Perché voto socialista

Senatore DS-L’Ulivo nella XIII Legislatura, candidato del PS milanese al Senato

Queste elezioni sono importanti, perché segneranno, comunque, una svolta. Una stagione, quella dell’Ulivo e del Centro-sinistra, è finita. Quella stagione ha avuto luci ed ombre, ma non meritava di finire così, seppellita dai suoi stessi protagonisti. Mi ha fatto riflettere l’annuncio che Prodi abbia rinunciato alla tradizionale conferenza stampa di fine legislatura “per non favorire la propria parte politica”, ha dichiarato.Tutti, invece, sanno che da parte del PD si pensava con terrore a tale conferenza, come fosse il bacio della morte sulle speranzuole di superare nel rush finale il Cavaliere. Dopo il 14 aprile l’unica cosa vecchia che ci sarà (probabilmente) ancora è Silvio. Tuttavia, ed è questa la prima scelta che ciascuno di noi dovrà fare, non mi farò condizionare dal ritorno del Cavaliere S. B. nel decidere come votare.

Una legge elettorale incostituzionale – Il voto in democrazia è la manifestazione più importante della sovranità del popolo e della libertà del cittadino. Se il popolo non è sovrano ed il cittadino non è libero, non siamo in democrazia. Votiamo con una legge elettorale incostituzionale, sia per il premio di maggioranza, sia per le liste bloccate.
Sul premio di maggioranza si è già espressa, sia pure solo incidentalmente per mancanza di coraggio, la Corte Costituzionale nelle sentenze 15 e 16 del 2008, emesse decidendo, in maniera sciagurata, di ammettere i referendum elettorali, che renederebbero ancora più grave la incostituzionalità della legge Calderoli, nota come “porcellum”.
Con premio di maggioranza e lista bloccata il voto non è più uguale. Né Camera e Senato sono eletti direttamente, come prevede la Costituzione: una buona parte dei loro componenti sarà eletta non dai cittadini ma dal premio di maggioranza, cui si aggiunge lo scandalo di quelli eletti indirettamente, grazie alle opzioni dei candidati multipli, nel PdL la regola.
Si vuole imporre un bipolarismo coatto ed artificiale, con tutti i mezzi, compreso il silenzio della stampa, sullo scandalo della mancanza di tutela del cittadino elettore che non voglia votare con una legge incostituzionale. Capisco i giornali legati a Berlusconi direttamente o quelli a Veltroni indirettamente attraverso gli interessi dei loro editori, ma all’appello mancano anche giornali come il Riformista, il Manifesto e Liberazione. Stupisce la posizione degli ultimi due legati ad uno schieramento, quello della Sinistra Arcobaleno (so che non è il nome esatto, ma la presenza del punto tra le due parole e degli articoli è stata una delle ragioni che mi ha fatto dubitare del progetto) che dal premio di maggioranza, e perciò dal “voto utile”, è danneggiato.
Vocazione al suicidio o calcolo politico? L’una e l’altro. Se la vicenda finiva in Corte Costituzionale (due sentenze di primo grado e d’appello emesse nel giro di 28 giorni dalla prima notifica – e si dice che in Italia la giustizia è lenta? – l’hanno impedito). C’era il rischio che saltassero anche le liste bloccate: a quel punto addio alla sinistra unita!
Il PD non può presentarsi come il nuovo, cioè la “coalizione per” e beneficiare a man bassa dell’antiberlusconismo viscerale: senza il quale sarebbe molto di sotto del 30%. Troppi tra i miei amici e conoscenti, anche gente di sinistra tosta, per i quali già i DS erano moderati, mi preannunciano il voto PD, ma turandosi il naso. Io invece non posso votare in apnea, che fa affluire meno ossigeno al cervello, ma nelle province di Napoli e Caserta può essere forse un vantaggio per non sentire l’immondizia. Poi però bisognerebbe chiudere gli occhi e non vedere né Bassolino né la Jervolino.
Se si vuol dare un voto utile, la vera palestra è il Senato, dove si può votare per impedire la vittoria di Berlusconi anche nella Camera alta, per la Sinistra Arcobaleno o anche per l’UCD, se si vuol dare un voto utile e contro il PdL. L’Italia è un paese a bicameralismo perfetto e, quindi, bisogna avere la maggioranza nelle due Camere: oggi dovremmo saperlo bene. Non lo sapevano i nostri dirigenti nel 2001, tanto che regalarono la vittoria a Berlusconi al Senato: tra i responsabili c’era anche Veltroni, ma in Italia la memoria è corta.
C’è il premio di maggioranza, ci sono le liste bloccate… Non possiamo permettere che ci rubino anche la libertà di scelta: se si vota PD alla Camera dei Deputati per impedire a Berlusconi di vincere, si corre il rischio di buttare via il voto qualora il PdL vincesse ciò malgrado. Si darebbe un segnale a favore del bipolarismo artificiale e ricattatorio. Tra i suoi prodotti c'è Di Pietro che ho sentito spiegare perché nel suo Molise si doveva votare non il PD, ma l'Italia dei Valori, con argomentazioni da concorrente e non da alleato: Veltroni non doveva correre da solo?
Dobbiamo dare un segnale che non siano disposti ad essere dominati da oligarchie dei partiti, men che mai se i partiti fossero ridotti a due.

