di Giampiero Pallotta
La presumibile vittoria elettorale consentirà a Berlusconi di chiudere la “partita” politica con il “punteggio” finale di 3 a 2. Cinque volte si è presentato alle elezioni, due volte ha perso e (se vincerà) tre volte ha vinto. Per lui si tratta di una questione del tutto “personale”. Subito dopo la (probabile) vittoria, nel centrodestra inizierà il post-Berlusconi. Che, infatti ha già da tempo dichiarato di voler lasciare la politica tra breve. Di fronte a quest’evenienza il partito del “Il Popolo della libertà” e’ impreparato, ha poche idee su cosa debba essere il nuovo partito, sulla sua identità politica e culturale, sul progetto per modernizzare l’Italia. Indubbiamente, Berlusconi è un fuori classe. La politica italiana ruota intorno a lui dall’autunno del 1993. Ha vinto ed ha perso, ma persino quando ha perso è rimasto al centro della scena. È stato battuto dalle coalizioni di Prodi che volevano il potere: questo era il loro programma e per questo hanno durato pochi mesi. Che cosa accadrebbe se venisse a mancare Berlusconi? Da un lato mancherebbe il fondatore, il punto di riferimento, l’anima stessa del movimento. Dall’altro non sparirebbero i milioni di persone che hanno votato per lui, per non parlare delle migliaia e migliaia di persone “beneficate” da Berlusconi stesso con assessorati, cariche di sindaco, poltrone parlamentari ed altri “ricchi” incarichi. Non tutto rimarrebbe come prima, ma non tutto sparirebbe all’improvviso. In questi quattordici anni si è formato un partito e una rete d’interessi ormai radicati. Rimarrebbe sempre il problema della leadership: un grande capo non si sostituisce facilmente. Di solito il successore non vale di più di chi l’ha preceduto. Intanto, in questa campagna elettorale, Berlusconi sta cercando la vittoria in tutti i modi, anche non del tutto etici, e sfrutta ogni occasione che gli si presenta. E’ stata sicuramente una mossa vincente quella con cui ha concentrato la battaglia elettorale sul tema dell’Alitalia, facendo passare in secondo piano la strategia di Veltroni che puntava ad enfatizzare la “novità” rappresentata dal Partito democratico. Veltroni non può andare contro il governo Prodi che ha cercato maldestramente di chiudere la trattativa con Air France e comincia a ricredersi che non si tratti soltanto di un “bluff” berlusconiano. Ad appoggiare Berlusconi ora ci sono anche i sindacati e gli industriali del nord ma, a sorpresa, anche Francesco Rutelli. “Sarei felicissimo se ci fosse un soprassalto di energie dalle forze produttive, finanziarie e industriali italiane” scrive sul Corriere. Il vice premier ammette che trattare in esclusiva con Air France e' stato un errore. Rutelli va giù duro con Padoa-Schioppa e con lo stesso Prodi, accusandoli di aver lasciato la patata bollente Alitalia nelle mani del Pd nel momento più sbagliato, in piena campagna elettorale: “roba da masochisti”. E’ un’esplicita accusa di boicottaggio ai danni di Veltroni da parte di Padoa Schioppa e Prodi che non si ricandideranno. E cosi’ Berlusconi sta facendo la figura del salvatore della Patria e può mettere in risalto che il governo Prodi, anche in questa occasione, non sta facendo gli interessi degli italiani. Sfruttando le divisioni del Pdl, l’incertezza di Veltroni, il solito attendismo non decisionista di Prodi, Berlusconi fa il Garibaldi: “O si fa Alitalia o si muore”. Tutto sommato, a noi che viviamo all’estero, poco importa chi prevarrà alle elezioni politiche in Italia. E’ ormai assodato che, vinca Veltroni o vinca Berlusconi, da soli non potranno governare e saranno costretti a fare la “grande coalizione”. In ogni caso i nostri voti, quelli degli italiani nel mondo, non si sommeranno con i voti degli italiani che votano in Italia. I nostri voti “non influenzeranno” la vittoria o la sconfitta di qualsiasi schieramento in lizza. Noi votiamo “esclusivamente” per scegliere i nostri rappresentanti da inviare al Parlamento italiano. Per noi è “tassativo” votare per i candidati più idonei, per i più preparati non per i “Partiti”. Dobbiamo mandare al Parlamento italiano persone serie, che abbiano maturato una certa esperienza acquisita durante la loro abituale attività professionale. In queste ultime settimane non c’e’ stato dato di conoscere i programmi di tutti i candidati che troveremo nella scheda elettorale. Di alcuni conosciamo appena il nome. Eppure ormai ci stiamo accingendo a votare. Alcuni di noi hanno già ricevuto la scheda elettorale ed altri la riceveranno in questi giorni. Secondo me la campagna elettorale è stata falsata per una questione di disponibilità finanziaria o meno. I candidati più “ricchi” hanno condotto una massiccia azione pubblicitaria. Non sempre pero’, l’equazione più pubblicità più voti, potrebbe essere esatta. Non significa essere i più validi i più idonei degli altri candidati che hanno speso pochissimo o nulla in pubblicità. Mettersi in vista e’ sempre un rischio perche’ vengono evidenziati soprattutto i difetti. E’ vero “la pubblicità è l’anima del commercio” e consente di vendere meglio il prodotto, ma, in questo caso, non si tratta di vendere, ma di “comprare” voti, questo non è “etico” e sicuramente è “antidemocratico”. Qualsiasi competizione e’ valida se tutti i concorrenti partono alla pari. Prima di decidere per chi votare, consiglio gli elettori di andare a vedere alcuni video disponibili su www.youtube.com per ascoltare alcuni candidati. Potete entrare in “youtube” anche dal mio sito qui sotto indicato che aggiorno continuamente, ora c’e’ la storia di alcune “spacconate”. Se non possedete un computer con connessione internet, chiedete un favore ai vostri figli, ai vostri nipoti o a qualche amico che ce l’hanno. E’ importante che ascoltiate Luigi Casagrande, Teresa Todaro Restifa, Giuseppe Cossari, Nino Randazzo e Marco Fedi ma anche la Contini, che ha voluto portarci in giro qualificandosi una “emigrante” come noi. Una volta su www.youtube.com digitate i loro nomi, guardateli ed ascoltateli. Vi farete un’opinione prima di prendere la decisione per chi votare. Ci sono poi altre liste con altri candidati. Uno dei candidati che merita particolare considerazione è l’Avvocato Vince Volpe, candidato al Senato per l’UDC – Casini Presidente.
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