Si può dire già adesso senza tema di smentite: l’ostinazione e la tenacia dei sindacati insieme alla dichiarata volontà di Berlusconi hanno impedito che Air France facesse un solo boccone di Alitalia, licenziando 7 mila dipendenti e lasciando Malpensa al suo destino.
La fretta del governo, e del ministro dell’Economia in particolare, era fuori luogo. Si è dimostrato che il termine del 31 marzo per la chiusura della trattativa non era poi così perentorio. Tutte cose di cui il Paese saprà tener conto.
Rimane il fatto che oltre ad Air France in queste ore si è registrato l’interesse della tedesca Lufthansa, la cui proposta venne lasciata inspiegabilmente cadere dal governo già convinto, nel novembre scorso, che Air France dovesse essere l’interlocutore unico per la cessione della compagnia di bandiera. E la proposta di Lufthansa trovava anche l’apprezzamento del sindacato.
Sul comportamento dell’esecutivo rimangono pesanti ombre e dubbi: sull’intera vicenda rimane la necessità di fare chiarezza attraverso una commissione parlamentare.
Il ministro dell’Economia continua ad aprir bocca e a sprofondare il Paese nel ridicolo. Se c’è qualcuno che ha perso il senso della realtà questi è proprio Tommaso Padoa-Schioppa. Quando mai si è visto un venditore implorare l’acquirente a fare presto perché l’oggetto da acquistare si è svilito a tal punto da non valere più niente? E’ sulla base di questa premessa che Air France-Klm ha messo sul piatto un’offerta d’acquisto umiliante e ricattatoria nei confronti della nostra compagnia di bandiera.
Al ricatto dei francesi se ne è aggiunto un altro ancora più odioso del governo nei confronti di chi critica la sua scelta: o vendiamo ad Air France oppure Alitalia fallisce. Siamo di fronte a un diktat inaccettabile per ogni persona di buon senso, perché un simile comportamento offende e irride la dignità di chiunque. Dopo che si è concesso ad Air France di svolgere una due diligence in esclusiva che dura da oltre quattro mesi, si chiede a eventuali altri acquirenti di farsi avanti e decidere in 48 ore.
Noi non vogliamo pensar male, ma un atteggiamento simile autorizza a nutrire più di un sospetto sulle modalità di vendita di Alitalia scelte dal ministero dell’Economia con l’avallo, ovviamente, di palazzo Chigi. Non è chiaro se abbia più fretta Air France di comprare oppure palazzo Chigi di vendere . Non sono così sicuro che Alitalia abbia poche settimane di vita. Fra una brutta vendita o il fallimento, ricordo che c’è sempre la possibilità di un commissario per fischiare l’inizio di una nuova partita di vendita con regole uguali per tutti, e senza privilegi per Air France o altri vettori amici.