Da ora in poi sarà difficile chiamarlo ancora il Belpaese
HOUSTON, TEXAS – Non rimane ormai più dubbio che se gli Italiani avessero voluto far fare al loro paese harakiri ci sono certamente riusciti. Si è trattato veramente di un vergognoso, fetido suicidio che poco ha in comune, in effetti, con la pratica ispirata all’onore dei nobili giapponesi e che antiteticamente mette in mostra proprio le brutture di un sistema politico ancora più repellente perché colluso col crimine organizzato e teso a fare gli interessi di tutti, tranne che del popolo.
Volutamente ho voluto lasciare ad altri l’incombenza di fare l’analisi delle manifestazioni di vera e propria rabbia popolare, repressa ormai da troppo tempo, per dare la parola all’orrore delle immagini che tramite la televisione satellitare sono ormai sotto gli occhi degli Italoamericani e del mondo.
E, dopo l’ingiuria anche la beffa! Il dottor Vespa, il mostro sacro del giornalismo italiano, parte più d’ogni altro del sistema, ha avuto l’ardire nella tramissione di ieri alla quale partecipavano Casini e DiPietro di trasecolare in diretta e di cadere dalle nuvole, non riuscendosi a spiegare come si sia potuti arrivare ad una situazione di crisi gigantesca della nettezza urbana e dell’igiene pubblica. Ci sarebbe da chiedere all’autore di tanti libri redditizi se nel fare le sue analisi finissime, andando in giro per l’Italia, lo avesse fatto portando dei tappi alle narici, oltre che alle orecchie, per non sentire le proteste di tanti supertartassati che continuano a pagare da decenni per servizi mai avuti e che è forse un eufemismo definire indecenti. Dopo un’ammissione come quella di ieri, che getta discredito sul giornalismo italiano, visto che evidentemente un professionista del suo calibro potrebbe anche avere un’idea di quello che gli succede intorno, ritirarsi a vita privata, invece che stare a riproporre infanticidi inquietanti ed irrisolti, sarebbe proprio il minimo che a questo punto potrebbe fare anche per far vedere che gli e’ rimasta ancora qualche ombra residua di decenza.
Ora che è iniziato il palleggiamento delle responsabilità, sembra di capire che nessuno e neppure un supergiornalista come quello che continua a riproporre Porta a Porta si fosse accorto mai, specialmente visitando d’estate le regioni del centrosud, che tanto la gente del luogo che i turisti disgustati ed in visita da un paese civile, fossero costretti a fare lo slalom e, non fra i picchi coperti dalla candida neve delle Alpi, ma fra le montagne puzzolenti dei rifiuti.
I cittadini giunti ormai con le spalle al muro, che si ribellano ed iniziano sommosse, sono costretti a scontrarsi contro rappresentanti dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, che toltasi la divisa diventano gente come loro e le cui mogli devono muoversi, magari con un bimbo nella carrozzina, tra il marciume dilagante anche in altre regioni. E, mentre stanno per esplodere epidemie che ci riportano alla mente quella della peste nera diffusa dai ratti, che fanno festa ed ingrassano tra i rifiuti, resta solo da chiedersi se c’e’ qualcuno che ha fatto soldi e carriera sui morti per cancro delle discariche abusive che alla fine dovrà pagare per i suoi turpi omicidi. C’e’ ancora un partito ecologista che manca nel mondo e del quale si sente la mancanza ed è quello che potrebbe fare pulizia non nell’ambiente e nella natura ma nella politica. I politici italiani, a partire dal primo cittadino che non accetta critiche e che non si capisce esattamente su quali basi nutra ancora speranze sul sistema Italia, proprio lui tra le altre cose che e’ della bella ed infelice citta’ martire di Napoli, rimangano evidentemente chiusi nella loro torre d’avorio, nella quale non sono toccati dai problemi della gente comune e sembra sappiano poco o nulla dei drammi dei cittadini che li hanno votati perché facessero l’interesse collettivo e non solo quello di qualcuno o solo il proprio.