di Alessio Palantrani
L’emergenza rifiuti nella provincia di Teramo al centro del dibattito per illustrare la Legge Regionale n 45/2007 in tema di gestione integrata dei rifiuti e ATO unico.
Alla riunione, voluta dal Presidente della Provincia di Teramo Ernino D’Agostino e presenziata dall’Assessore Regionale all’Ambiente Franco Caramanico, svoltasi nella mattina di venerdì 25 gennaio, hanno risposto con grande partecipazione consiglieri regionali e provinciali, nonché numerosi Sindaci della provincia, coinvolti nell’emergenza e nella gestione dei rifiuti.
“Con questa legge inizia un percorso unitario nella gestione dei rifiuti. L’istituzione dell’Ambito Territoriale Ottimale unico (ATO) – ha esordito D’Agostino, al quale fa eco anche il suo Assessore all’Ambiente Antonio Assogna – è un passo significativo che deve preannunciare una serie di scelte coraggiose e condivise necessarie per uscire dall’emergenza, con la collaborazione di tutti gli attori politici che agiscono in provincia di Teramo”.
La Legge 45 è stata poi sinteticamente illustrata nei suoi punti cardine dal dirigente regionale, il dott. Franco Gerardini. La legge, innanzitutto, recupera un gap normativo e regolamentare in questo settore ed è particolarmente rivolto all’emergenze del teramano e dell’aquilano. L’ATO unico (ne saranno 4 per l’Abruzzo come stabilito dal Piano Regionale) aiuterà a combattere la frammentazione e la crisi decisionale che, spesso, è fenomeno ostativo molto arduo. Tale ente, amministrato sottoforma di Consorzio denominato Autorità d’Ambito, potrà avere un solo CdA composto da tre elementi, eleggibili tra i partecipanti, ovvero i Sindaci (da notare che ogni componente dell’AdA non conseguirà nessun emolumento!). Altre direttive importanti sono: migliorare gli impianti esistenti o realizzarne di nuovi (impianti di Trattamento Meccanico Biologico, impianti di compostaggio, recupero energetico); fare politiche innovative e sfruttare il prodotto finale dei nuovi impianti (come un compost di qualità come fertilizzanti per l’agricoltura o le aree verdi nelle città); mettere in campo nuove risorse umane ed economiche; promuovere sistemi di certificazione di qualità (EMAS); informatizzare i sistemi di comunicazione dei dati gestionali; realizzare campagne di comunicazione ed educazione; praticare la fiscalità ecologica.
La suddetta legge prevede anche che la regione Abruzzo, sentiti gli ATO e le Province, elabori ed approvi un programma di prevenzione e riduzione dei rifiuti che si attesti al 5%; realizzi programmi che favoriscano la raccolta differenziata con una rete di piattaforme ecologiche che facilitino anche l’individuazione dei più virtuosi per poi applicare una giusta fiscalità ecologica (chi differenzia di più paga di meno); s’impegni nella Pubblica Amministrazione per ridurre i consumi ed incentivare gli acquisti verdi o riciclabili. Molto utile, inoltre, sarebbe il riutilizzo del FOS (Frazioni Organiche Stabilizzate) provenienti dal trattamento meccanico-biologico per interventi di ripristino ambientale e bonifiche. “Ci sono due impianti di TMB in progettazione a Casoni (CH) e a Teramo – ha affermato il dott. Gerardini – mentre a L’Aquila, in cui la situazione si sta sbloccando, è in programma un impianto di compostaggio inerti”.
Di grande rilevo e sottolineato anche dai presenti in sala è l’attuazione di una eco – fiscalità: l’uso di strumenti economici e amministrativi, basati su meccanismi di incentivo/disincentivo, premialità, contributi ambientali ai Comuni più virtuosi e sanzioni ai meno potrebbero davvero essere uno strumento efficace. Ovviamente, assieme all’incentivazione della raccolta differenziata con degli obblighi differenti a seconda della grandezza del Comune (dal porta a porta a quella stradale), facendo molta attenzione ai rifiuti ingombranti, detti RAEE, ai rifiuti dei cantieri edili e dei rifiuti verdi.
Il dibattito successivo si è concentrato intorno alla questione teramana. Le discariche, allo stato dei fatti, sono indispensabili per affrontare l’emergenza, ma quale cittadinanza può accettarla senza il minimo di concertazione? Proprio la concertazione è l’obiettivo minimo del Sindaco di Isola del Gran Sasso Fiore Di Giacinto in cui è situata la discarica di Corazzano. “Questa soluzione è davvero impraticabile perché, seppur esiste già una struttura utilizzabile quasi subito, – afferma il Sindaco nel suo intervento – la discarica è in conflitto con ben quattro comuni limitrofi, con attività industriali, con il Parco Gran Sasso Laga e con la presenza dell’Istituto di Fisica Nucleare. Quanto meno è auspicabile un dialogo con la popolazione”.
Corazzano, in effetti, sarebbe una delle soluzioni più realizzabili nel breve periodo. Pur essendo in attesa della valutazione d’incidenza, l’invaso c’è già e sarebbe destinato a rifiuti secchi, non maleodoranti. Poi ci sono la discarica di Atri, fornita di un impianto di biogas (che abbatte i cattivi odori e può produrre energia) e quella di Tortoreto, entrambe, però bisognose di ampliamenti.
Tutti i Sindaci che hanno preso la parola si sono mostrati disponibili a qualsiasi soluzione purché concreta e celere. I Primi Cittadini di Teramo e Giulianova, Chiodi e Ruffini, hanno difeso la scelta legata al sito La Torre, (forse la soluzione più veloce ma non a norma PAI, Piano Assetto Idrogeologico), non preso in considerazione dalla Regione negli eventuali siti disponibili, e si sono detti pronti ad accettare eventuali soluzioni in grado di fronteggiare l’emergenza subito. Dunque, poco spazio alla concertazione e ai progetti a medio-lungo termine per sistemare o ampliare altri siti come afferma Venturoni che aggiunge: “Il porta a porta è molto costoso e i Comuni che lo praticano rischiano di far pagare ai loro cittadini più di quanto paghino Comuni che la differenziata neanche la promuovono. Serve un atto impositivo ed un’assunzione profonda delle responsabilità da parte di che decide”. Si è assestato su posizioni più comunitarie, invece, il Sindaco di Tortoreto Di Matteo che auspica di ispirarsi a Paesi evoluti come l’Austria e la Germania e di evitare la costruzione di nuovi eco-mostri come l’inceneritore di Brescia.(2righe.com)