di Pasquale Iacopino
Veltroni, nel definire “sinistra conservatrice” la fonte dalla quale proveniva il rimprovero per aver egli incluso nelle liste del PD un operaio e un padrone, è stato generoso: perché l'essere conservatore presuppone aver cara e voler difendere qualcosa che in passato abbia avuto un valore. Nel nostro caso, invece, porre l'accento sulla necessità di tener viva la separazione tra padrone ed operaio, (magari, con un sottofondo di odio di classe) è come non voler capire che quella separazione e quell'odio, che un secolo fa era stato concepito come l'unico strumento disponibile per svegliare nei lavoratori la coscienza di classe, ha prodotto, di fatto, il trionfo dell'odio settario, che impedì ai lavoratori d'accorgersi che stavano allevando in casa una nuova e più subdula razza di padroni : “i burocrati padroni, e che padroni!””.
Con i più fidati di costoro, Putin, già esponente di primo piano dell'organizzazione che di quell'allevamento fu custode e garante, e con l'opposizione formale, ma legitimante da parte della manovalanza superstite di quel semenzaio di odio che fu l'URSS, ha rifondato, in salsa sovietica e senza l'equivoco ideologico, lo zarismo. Uno zarismo, che con l'aggiunta di un po' di salsa napoleonica, potrebbe…!?..NO?!… Uno zarismo che, guarda caso, piace tanto ad una nostra conoscenza, della quale non faccio il nome, per non dare un dispiacere a Walter, che vuole il dialogo.
Caro Fausto,
se, anziché approfittare delle campagna elettorale per aggiornare il vecchio “MANIFESTO” di maxiana mermoria, (usurato, fallito o tradito nella sua parte propositiva) continui a rimasticare i vecchi slogan, otterrai il risultato di disorientare l'elettorato di sinistra e di far crescere l'astenionismo. Contribuendo così: nella migliore delle ipotesi, all'abbattimento delle poche resistenze all'inciucio, o, nella peggiore, alla fondazione della nuova internazionale, che non sarà la “quinta”, erede diretta dei superstiti della “terza” e della “quarta” congelati nel PRC, ma quella del neoZarismo.
