Intervistato da Lucia Annunziata, nella trasmissione televisiva In mezz'ora, il presidente della Camera ha parlato di attualità politica, di questioni etiche, di politica estera, sindacato
Proprio nelle ore che precedono la fine delle consultazioni da parte del presidente del Senato, per verificare la possibilità di formare un governo che si occupi della riforma elettorale, ipotesi questa sempre più lontana, Fausto Bertinotti afferma che se Franco Marini non dovesse riuscire nell'impresa«sarebbe improprio» affidare il mandato ad un altro esponente politico: «Come osservatore direi che c'è una sola soluzione pulita: un accordo largo sulla legge elettorale, e governo brevissimo. Se non c'è l'accordo, il passaggio da Marini a un altro è improprio. O legge elettorale, o elezioni, questo è il bivio. Il Presidente della Repubblica e il presidente Marini hanno mostrato tutta la determinazione necessaria: se non ce la fanno loro, vuol dire che è impossibile».
In un'intervista a 360 gradi vengono affrontati vari temi, dai temi etico-morali a Obama e Veltroni a Montezemolo futuro leader politico: Fausto Bertinotti sostiene che il presidente di Confindustria è già attivamente presente sulla scena politica. «Montezemolo ha guidato Confindustria come grande soggetto politico. Dire che ora si appresta a entrare in politica è una banalità: ci sta già, a piedi giunti. In un certo senso, ha svolto una funzione di trasparenza, dimostrando che il potere forte è forte davvero» e per il futuro continuerà ad appoggiare l'idea delle larghe intese, che piace agli industriali in quanto garantisce l'attuazione di politiche liberiste. La mia previsione – dice – è che lavorerà per la grossa coalizione, ma non direttamente».
Ma la vera notizia è un'altra: Fausto Bertinotti è pronto a candidarsi premier per la Sinistra Arcobaleno, ma solo se verrà indicato all'unanimità in questo ruolo. Il leader del Prc non intende guidare il soggetto unitario della sinistra, ma si dice disponibile a fare il candidato premier, a due condizioni: che l'indicazione sia unanime e che terminata la campagna elettorale torni a fare il semplice deputato.
«Non ci saranno nel mio futuro incarichi di direzione politica – afferma Bertinotti – cioè non farò il presidente o il segretario di quella che sarà la Cosa Rossa. Se me lo chiederanno farò il parlamentare, ma mi precludo qualsiasi incarico di direzione».«Se la cosiddetta Cosa Rossa, la Sinistra Arcobaleno, mi chiedesse unanimemente di esercitare questo servizio nei 40 giorni di campagna elettorale, con la certezza che al termine tornerei a fare il deputato, sarei disponibile, essendo evidentemente una formazione che non può ambire» ad esprimere il presidente del Consiglio. Ma Bertinotti precisa: «Se la richieste fosse unanime lo prenderei in seria considerazione, altrimenti direi di no anche se fosse a larga maggioranza».
Non si è fatta attendere la risposta dei Comunisiti italiani: «Noi glielo chiediamo ufficialmente. Bertinotti è l'uomo giusto per unire tutte le sensibilità della sinistra». Lo dice il segretario del Pdci Oliviero Diliberto, il quale ricorda anche che per lui e il suo partito questa «non è una novità. Già alle Europee del 2004 auspicai una unità delle sinistre guidata da Fausto Bertinotti». (La Rinascita)