Professore Renato Briganti, ricercatore di Istituzioni di Diritto Pubblico presso la facoltà di Economia (Federico II di Napoli), tra i partecipanti ai Comitati sull’acqua e sui rifiuti, coordinatore dell’Associazione “Mani Tese Campania” e giovane maestro di tanti futuri volontari e cooperanti allo sviluppo.
Professor Renato Briganti, lei fa parte di quella schiera d’intellettuali napoletani che legano l’attività professionale a quella dell’associazionismo pedagogico. Quando ha iniziato a vivere le realtà associative?
<< Da quindici anni vivo le realtà associative. Ho cominciato quando ero uno studente universitario. La prima esperienza l’ho avuta come volontario, presso un doposcuola, per studenti delle elementari, allestito nel Rione Sanità (Fontanelle), che si chiamava “Esce ‘o Sole”. Questa attività di carattere locale, si proponeva di aiutare i ragazzi del Rione. In seguito ho partecipato ad attività organizzate da Amnesty International e Greenpeace. In queste due ong mi sono occupato di questioni globali, perchè ci interessavamo di problemi che coinvolgono l’intera Umanità. Negli ultimi anni dedico molto del mio tempo libero all’Associazione “Mani Tese”. Questa, mi ha permesso di occuparmi contemporaneamente di questioni di carattere locale e globale. Attraverso le numerose iniziative che ogni anno “Mani Tese” organizza, posso occuparmi dei problemi che riguardano i paesi del Sud del Mondo (in Africa, Asia e Sud America) e quelli locali e più squisitamente napoletani. Negli ultimi mesi grazie all’aiuto dei volontari (Federica, Luigi e tanti altri) di “Mani Tese”, in collaborazione con la Rete della Sanità siamo riusciti ad allestire un nuovo doposcuola per i ragazzi che frequentano le scuole medie.
Un ritorno all’origine
<< Il doposcuola lo abbiamo inaugurato a gennaio 2008, ma le attività preparatorie sono iniziate nell’autunno del 2007. Prima di allestire il doposcuola abbiamo ragionato con le persone che vivono nel Rione Sanità, per comprendere quali fossero le problematiche e le necessità dei cittadini residenti. La gente, ci ha informato dell’assenza sul territorio di un doposcuola per i ragazzi che frequentano gli Istituti medi. Un periodo molto difficile per gli studenti. Per molti, gli anni della scuola Media coincidono con l’inizio dell’evasione scolastica. Un dramma sociale, che nel peggiore dei casi rimpingua la manodopera della Camorra, o, nel migliore serve a farli vivere di lavoretti sottopagati. In entrambe le circostanze, allontanano il ragazzo dalla sua famiglia, dalla scuola e dalla società.>>
Professor Briganti, lei si occupa del problema del spazzatura. Ci può fare una fotografia di quello che sta accadendo?
<< La crisi dei rifiuti ha due diverse origini: una globale ed una locale. Il modello di sviluppo globale è organizzato sui prodotti usa e getta. Un modello di sviluppo che possiede nel proprio dna la produzione di spazzatura non riciclabile, che finisce nelle discariche. Un modello: non più sostenibile per gli anni a venire, perché produce troppi rifiuti e segue la parabola delle materie prime (in primis, il petrolio), che sono in esaurimento. A livello locale, la situazione è peggiorata dalla criminalità organizzata e dalla cattiva amministrazione. La società civile e la politica hanno permesso alla Camorra d’inserirsi nel ciclo dei rifiuti, facendola arricchire per centinai e centinaia di miliardi. Un pentito del clan dei Nuvoletta nel 1993 disse: “la munnezza (spazzatura) è oro”. La Camorra in combutta con le industrie di mezzo mondo ha allestito nella nostra regione discariche abusive, dove sono state versate illegalmente quantità incalcolabili di rifiuti tossici ed inquinanti, danneggiando per sempre la qualità dei prodotti agro-allimentari; hanno contaminato la terra e ammalato gli allevamenti di bovini ed ovini; e stanno minando la nostra salute con diverse forme di tumore al pancreas, fegato e gli apparati riproduttori. I veri responsabili della crisi sono le cattive amministrazioni. Il vero cancro dell’Italia meridionale. Una classe politica, che nel peggiore dei casi è collusa con il crimine organizzato, nel migliore dei casi è inefficiente a svolgere il suo ruolo d’amministratore. La settimana scorsa, in questa drammatica situazione, il governo ha approvato il rifinanziamneto del Cip 6. Il Cip 6 è una tassa, che paghiamo con la bolletta dell’Enel, che servirebbe (come accade nei paesi europei) a finanziare l’energia alternativa. In Italia, invece, i poteri forti (grandi gruppi industriali, bancari) hanno fatto pressione sul governo, affinché, inserisse tra i beneficiari della tassa (Cip 6), anche i termovalorizzatori ed inceneritori, che per caratteristiche proprie non sono energie rinnovabili>>
Professor Briganti ha fatto un fotografia perfetta della crisi dei rifiuti. C’è una soluzione ?
