Responsabile nazionale UDC per il Mondo Cattolico
“E’ centrale la preoccupazione dei Vescovi per una nuova legge elettorale. Si poteva fare prima, a chiusura della precedente legislatura con qualche mese in più di lavoro e con un po’ più di buona volontà. L’UDC l’ha desiderata fortemente e ci sembra che questo richiamo sia quanto meno opportuno perché senza regole chiare qualsiasi azione politica rischia di perdere ogni efficacia. Chiarezza del quadro politico significa anche certezza dell’azione parlamentare.
Mi piace anche sottolineare il richiamo di mons. Giuseppe Betori sulla questione della scuola, messa in secondo ordine in questa campagna elettorale. È vero, non c’è una seria preoccupazione e questo dimostra il provincialismo del nostro modo di fare politica. La scuola non è stata al centro delle preoccupazioni del precedente governo. Precedenza hanno ricevuto invece le questioni di natura sindacale e burocratica, la sistemazione dei precari e il riordino del Ministero, cose legittime ma che non servono certo a rilanciare l’azienda paese.
La libertà scolastica potrebbe essere un motore importante per liberare nuove energie e accogliere l’idea di un pluralismo che tutti declamano ma in realtà nessuno riesce poi ad affermare nel concreto. Il pluralismo culturale è fatto appunto di pluralismo educativo, cioè la possibilità degli adulti di insegnare ai propri figli secondo i propri orientamenti religiosi e culturali”.