Un voto ideologico! – Lo ammetto. Non mi vergogno di farmi condizionare dalle mie idee, dalla mia visione del mondo. Io condivido quel che penso. E io non penso bene di tutto questo continuo proclamare che l’ideologia è morta, che destra e sinistra non esistono più (allora perché il bipolarismo?). Quando si dice che la sinistra e la destra sono la stessa cosa, ricordo sempre la battuta yddish: “Se il tuo rabbino è come il mio rabbino, perché non prendiamo il mio rabbino?”.
La sinistra cambia nel tempo e nello spazio, però resta sempre qualcosa di diverso o almeno dovrebbe. Certo che c’è un po’ di retorica e di sentimentalismo nel dichiararsi di sinistra in Italia, poi nel sentirsi socialista bisogna essere anche temerari. Per chiarire, per me la parola socialista, sia come aggettivo che come sostantivo, ha un significato, perché esiste la parola SOCIALISMO. La scomparsa di questo riferimento nei documenti fondativi della Sinistra Arcobaleno è stato il secondo e maggiore motivo di dubbio su quel progetto.
Nel nome del SOCIALISMO si sono commessi delitti e si sono instaurati regimi dittatoriali. Pur definendosi socialisti, molti, troppi, si sono adattati all’ideologia dominante del mercato. Tuttavia a fronte delle diseguaglianze, in molti casi crescenti, tra aree del mondo ed all’interno dello stesso paese, resto dell’idea che non tutto si regoli automaticamente col mercato.
Lo sviluppo ed il sottosviluppo stanno minacciando come non mai la stessa vita sul pianeta. Con una frazione delle spese militari, che probabilmente superano quelle del tempo della Guerra Fredda e dello scontro USA-URSS, si potrebbero eliminare le pandemie, l’analfabetismo e la mancanza di acqua potabile. Le economie dei paesi occidentali ed i nostri stessi risparmi sono minacciati da una crisi, che ha la sua origine nella concessione di mutui immobiliari a rischio negli Stati Uniti. Fu una scelta precisa per alimentare la bolla immobiliare ed i cosiddetti “derivati” collegati ai “valori” liberisti, una scelta accompagnata da totale deregulation sugli istituti che concedevano i mutui.
Personalmente mi è sempre piaciuto il primo statuto del PSOE (Partido Socialista Obrero Espanol) secondo cui l’obiettivo del Partito era la “costruzione di una società senza classi di uomini liberi, uguali, onorati ed intelligenti”. Linguisticamente ci sarebbero ora dei problemi di politically correct, bisognerebbe dire “persone” ovvero “donne e uomini” (non soltanto uomini)… E poi l’obiettivo dell’intelligenza potrebbe essere male interpretato come contro i portatori di deficit cognitivi…
Non credo che il socialismo sia un “cane morto” nel XXI secolo. Ha abbaiato anche di recente nelle elezioni politiche spagnole e nelle amministrative francesi.

