Walter Veltroni è un nuovo attore sulla scena politica? Se così fosse ci sentiamo autorizzati tutti a sentirci più giovani. Dopo 35 anni di battaglie politiche con incarichi di partito nel Pci, nel Pds, nei Ds, con la direzione dell’Unità, con incarichi di governo dal 1996, se qualcuno osa ancora parlare di novità riferendosi all’ex sindaco di Roma, allora bisognerà ripensare il concetto di nuovo.
Veltroni è un discendente di Fregoli, un moderno Zelig che indossa e smette la maschera secondo la convenienza del momento. Un po’ come il personaggio di Nando Meliconi, mirabilmente portato sullo schermo da Alberto Sordi, Veltroni fa “l’americano a Roma” oggi, ma nel ’91 sfilava sotto l’ambasciata americana a Via Veneto urlando “America go home” per protestare contro la prima invasione del Kuwait.
Veltroni ha una mirabolante capacità di riciclo. Sarà perché si centrifuga con il detersivo Perlana o perché deve aver bevuto Acqua Fiuggi fin da piccolo, ma di sé tutto può dire tranne che “io non c’ero” o “se c’ero dormivo”. Quando il governo Prodi vibrava le sue mazzate sulle tasche degli italiani Veltroni c’era. Quando il governo Prodi girava la testa dall’altra parte sulla mondezza in Campania, Veltroni c’era. E c’era anche quando mezzo governo sfilava per le vie della Capitale per protestare contro la Tav … Veltroni c’è sempre stato. Lui ha un solo modo per sembrare nuovo: confidare sulla smemoratezza degli italiani.