita da Carlos Ferrero (un esperto legislatore del partito Perù Possibile).
Nell'apriledel 2004 6 persone morirono e 1.500 turisti rimasero intrappolati a causa di smottamenti di terreno avvenuti nei pressi di Machu Picchu. La franainterruppe strade e sentieri tra le rovine inca e la città di Cuzco.
Nei primi mesi del 2005 si intensificarono le proteste dei produttori di coca, che chiedevano una diminuzione graduale e concertata delle coltivazioni delle foglie di coca. Il governo accusò che dietro queste proteste si nascondessero i trafficanti di droga.
Nel novembre 2005 Fujimori fu arrestato in Cile, dove si era recato forse per rientrare in Perù, e Lima ne chiese l'estradizione.
Le presidenziali dell'aprile 2006 furono vinte al ballottaggio dal candidato dell'APRA Alan Garcia.(Conflitti dimenticati.it)

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