Aeroporto, il caso Latina

RIAPRE IL CASO-LATINA
CON UN’INTERROGAZIONE AL MINISTRO BIANCHI

”Bisogna rendere subito pubblico il dossier sulla scelta di Viterbo
e fare massima chiarezza sui conflitti d’interesse”

Rendere immediatamente pubblico il dossier che ha portato alla scelta di
Viterbo come terzo scalo aeroportuale del Lazio e fare massima chiarezza sui
conflitti d’interesse esistenti all’interno della Commissione di valutazione: sono queste le due richieste urgenti dell’onorevole Riccardo Pedrizzi, che in un’interrogazione al Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi rilancia la battaglia per lo scalo laziale, sostenendo la necessità di riconsiderare la scelta finale alla luce delle zone d’ombra che hanno portato all’investitura di Viterbo, penalizzando fortemente la candidatura di Latina, ritenuta per molto tempo l’indicazione più idonea da parte degli addetti ai lavori.
“Premesso che la relazione conclusiva del Ministero dei Trasporti, risalente al novembre 2007, che ha designato Viterbo quale terzo scalo aeroportuale civile della Regione Lazio, si è avvalsa, in fase di istruttoria, di una Commissione ministeriale tra i cui componenti figura, tra gli altri, l’Enac con rappresentanti della Direzione Centrale Regolazione Aeroporti”, l’onorevole Pedrizzi solleva dubbi sulla composizione della stessa: “Sembrerebbe che, nell’ambito della predetta Direzione, sia stato presente anche il Direttore Centrale Regolazione dello spazio aereo, Generale Valtero Pomponi, il quale avrebbe fatto inizialmente parte anche del Consiglio Direttivo del Comitato dell’aeroporto di Viterbo, in qualità di Vice Presidente aggiunto”. Inoltre, secondo Pedrizzi, nel corso dell’istruttoria partita molti mesi prima, “Enac ed Enav avrebbero via via con il passar del tempo cambiato opinione circa la localizzazione del terzo aeroporto del Lazio fino a determinarsi a favore di Viterbo, escludendo Latina che – sembrerebbe – all’inizio dell’iter veniva preferita”.
Cos’è accaduto? Al momento – sottolinea Pedrizzi al ministro Bianchi – non è possibile consultare i verbali delle varie riunioni e dei lavori dell’Enac e dell’Enav e, dalla documentazione (non) disponibile, non è dato sapere quali siano stati gli elementi utili alla scelta di una città piuttosto che di un’altra città del Lazio; e non risulta inoltre neanche quale sia stata la natura e la durata dell’incarico, né il ruolo ricoperto dal generale Pomponi nell’ambito dell’istruttoria”.
Pedrizzi si chiede se quanto esposto in premessa, in particolare circa il cambiamento di atteggiamento di Enac ed Enav nel corso dell’istruttoria, e circa la nomina e la possibile incompatibilità del generale Pomponi, risponda al vero e se l’eventuale sovrapposizione dei suoi incarichi configuri un’ipotesi di evidente conflitto di interessi.

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