Non si capisce perche’ i ricercatori, si stiano concentrando su di un campione nazionale, quando tutti sappiamo che la carta vincente il premio di maggioranza al Senato, si gioca a livello regionale.
PREMESSA
Alcune specificità per le elezioni del Senato della Repubblica ( legge dei porcellini del legge 21 dicembre 2005, n. 270 )
Ribadito che le modalità di elezione sono analoghe a quelle concernenti la Camera dei deputati, in virtù del rinvio alle relative disposizioni disposto dal T.U. Senato, la principale differenza è riconducibile alla necessità di tener fermo il principio costituzionale secondo cui il Senato è eletto su base regionale (articolo 57, primo comma, della Costituzione). Fatti salvi i seggi spettanti ai sei senatori eletti nella circoscrizione Estero, i seggi elettivi del Senato sono dunque assegnati a liste di candidati concorrenti nelle singole circoscrizioni regionali, mediante riparto proporzionale e attribuzione di un premio di coalizione regionale. Per le Regioni Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise, sono tuttavia previste discipline differenziate.
Per la presentazione dei contrassegni e delle candidature nonché per l'autenticazione delle sottoscrizioni, opera uno specifico rinvio alla normativa del T.U. della Camera dei deputati, le cui norme in tema di indicazione del capo unico della coalizione o di capo della forza politica agiscono tuttavia in ambito nazionale e non – come per il Senato – su base regionale; resta quindi irrisolta la questione dell'ammissibilità o meno di programmi e leadership su base regionale (e quindi uno per ogni Regione).
Per gli esoneri dalle sottoscrizioni la disciplina è identica a quella per la Camera dei deputati, ma la normativa dà indicazioni quantitative diverse per le forze politiche non esonerate.
Quanto alla ripartizione dei seggi all'interno delle circoscrizioni, viene adottato il sistema dei quozienti naturali e dei più alti resti (con abbandono del metodo d'Hondt) e i seggi spettano ai candidati della lista assegnataria secondo l'ordine di presentazione (lista bloccata). Tuttavia, anche sotto questo profilo, l'attribuzione dei seggi è effettuata non in sede nazionale bensì nell'ambito di ciascuna circoscrizione regionale.
E' previsto un articolato sistema di soglie di sbarramento applicato su base regionale per le coalizioni e le singole liste collegate e per le liste non coalizzate. Sono ammesse al riparto: 1) le coalizioni che abbiano ottenuto a livello regionale almeno il 20 per cento dei voti validi espressi, avendo al loro interno almeno una lista collegata che abbia conseguito il 3 per cento; 2) le singole liste non coalizzate che abbiano ottenuto a livello regionale almeno l'8 per cento dei voti validi espressi; 3) le singole liste facenti parte di coalizioni ''sotto soglia'' ma che abbiano ottenuto sul piano regionale almeno l'8 per cento dei voti espressi.
Nella disciplina degli sbarramenti non sono previste norme specifiche a tutela delle minoranze linguistiche, a differenza del T.U. Camera.
Inoltre, all'interno delle coalizioni sono ammesse al riparto le singole liste collegate che abbiano conseguito a livello regionale almeno il 3 per cento dei voti validi. Il riparto è effettuato con il sistema dei quozienti naturali interi e dei più alti resti.
Il premio di coalizione o di lista regionale è volto a garantire, analogamente a quello previsto per la Camera dei deputati, la formazione di una maggioranza regionale, che disponga almeno del 55 per cento dei seggi assegnati alla Regione. Tuttavia, non essendo previsto il raggiungimento di una soglia minima di consenso elettorale per ottenere il premio, oltre alle considerazioni già esposte relativamente all'altro ramo del Parlamento, il sistema non assicura la maggioranza assoluta dei seggi del Senato alla coalizione che ha conseguito più voti, per l'eventualità che i singoli premi regionali si neutralizzino a vicenda, né assicura che nei due rami del Parlamento si formi la stessa maggioranza. Del resto entrambi questi disallineamenti potevano verificarsi anche con la precedente disciplina elettorale.
Tutti i sondaggi rilasciati dalla vari agenzie, basati su dei campioni di poche migliaia di intervistati a livelli nazionali non rispecchiano la realta’ rappresentativa. Nei sondaggi manca innanzitutto l’ elettorato all’ estero, quasi 4 milioni. Basandoci sull’ ultime elezioni le unioni o raggruppamento di centro sinistra hanno ottenuto un vantaggio notevole e si prevedono analogli risultati. All’ estero c’e’ la stragrante maggioranza di un elettorato indeciso , prevalentemente di sinistra che preferisce non votare. A livello mondiale non dimentichiamo che l’ affluenza del 2006 si aggirava intorno al 37/38 % .Tutto dipendera’ da quanti nuovi proseliti riusciranno a conquistare i nuovi ragruppamenti della sinistra e dell’ unione di centro. Anche se va detto che dall’ estero non vi sara’ nessuna incisione al Senato il numero dei senatori restera’ immutato.
Dagli ultimi risultati constatiamo che a livelli nazionali il raggruppamento di centro destra capitanato da Silvio Berlusconi resta immutato punto meno o piu’ al 44 % , meno gli uscenti, mentre nel centro sinistra c’e’ meno omogeneita’. Il raggruppamento di centro sinistra capitanato da Walter Veltroni non supera il 36 % nettamente in svantaggio Il rimanente 20% dell’ elettorato in questa ennesima elezione fara’ la differenza e i ricercatori farebbero meglio a concentrare i loro futuri sondaggi a livelli regionale. Per ottenere una chiara e veritiera lettura, bisognerebbe appurare in quale regioni i raggruppamenti minori in primis la sinistra arcobaleno ( a nord ) e l’ unione di centro ( a sud ) potenzialmente riusciranno a superare al Senato la soglia del’ 8% ma sopratutto quanti indecisi da ambedue i maggiori ragruppamenti si sposteranno verso quelli minoritari, facendo inclinare l’ ago della bilancia. ? Rilevante e interessante potrebbe essere il partito del non voto ( 25 % ) un afflusso in piu’ del 5% capovolgerebbe le carte in