<< Sono affranto e preoccupato. Ho paura che non sia facile risolvere il drammatico problema dei rifiuti in tempi rapidi. La gestione commissariale dei rifiuti, in 15 anni di vita, non è riuscita a risolvere il problema ed anzi l’ha aggravato. Si è confuso il “governo” del ciclo dei rifiuti, con la mera “gestione” dell’emergenza, e il suo fallimento è stato provocato da politici mediocri e a volte collusi con la Camorra, come lo testimoniano i processi in corso.>>
La sua associazione “Mani Tese” fa parte del Comitato Rifiuti e collabora con l’Assise di Palazzo Marigliano. La vostra posizione sui termovalorizzatori.
<< Mani Tese Campania ha deciso di non divulgare alla stampa la sua posizione al riguardo del termovalorizzatore e dell’emergenza rifiuti. Perché, noi siamo una Ong che crede nello sviluppo e non nell’emergenze. Lo sviluppo è diverso dalla crescita. Lo sviluppo nel suo dna possiede la qualità e non solo la quantità. Mani Tese, come parte al Comitato Rifiuti e Rete Lilliput, e vicina all’Assise di Palazzo Marigliano ritiene che: bisogna togliere nel più breve tempo possibile la spazzatura dalla strada, bonificare le aree contaminate, far partire il ciclo della raccolta differenziata e risolvere il problema dell’ecoballe. Questi imballaggi non contengono rifiuti da bruciare nel termovalorizzatore, ma “ospitano” spazzatura tossica e nociva per la salute della gente. Invece, per la raccolta differenziata ognuno deve fare la sua parte. Per dar vita ad un ciclo virtuoso della raccolta differenziata c’è bisogno che: gli enti pubblici allestiscano un sistema di raccolta dall’alto profilo professionale; dalla collaborazione e dal senso civico dei cittadini. Il sistema della raccolta porta a porta è la soluzione migliore. Per esempio: nel comune di Vico Equense (paese della costiere sorrentina), in breve tempo, la produzione di rifiuti riciclabile è passata dal 5% al 55% del valore complessivo della spazzatura prodotta e, quindi, solo 45% finisce nelle discariche. La Giunta di Vico Equense all’indomani del nostro intervento, avvenuto nel Municipio e rivolto ai comitati civici sul pericolo rifiuti, ha emesso una Circolare che avvertiva la popolazione che avrebbe sostituito i cassonetti con le buste per la raccolta differenziata. Nella Circolare la Giunta ha stabilito che: il martedì e giovedì si effettua la raccolta della carta, lunedì, mercoledì e venerdì quella dell’umido, ed infine la plastica il martedì e il sabato. Inoltre, la Circolare stabilisce che, chiunque trasgredisce le regole stabilite non paga solo un’ammenda personale a Vigili Urbani, ma la multa è pagata dall’intero condominio. Una condizione, che ha obbligato l’intera popolazione a rispettare le regole per la raccolta differenziata>>
Ultima domanda. Le prossime vostre azioni.
<< Il Comitato sta lavorando molto per realizzare una raccolta differenziata autogestita; stiamo lavorando nell’approfondire le nostre conoscenze sugli inceneritori, cosi da potere prendere una posizione chiara su tale argomento. Invece, Mani Tese sta lavorando sul lungo periodo. Per esempio, nel doposcuola oltre a fare i compiti, facciamo educazione all’ambiente. All’ingresso del doposcuola ci sono i contenitori per la raccolta riciclata. In una cassapanca abbiamo depositato gli abiti raccolti, che utilizziamo come costumi per le recite che allestiamo. Nella bottega del mondo di Manitese, in Piazza Cavour 190 vendiamo i detersivi alla spina, un modo per far capire alla gente che si devono ridurre gli imballaggi in plastica. Infine, attraverso il laboratorio di riciclaggio creativo “Re Mida” trasformiamo gli oggetti recuperati dalla strada in giocatoli. Per anni (dal 1999 al 2007) abbiamo dimostrato che dai rifiuti potevamo tirar fuori giochi divertenti per i bambini, ma oggi purtroppo il centro Re Mida è stato chiuso dal Comune di Napoli per mancanza di fondi, e questo la dice lunga sullo sguardo al futuro della nostra classe dirigente…”>>