Al voto e poi Costituente. Così si salva il paese

Senatore Mauro Cutrufo (DCA-PRI-MPA)

“L'esperienza di questo Governo è ormai finita, e solo
gli attori protagonisti sembrano non rendersene conto.
Per la prima volta nella storia della Repubblica ci
troviamo in una situazione nella quale il Presidente
Prodi, alle prese con la balcanizzazione della propria
maggioranza, è costretto a caricare sulle spalle dei
senatori a vita la responsabilità della durata di
questo Governo”. A parlare il senatore Mauro Cutrufo,
capogruppo Dca a Palazzo Madama, nel “giorno del
giudizio” al Senato. “La situazione di grave
difficoltà nella quale versa il Paese è sotto gli
occhi di tutti, ed è per questo che credo sia inutile
riepilogare le molte, troppe colpe di questo Governo
che riscuote solo il 18% della fiducia dell'opinione
pubblica – ha detto Cutrufo. “Ho molta stima nei
confronti del Presidente Prodi al quale do atto di
essersi riuscito a districarsi tra le maglie di una
maggioranza così eterogenea. Ma per il bene del Paese
dobbiamo guardare avanti – ha continuato Cutrufo – la
strada maestra è il voto, per consentire agli italiani
di scegliersi di dotarsi liberamente di un Governo con
una maggioranza certa in grado di governare l'Italia.
Subito dopo l'insediamento della nuova maggioranza e
del nuovo Governo, però, la Democrazia cristiana per
le autonomie propone che si promulghi una Legge per
l'elezione di una Costituente. Niente più patti di
Lorenzago o della crostata, ma una nobile
contemporanea Costituente eletta dal popolo italiano
con il proporzionale puro, che rappresenti tutte le
sensibilità del Paese, culturali, politiche ed
imprenditoriali, che abbia a disposizione un tempo
limitato di 24 mesi per produrre un documento che,
sottoposto al vaglio del Parlamento, una volta
adottato, sia la scelta definitiva che porterà in
Europa un Paese nuovo e contemporaneo, con radici
nella vecchia Costituzione della quale abbiamo
festeggiato ieri i 60 anni, ma con frutti determinati
dal nuovo ritmo della società contemporanea. Serve una
strategia che ridisegni e riscriva alcune regole di
convivenza democratica, all'indirizzo della
semplificazione, del federalismo necessario e
solidale, della riduzione dei parlamentari, della
trasformazione delle due camere, dei poteri del
Presidente della Repubblica. Se vogliamo passare dalle
parole ai fatti, mentre l'Italia si dota di una nuova
maggioranza e di un nuovo Governo, invitiamo i
migliori a partecipare alla Costituente, come fu nel
'48, per un nuovo grande Paese europeo”.

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