Afghanistan: Ranieri, solidarietà  a famiglia Pezzullo

Dichiarazione del presidente della commissione Esteri, Umberto Ranieri (Pd-Ulivo)

“Esprimo tutta la mia più forte partecipazione e solidarietà alla famiglia del soldato italiano Giovanni Pezzulo ucciso oggi in Afghanistan mentre compiva il suo difficile e rischioso dovere. Questi terribili episodi – siano essi come oggi causati da un attacco armato o siano, come in altre circostanze, prodotto di attentati o incidenti – non fanno che sottolineare la professionalità e attaccamento al dovere delle nostre forze armate – ha sottolineato l’On. Umberto Ranieri, Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati – e per questo a loro va tutta la nostra riconoscenza umana e politica”.

“Una solida forza militare multinazionale – ha poi ripreso Ranieri – è comunque indispensabile per sostenere il processo di stabilizzazione e di pacificazione dell’Afghanistan. Ecco perché il contingente militare italiano che opera nell’ambito di una missione decisa dalle Nazioni Unite continuerà ad assolvere al proprio compito a Kabul e ad Herat. Avvertiamo tuttavia l’esigenza che la comunità internazionale ripensi la strategia finora adottata per la stabilizzazione dell’Afghanistan, in due direzioni. In primo luogo occorre accrescere mezzi e risorse da destinare alla costruzione economica e civile del paese e intensificare la lotta al narcotraffico: se la droga è diventata per molte famiglie afgane l’unica possibilità di sopravvivenza, non si convincerà un contadino di quel paese a rinunciare alla coltivazione dell’oppio solo con le parole. Lo si potrà persuadere solo con un sostegno finanziario e garantendogli la sicurezza dai narcotrafficanti. L’altro aspetto che si accompagna alla decisione di mantenere le nostre forze militari in Afghanistan è l’impegno a proseguire nel lavoro politico e diplomatico per organizzare una conferenza internazionale sull’Afghanistan con l’obiettivo di coinvolgere nel processo di stabilizzazione tutti i paesi ad esso limitrofi. Non è facile ma proprio in questa direzione occorre lavorare”.

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