Modi “diversi” di pensare, di percepire e di comportarsi.
Relazione di studio e recensione del libro di D. Shapiro, Stili nevrotici
Questo libro è uno scritto clinico sulle nevrosi. Per stile nevrotico si intende una forma o un modo di funzionamento di una data area di comportamento; per stili nevrotici si intendono quelle forme o stili generali di funzionamento che si presentano come caratteristici delle varie condizioni nevrotiche, ad esempio i modi di pensare, di percepire e di comportarsi. Il sintomo viene quindi considerato all'interno dello stile di funzionamento dell'individuo.
Vengono esaminati quattro stili nevrotici.
1. Lo stile ossessivo-coatto. I tre aspetti importanti di questo stile di funzionamento sono:
V la rigidità. Si riferisce a una postura rigida del corpo, a delle maniere sociali dure, a un carattere ostinato e dogmatico, ma soprattutto descrive una maniera di pensare. Il soggetto ossessivo è infatti caratterizzato da una speciale acutezza e intensità dell'attenzione che è strettamente focalizzata e fissa su quel che è attinente la propria idea e interesse. In particolare, oggetto della sua attenzione è il dettaglio tecnico;
V il modo di attività e la distorsione dell’ esperienza di autonomia. Queste persone sono tipicamente attive, in modo intenso e più o meno continuo, in qualche tipo di lavoro; questo è un modo di funzionamento che ben si adatta al loro comportamento rigido e teso, continuamente e intensamente diretto con un proposito preciso. La loro attività può essere descritta come imposta: l'individuo esercita una pressione su di sé, mentre al tempo stesso vive e lavora nella tensione di quella pressione. Funziona come un ispettore di se stesso che impartisce ordini, direttive, avvertimenti che riguardano non solo quel che deve e non deve essere fatto, ma anche quel che dev'essere voluto, sentito e pensato. Questa capacità, in quanto descrive la capacità di un individuo di dirigere se stesso, cioè vari aspetti del suo comportamento, può anche essere chiamata capacità di funzionamento autonomo. Ovviamente molti aspetti della vita si contraggono e risultano gravemente ristretti, ad esempio nell'esperienza affettiva, caratterizzata da perdita di spontaneità e assenza di estro. Inoltre l'ossessivo-coatto rifugge dall'atto di decidere.
V la perdita della realtà. La realtà è costruita da indicatori tecnici e l'inaspettato è considerato una distrazione dalla propria linea di pensiero prestabilita.
2. Lo stile paranoide. Le persone che rientrano in questo stile sono sospettose, rigide, suscettibili e caute; guardano al mondo con un'aspettativa fissa, carica di preoccupazioni di cui ripetutamente cercano conferma. Sono osservatori estremamente acuti, non ignorano neppure un dato, anzi, li esaminano molto attentamente, ma con uno strano pregiudizio, scartando quel che non riguarda le loro supposizioni e cogliendo qualsiasi cosa le confermi. L'attenzione sospettosa del soggetto paranoie è continua, intensa, ha sempre una meta ed è sempre in cerca di qualcosa, di un indizio. Queste persone non solo sono capaci di un'attenzione eccezionalmente attiva e indagatrice, ma sembrano incapaci di qualsiasi altra cosa. Il comportamento paranoico implica il dominio di una rigida direzionalità del comportamento e la perdita della capacità di spontaneità, con la contrazione dell'esperienza affettiva. Il suo interesse non è per il mondo reale, ma per il mondo che sta dietro, e del quale il mondo reale dà solo qualche traccia. Per la comprensione di questa patologia è centrale il meccanismo di proiezione, ovvero l'attribuzione a figure esterne di motivazioni, pulsioni o altre tensioni che sono ripudiate e intollerabili in se stessi. La proiezione consiste in un atto cognitivo che distorce il significato della realtà.
3. Lo stile isterico. In generale la cognizione è relativamente confusa e priva di acutezza, specialmente nei dettagli precisi. Conseguenze di questo stile di cognizione sono l'incapacità di mantenere una concentrazione duratura o intensa e la tendenza alla distrazione. In linea con ciò, queste persone sono fortemente suggestionabili e sensibili a quel che impressiona o suscita una reazione immediata. Inoltre tendono a una rievocazione nostalgica e idealizzata delle figure e dei luoghi del passato e a una visione sentimentale del presente. Ne emerge un'esperienza di sé e del mondo esterno fantastica, romantica e sentimentale ma spesso irreale, poiché caratterizzata da inconsistenza e indefinitezza. La persona isterica non si sente un essere con una storia reale, ma questa di solito ha la forma di una storia romanzesca, popolata di personaggi romantici o idealizzati. Un altro tratto isterico che si riallaccia all'atteggiamento romantico è la qualità teatrale, esagerata dell'emotività.
4. Gli stili impulsivi. Per queste persone la natura dell'esperienza ha il significato di impulso, di impulso irresistibile. In questo stile, l'esperienza dell'impulso non è occasionale ma regolare e predomina aree psicologiche che normalmente sarebbero occupate dall'esperienza del volere, scegliere o decidere. Questi individui sono poveri di interessi attivi, di scopi, mete o valori, che, invece, si dirigono verso vantaggi e soddisfazioni immediate. L'azione impulsiva è rapida nell'esecuzione, brusca o discontinua e non è progettata; un'impressione o un'idea iniziale diventano, senza tanti altri sviluppi, la conclusione finale. Si possono distinguere due casi particolari o varianti dello stile impulsivo: il carattere psicopatico e il carattere passivo.
Per le origini dello stile psicologico nell'infante è di considerevole importanza l'equipaggiamento psicologico innato (cognizione, esperienza affettiva e simili).
Il sorgere di nuove pulsioni con nuovi bisogni e motivazioni, di nuove potenzialità di esperienza, oggetti di interesse, tipi e modi di attività soggettive, ha certamente un influsso sullo sviluppo delle stile psicologico.
Le tensioni pulsionali che incalzano per ottenere immediato scarico e soddisfazione sono frenate e sottoposte a controlli.
Quando una tensione pulsionale, accompagnata da estremo disagio o da angoscia, è o minaccia di essere provata coscientemente, quest'esperienza induce l'individuo, secondo il suo stile, a qualche funzione di riduzione di tensione. Così, l'ossessivo compulsivo, tentato ad abbandonarsi a un insolito entusiasmo, sente la necessità di cercare il pelo nell'uovo; il paranoico, momentaneamente incline a un'azione meno cauta, scopre un indizio sospetto proprio al momento opportuno; l'isterica, che comincia ad affermare una posizione ben definita, a un tratto si accorge dell'insufficienza delle sue capacità e in un attacco d'imbarazzo dimentica tutto insieme quel che aveva da dire; l'impulsivo, che gioca con l'idea di un piano serio e a lunga scadenza, si sente oppresso in modo sgradevole e gli sembra che l'unica cosa da fare sia bere subito un buon bicchierino.
Tra le cause di qualunque stile esistono molti fattori che non sono minimamente motivazionali; non solo fattori innati della maturazione, ma anche fattori ambientali che formano il clima in cui si sviluppano le potenzialità innate. Questi sono tutti fatti storici che sicuramente influiscono su quella che sarà la natura finale dello stile psicologico. L'esistenza ditali fonti significa che la natura di uno stile non può essere mai attribuita semplicemente a fattori dinamici come le esigenze difensive. D'altra parte queste fonti non motivazionali dello stile di per sé non possono essere considerate responsabili dello sviluppo della nevrosi.