“Ancora oggi, a distanza di quattro anni dall’istituzione del “Giorno del ricordo” in memoria delle vittime delle foibe voluto da An per il 10 febbraio, nel Paese si respira un clima di ostilità e di indifferenza da parte della sinistra radicale: non a caso nel 2004 il Prc e il Pci furono le uniche forze politiche a votare contro, in Parlamento. Le devastazioni della mostra di Firenze, l’annullamento della manifestazione al teatro Brancaccio di Roma e la mobilitazione dei collettivi antifascisti contro la marcia del Blocco studentesco in programma domani nella capitale dimostrano come esista una parte dell’Italia, con la coscienza sporca, che non solo non ha voglia di ricordare ma lavora per esacerbare gli animi. Ma le responsabilità sono anche del governo Prodi, che in questi due anni poco o nulla ha fatto per informare e testimoniare la tragedia degli infoibati, tantomeno il
ministro della Pubblica Istruzione Fioroni: nessuna iniziativa è stata presa sulla corretta riscrittura dei libri di storia utilizzati nelle scuole italiane, che del dramma degli esuli istriani poco o nulla raccontano. In Italia c’è ancora scarsa informazione sulle foibe, come dimostra il sondaggio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, secondo cui la conoscenza esatta di cosa sia una foiba è nel bagaglio culturale del 40% della popolazione, mentre un 20% ne ha solo sentito parlare. Ben il 35% dichiara sconosciuta la parola e addirittura il 5% fornisce una descrizione di foiba errata. Sono dati gravissimi e da correggere, con un’opera di divulgazione del futuro governo, si spera di centrodestra”. Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, responsabile della Famiglia e della Consulta etico-religiosa di An.