di Renzo Balmelli
Se non c'è pane, che mangino brioches. Nel nostro Paese l'opera di svilimento del lavoro continua senza sosta. Attraversiamo una crisi economico-sociale particolarmente dolorosa per le giovani generazioni. E il cinismo dei potenti è una causa non certo secondaria di tutto ciò.
Se pensavate di avere visto tutto nella vostra vita, non avevate ancora letto l’esternazione sul precariato con la quale Berlusconi ha toccato il fondo del cattivo gusto. Il consiglio rivolto a una studentessa di farsi furba e sposare un milionario (suo figlio o
qualcosa del genere) ha lasciato il paese letteralmente allibito.
Il tema delle cercatrici di dote con fiori d’arancio è vecchio, ma funziona soltanto al cinema, se sviluppato con frivolo garbo e classe sopraffina. Lo fece nel l953 Jean Negulesco (“Come sposare un milionario”), tramite colei che negli anni è diventata un'icona per le donne e per gli uomini: Marylin Monroe. La ricetta del candidato premier della destra è invece del peggior conio in circolazione, maleducata e greve. L’ennesima caduta di stile.
La “battuta” ha scatenato un coro di reazioni indignate al pensiero di centinaia di migliaia di giovani italiani che vivono la precarietà del loro rapporto di lavoro come un'ipoteca sul loro futuro.
In qualsiasi paese un leader politico, a prescindere da quale parte esso appartenga, sarebbe costretto a scusarsi per quell’intervento offensivo. Berlusconi nemmeno ci pensa, anzi va fiero della performance, l’ultima di tante sue gaffe che hanno fatto il giro del mondo.
E cio’ rende ancora piu’ allarmante la prospettiva di ritrovarlo alla guida dell’Italia con un programma indicativo di una cultura falsa e fuorviante: l’idea che nella vita il solo punto di riferimento sia quello di arraffare milioni e non di coltivare i valori della solidarietà sociale che davvero contano.