L’Italia è in Europa. L’Europa nel mondo – Io voto in Italia. Ma occorre avere occhio, oltre che alla crisi finanziaria internazionale e agli scenari di guerra, anche alla cronaca: per capire che senza uno sguardo di più ampio raggio, non si faranno scelte razionali. Pensate alla vicenda AIR FRANCE / ALITALIA o alle traversie della Mozzarella di bufala: capirete che il nostro sistema politico non può rimanere anomalo rispetto alle grandi culture politiche europee.
In Europa ci sono due grandi schieramenti, quello progressista del Partito del Socialismo Europeo e quello conservatore del PPE. Accanto a questi ci sono poi il gruppo liberdemocratico, quello ambientalista e quello della sinistra radicale (definizione che mi fa orrore, come “Terzo Mondo” o “Paesi in Via di Sviluppo”, ma per farmi capire la uso). Infine c'è anche una destra-destra. E' chieder troppo volere che questo pluralismo europeo sia garantito in Italia? Ma soprattutto sarebbe bello se l’Italia uscisse dall'anomalia nazionale ed entrasse nella normalità politica europea.
Credo in una sinistra come in Europa, cioè autonoma, laica e socialista. Per raggiungere questo obiettivo ci vorrebbe una sinistra nuova, unita, larga e plurale. E non si può parlare di sinistra plurale, se essa non comprende una consistente area socialista vincolata alla storia e ai valori del Socialismo europeo ed internazionale. Sinistra Democratica poteva costituire l’elemento di novità ed agire in raccordo con il parallelo percorso della Costituente Socialista… Così non è stato: l’esigenza di salvare il salvabile di due gruppi parlamentari evidentemente ipertrofici ha dettato i suoi comportamenti.

La laicità – Mai la Chiesa Cattolica è stata così invasiva, ma non mi meravigliano le gerarchie, ma l’assenza di reazioni adeguate dei partiti politici italiani, massimamente del PD. Mi rifiuto di far subordinare la libertà di ricerca scientifica ai dogmi clericali e di far entrare sotto le mie lenzuola o nelle mie mutande la loro morale – un po’ ondeggiante quando si tratta di pedofilia dei sacerdoti.
Credo nella laicità delle istituzioni, unica garanzia di libertà e pluralismo. Credo nella funzione della scuola pubblica secondo il dettato costituzionale e sono contro il dilagare dei finanziamenti alla scuola privata. Nel panorama dei partiti politici il Partito Socialista mi pare il più coerente, come dimostra la candidatura di Grillini a Roma, mentre si è ricostituita l’alleanza intorno a Rutelli: una maggioranza incapace di istituire il registro delle famiglie anagrafiche, ma capace di approvare un “Piano di Governo del Territorio” funzionale all’alleanza con i grandi costruttori romani e con gli istituti religiosi. Quale coerenza?

Adesione critica – Conosco i limiti della costruzione affrettata del Partito Socialista, che non ha potuto ancora tenere il proprio congresso, causa elezioni anticipate. Non sottovaluto le resistenze delle piccole oligarchie figlie della diaspora socialista: le ho sperimentate nella formazione delle liste, ma con gli occhi e le orecchie bene aperte sono convinto che quello al PS sia l’unico voto con un germe di futuro.
Ora occorre ancorarsi alla storia più che centenaria del socialismo italiano, senza limitarsi alle nostalgie craxiane. Occorre intensificare la partecipazione nelle famiglie del PSE e dell’Internazionale Socialista.
Un successo del PS è un investimento che darà i suoi frutti, sia che si superi il 4% sia che si incrementino i voti rispetto al tradizionale 1-2%.

I candidati – Nel PS ci sono novità quanto alle candidature. Valgano da esempio quella di Gavino Angius e di Valdo Spini. L’indicazione di Boselli quale candidato alla presidenza del consiglio è un premio ad un uomo politico per bene e garbato, coerente sostenitore – non ricambiato – di Prodi.
A Milano ci sono Francesco Somaini, Presidente del Circolo Rosselli, e Nicola Del Corno, Vicepresidente dello stesso Circolo, intitolato a quegli splendidi esponenti di un pensiero liberalsocialista di sinistra. Poi c'è ancora Raffaele Vilonna, un tecnico della sicurezza dei luoghi di lavoro. Con Somaini ed Vilonna ho condiviso la battaglia dentro i DS contro lo scioglimento nel PD. Con loro intendo continuare ad agire a partire dal 15 aprile, quando tutta questa nostra sinistra italiana avrà comunque bisogno di avviare una riflessione critica. A questo noi vogliamo lavorare, a tutto campo, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che siano rimasti nel PD o nella Sinistra Arcobaleno.
L'invito a votare per le liste del Partito Socialista sono fatte anche per queste ipotesi di lavoro post-elettorali. In Italia PSI e PCI superavano il 40%: bisogna ricostruire una sinistra con le stesse ambizioni di radicamento sociale ed elettorale.(ADL)

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